Per tanto tempo ho fatto piccoli ruoli. Ero l'amica di, la sorella di. Alzavo la palla per qualcun'altra che schiacciava». Ora per Barbara Ronchi, nata a Roma 42 anni fa, e che così rispondeva in una recente intervista di Vanity Fair, è arrivato il momento della consacrazione. Capelli castani, grandi occhi azzurri venati di grigio, Barbara Ronchi, soprattutto dopo aver partecipato a Fai bei sogni di Marco Bellocchio del 2016, ha iniziato a trovare ruoli sempre più importanti, fino a essere a protagonista assoluta di Settembre di Giulia Louise Steigerwalt per cui ha vinto nel 2023 il David di Donatello quale migliore attrice, premio per il quale era candidata anche quest'anno per Rapito di Marco Bellocchio.
Così, nel giro di poco tempo, come capita spesso nel cinema italiano, Barbara Ronchi, che lavora su una recitazione in levare con improvvisi affondi precisi e taglienti imparata alla prestigiosa Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D'Amico, ha iniziato a ricevere tanti copioni. Ma certo non poteva immaginare che gli ultimi quattro finissero tutti nella selezione ufficiale del più antico festival del cinema al mondo, la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, dal 28 agosto al 7 settembre al Lido di Venezia sotto la direzione di Alberto Barbera. Una cosa che succede, di rado, ai colleghi uomini, ad esempio nel 2021 Toni Servillo era in tre film, figuriamoci a una donna. Eccola dunque in Diva Futura, opera seconda di Giulia Louise Steigerwalt nel concorso principale; in Nonostante, altra opera seconda dell'attore Valerio Mastandrea, film di apertura del concorso della sezione «Orizzonti»; dove è presente anche il terzo titolo, Familia di Francesco Costabile. Il quarto film con Barbara Ronchi è un cortometraggio ma di peso dal momento che a dirigerlo è quel genio di Marco Bellocchio che, nei venti minuti fuori concorso di Se posso permettermi - capitolo II, chiude un piccolo ciclo - il primo capitolo è visibile su RaiPlay - in cui il regista torna nella sua Bobbio per «un commiato triste e divertente (spero che lo sia) - scrive nelle note di regia - da una casa in cui ho vissuto tanti anni della mia vita (dall'infanzia) e dove ho girato tante volte (è la casa dei Pugni in tasca)». In questo secondo capitolo il protagonista, interpretato da Fausto Russo Alesi, è intento a vendere la casa della madre scomparsa con l'aiuto della cameriera che ha il volto disincantato di Barbara Ronchi.
Un tipo di sguardo che probabilmente sarà il leitmotiv di Diva Futura, dove è Debora, studentessa squattrinata che, per pagare il mutuo, si ritrova a fare la segretaria da «Diva Futura», agenzia gestita dal carismatico Riccardo Schicchi (Pietro Castellitto) insieme a Ilona Staller, in arte Cicciolina (Lidija Kordic), che cura gli interessi delle più famose pornostar dell'epoca come Moana Pozzi (Denise Capezza), Eva Henger (Tesa Litvan) e Milly D'Abbraccio. Il film è tratto dal romanzo della storica collaboratrice di Schicchi, Debora Attanasio, Non dite alla mamma che faccio la segretaria, con Barbara Ronchi che dà voce alla sua testimonianza diretta di un'epoca, tra gli Ottanta e i Novanta, in cui il porno inizia a essere sdoganato e finisce anche in Parlamento con Cicciolina.
Molto più attuale è Familia di Francesco Costabile, ispirato al libro autobiografico di Luigi Celeste, scritto con Sara Loffredi, Non sarà sempre così, in cui Barbara Ronchi è una madre, Licia, che vive con i figli ventenni. Dopo dieci anni di assenza torna Franco (Luigi Di Leva), compagno e padre che riporta in casa la paura e le botte, deciso a riprendersi la sua familia. Per Barbara Ronchi si tratta di uno dei ruoli più drammatici della carriera, spesso venata da tinte più leggere, da commedia. Ma parliamo di un'interprete che sa calibrare perfettamente i toni diversi, a volte paradossali come la vita, che un personaggio può avere nello stesso film.
Cosa che sicuramente accadrà nel corale Nonostante di Valerio Mastandrea, dove il regista, a differenza della sua opera prima Ride, interpreta anche il protagonista che trascorre serenamente le sue giornate in ospedale senza troppe preoccupazioni. È ricoverato da un po' ma quella condizione sembra il modo migliore per vivere la sua vita, al riparo da tutto e da tutti, senza responsabilità e problemi di alcun genere.
Ma il momento d'oro di Barbara Ronchi continua anche in due produzioni tv di ambientazione storica, Il treno dei
bambini di Cristina Comencini, dall'omonimo romanzo di Viola Ardone, prossimamente su Netflix, mentre in autunno la vedremo su Rai 1 nella serie in sei puntante sulla Resistenza Fuochi d'artificio di Susanna Nicchiarelli.
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