Spalletti: «Grande volontà, poco ordine»

Fabrizio Aspri

Come in un incubo, dalle solite tinte, dalle medesime tonalità. L’Olimpico, una volta in più, non regala sorrisi e non consente a tifosi e protagonisti di sorridere e volare in alta quota.
In riva al Tevere, sponda Roma, non si vince più da troppo tempo. Il nastro dei ricordi è fermo al 29 febbraio 2005, quando l’undici giallorosso, animato da grandi velleità, impose le resa al Livorno, siglando tre gol di ottima fattura. Morale della favola: Spalletti si vede soffiare il «match dei ricordi» e lancia Cosmi, suo successore sulla panchina friulana, in testa alla classifica del torneo.
La firma, nel giorno dei sorrisi bianconeri, la mette Muntari. Il tocco impazzito, che spiazza Curci e regala il successo agli avversari di turno, lo autografa un De Rossi in preoccupante fase calante. I numeri sono impietosi: i friulani si confermano la bestia nera di una Roma incapace di batterli, tra le mura amiche, dal lontano 2002. Tabù, dunque. Lo stesso che, bontà sua, Cosmi riesce a sfatare e a gettare nel dimenticatoio, imponendo la resa, per la prima volta, allo stimato collega Spalletti.
Il quadro, al fischio finale di Roma-Udinese, non è certo dei più confortanti. Taddei ha inciso poco, Cufrè non rappresenta una freccia sull’out sinistro, De Rossi ha perso il duello con Obodo e Montella ha vissuto un pomeriggio da dimenticare, tra errori sotto porta e poca concentrazione. Le note liete. Totti, che pur non brillando ha corso e sudato, anche se non è lecito pensare che indossi, al tempo stesso, i panni del direttore di orchestra, del solista e del musicante. E Cassano? Gettato nella mischia per dare fosforo e fantasia, in parte è riuscito nell’impresa meritano applausi e dimenticando i fischi.
«La mia squadra – spiega Spalletti - la gara l’ha fatta e bene. Ma in qualche dettaglio, doveva essere più ordinata. Ha sfornato 35 minuti di grande duello, nei quali ha sciupato due o tre situazioni limpide, cristalline. Poi, il gol di Muntari, ha creato un pò di problemi. Nel secondo tempo – prosegue - pur mantenendo la pressione, la Roma ha fatto un pò di confusione e l’Udinese è stata brava a ripartire e creare guai in contropiede». Poi l’ammissione. «Sono dispiaciuto: nello spogliatoio, dopo il match, ho visto i miei ragazzi amareggiati. E questo non deve accadere. In partita e durante gli allenamenti, mi sono sempre parsi molto disponibili. Le partite si possono anche perdere. State tranquilli: saremo pronti a giocarci la prossima. Cassano? Ha fatto molto bene. Ha dato vivacità ed è stato disponibile a fare metri. E questa, vi assicuro, è una nota assai positiva».
Anche Rosella Sensi, amministratore delegato del club e figlia del patron, archivia la debacle dell’Olimpico con un’iniezione di ottimismo. «Mi aspettavo un esordio diverso – confessa – ma è andata male. Per fortuna siamo solo all’inizio. Cassano? Il dato confortante è che è stato applaudito. Anche se si parla solo di lui, invece di apprezzare il lavoro di tutti quanti».
In linea con le esternazioni della Sensi, anche Pradè, Ds della società. «Abbiamo giocato una grande partita e non meritavamo di perdere – tuona il dirigente -. Siamo stati penalizzati da un episodio, dopo che avevamo fatto la gara.

Comunque sono contento, perché abbiamo imboccato la strada giusta». Sul tema-Cassano, poi, arrivano conferme e anticipazioni. «E’ vero – spiega - ci incontreremo e valuteremo se ci sono i presupposti per allungare il contratto».

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