A spasso col cane, una donna muore colpita da un fulmine

Tragedia a Senago: la signora era con il marito quando è arrivato il temporale

Sono le 10,30 di ieri mattina. Su un furgone Opel arriva un uomo con il volto stravolto dal dolore. Le lacrime gli rigano il volto. Posa sul quel prato un mazzo di rose, un omaggio alla moglie che un maledetto fulmine gli ha portato via per sempre. Meno di ventiquattro ore prima. Venerdì sera ore ventidue e quindici Maria Matilde Forchini, 62 anni, è a Senago al «Gruppo Cinofili Groane», un terreno di oltre diecimila metri quadri che sembra un biliardo. Fino alle venti sono in molti, quindi alcuni rientrano. Passano i minuti, il cielo si fa scuro da far paura: un temporale violentissimo è in agguato. La donna, originaria della provincia di Piacenza, assieme al compagno di una vita che ha sposato 43 anni fa, lascia correre i cani. Comincia a piovere e le nuvole si addensano: cala il buio. Maria Matilde Forchini, s’allontana dalle grosse piante che sulla destra delimitano il country dog: cammina fino al centro della spianata. Tiene al guinzaglio Azir uno splendido esemplare di bracco tedesco. E’ il suo preferito. Forse crede d’essere al sicuro, ma si sbaglia. Una fiammata piomba dall’alto, scarica a terra migliaia di volt: il fulmine killer colpisce la commerciante ed il suo animale che muoiono sul colpo.
Il marito, Luciano Pierangeli, 63 anni, comincia a chiamarla con tutta la voce che ha in corpo: nessuna risposta. Forse intuisce. Immagina. Non sente neppure la pioggia che cade a fiumi, vede arrivare tre cani che erano con la moglie. Lei non risponde. Neppure Azir abbaia. Non c’è un filo di luce. La ricerca della vittima è difficile. Passano almeno quindici minuti. Sotto la luce artificiale di una torcia elettrica davanti agli occhi stralunati di Luciano Pierangeli, ecco il corpo di Maria: è una scena straziante. Ha ustioni in diverse parti del corpo, il sangue le esce copioso dalla gola. Tenta di rianimarla: tutto inutile. Anche Azir è esanime accanto alla sua padrona. «Quando non più visto mia moglie – racconta con un filo di voce Luciano Pierageli – ho avuto un bruttissimo presentimento. Disgraziatamente non ho sbagliato. Io ero con gli altri quattro cani. Lei si era dedicata ai suoi preferiti. Adesso vado devo cercare di farmi coraggio ed aspettare mia figlia che arriva dalla Sicilia».
Luciano Pierangeli, fino all’altra sera assieme alla moglie, gestisce un negozio di caccia pesca e commercio armi in vicolo Donizzetti, 6 a Rho. Sul posto arrivano i carabinieri della compagnia di Desio e i volontari della Croce Rossa.

I primi avviano un’indagine, anche se c’è davvero poco da chiarire; i secondi accertano la morte della sessantaduenne e ripartano verso l’ospedale. Oggi il negozio ha le saracinesche abbassate. Sul luogo della disgrazia quel mazzo di rose rosse: la testimonianza di un amore spezzato per sempre.

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