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Specializzazione «private» e professionisti preparati

All'istituto fanno capo le attività della nuova terza banca italiana dopo la fusione Banco Popolare-Bpm

Lorenzo Corti

Banca Aletti si avvia a diventare il polo dedicato al private banking della nuova terza banca italiana, Banco Bpm, nata dalla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano. Alla guida di quello che sarà a tutti gli effetti il terzo polo private del Paese è stato confermato l'attuale amministratore delegato di Aletti, Maurizio Zancanaro, pronto a guidare la struttura in questa fusione che apre un futuro importante per Banca Aletti che oggi può contare su quasi 34 miliardi di masse, 200 private banker e circa 15.000 clienti, ma che, dopo la fusione, supererà i 50 miliardi di euro di masse collocandosi come terza banca private del Paese. Da questo nuovo importante posizionamento, prenderanno vita le attività di consolidamento di un brand «storico» del private banking italiano, forte di 190 anni di storia. Il business di Banca Aletti è focalizzato sulla consulenza integrata relativa al patrimonio complessivo della clientela e alle sue strette interrelazioni con le dinamiche familiari e delle attività imprenditoriali o professionali.

«Siamo forti di un team affiatato e preparato, che da anni mi affianca nelle sfide quotidiane. E ora costruiremo con Gianfranco Venuti (già responsabile private banking e wealth management di Bpm), i suoi banker e i professionisti di Bpm e di Banca Akros una rete ancora più importante», commenta Zancanaro, ricordando come, negli ultimi anni, siano cambiati alcuni paradigmi dei mercati e degli investimenti, che hanno indotto i clienti a ricercare una figura professionale e competente per la gestione del patrimonio di famiglia. «Il nostro approccio non si è modificato - prosegue Zancanaro -: in un contesto sempre più complesso e difficile da interpretare, si conferma per il cliente private l'importanza del supporto di un consulente qualificato in grado di comprendere le sue reali esigenze e di sviluppare un progetto d'investimento a medio termine da monitorare con continuità. Nel lungo termine, il modo migliore con cui un consulente finanziario può costruire la fiducia, evitando le trappole comportamentali dei clienti, non è solo quello di dare informazioni e garantire performance, bensì quello di offrirsi come scudo emotivo».

I private banker devono essere una squadra di professionisti di alto profilo, con un solido background che, grazie anche a una formazione continuativa, fanno dell'approccio multidisciplinare la propria caratteristica distintiva, ampliando l'attività di asset allocation verso ambiti di tipo patrimoniale non strettamente finanziari. Non ultime le competenze in area relazionale, fondamentali per sviluppare le capacità di cogliere i bisogni del cliente e saperli indirizzare allo specialista di riferimento, soprattutto in un contesto come quello attuale. Per Zancanaro, «la somma di competenze sofisticate e il bene relazionale della fiducia costituiscono il software del buon funzionamento di un servizio delicato come la consulenza che ha acquisito un ruolo sociale nella tutela del risparmio».

La parola d'ordine sarà, dunque, specializzazione, a conferma di un percorso già intrapreso da anni da Banca Aletti che, non a caso, seguirà tutta la clientela private del nuovo gruppo. Una clientela che chiede di poter contare sul supporto di professionisti preparati, piattaforme all'avanguardia e servizi specializzati unicamente nell'ambito del private banking.

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