Cineforum Veltroni. Niente dibattito ma buffet da Oscar

Mattarella, ministri e boiardi alla presentazione de I bambini sanno. Un'infornata che surclassa l'anteprima di Mia madre di Moretti

Cineforum Veltroni. Niente dibattito ma buffet da Oscar

C'erano tutti l'altra sera. Dalla A di Alfano alla Zeta di Zingaretti per la grandiosa anteprima del nuovo film di Walter Veltroni I bambini sanno nel suo tempio da cinesindaco, l'Auditorium di Roma. Ad accompagnare l'uscita del film in sala il 23 aprile tutto l'arco costituzionale: il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano e quello in carica Sergio Mattarella alla sua prima uscita pubblica cinematografica, la presidente della Camera Boldrini commossa «dalla naturale inclusività in cui vivono i bambini», quello del Senato Grasso che riflette su «quanto sia difficile essere piccoli oggi», una decina di ministri del governo che avrebbero potuto fare un consiglio dei ministri se solo Renzi, in un primo tempo dato per certo, fosse venuto a rendere omaggio a colui che è stato il primo segretario del suo partito. E poi il sindaco di Roma Ignazio Marino, Giovanna Melandri, Massimo D'Alema, Anna Finocchiaro, Pier Luigi Bersani... Veramente difficile dire dove finiva il Partito Democratico e cominciava quello allargato al mondo del cinema, dello spettacolo, del giornalismo. Con Lilli Gruber a farsi fotografare con un'aggressiva Elena Maria Boschi (minigonna su leggins attillatissimi e sopra giacca di pelle nera) abbracciata a sua volta all'altra ministra Marianna Madia, fino a Casini o a Mara Carfagna che saluta senza afflato Alfano oppure a Gianni Letta neo ottantenne. A breve distanza il figlio Giampaolo, a capo di Medusa, e Paolo Del Brocco amministratore delegato di Rai Cinema. Le due società più importanti per il cinema italiano con cui d'altro canto Sky, che produce il film di Veltroni (in programma a settembre su Sky Cinema) insieme a Wildside di Lorenzo Mieli e Mario Gianani (compagno della Madia) in collaborazione con Palomar di Carlo Degli Esposti, dialoga e lavora. In un colpo solo Sky, guidata dall'amministratore delegato Andrea Zappia che ha lanciato il progetto del nuovo canale Sky Academy legato ai più giovani, è riuscita a riunire anche tutto il mondo della comunicazione ai suoi massimi livelli. Ecco così la gerenza di Repubblica personificata con l'editore De Benedetti, il fondatore Scalfari e il direttore Mauro, Bruno Vespa con i suoi competitor notturni Luca Telese e Bianca Berlinguer, Michele Santoro con il suo ex collaboratore Corrado Formigli.

Fuori dall'auditorium il cosiddetto circo mediatico - e chissà cosa riuscirà a produrre il grande inviato delle Iene Enrico Lucci - mentre dentro, nei lunghi corridoi progettati da Renzo Piano, Sky ha fatto le cose veramente in grande allestendo una sontuosa cena con tanto di isole con chef intenti a preparare piatti espressi. Ma il rischio «cafonal» è stato scongiurato anche perché pochi sapevano della cena e quindi non c'è stata la solita ammucchiata che avrebbe fatto impazzire di gioia Dagospia: «È tutto un magna magna». Così, a parte l'abbuffata dei bambini protagonisti del film, è stato difficile vedere con il piatto in mano anche i rappresentanti dello spettacolo come la defilata Margherita Buy, Ettore Scola, Roberto Andò, Ugo Gregoretti, Gigi Proietti, Paolo Bonolis, Pippo Baudo con Lorella Cuccarini, Paola Cortellesi, Sabrina Ferilli, Neri Marcorè, Antonello Venditti e Carlo Verdone.

Insomma il pantheon riunito per I bambini sanno di Veltroni è uno di quelli che è impossibile vedere da altre parti. Ne sa qualcosa anche Nanni Moretti che, la sera prima, alla presentazione del suo ultimo film Mia madre non poteva, ma forse neanche voleva, vantare i numeri del suo ormai collega. Ma non è certo da questi particolari che si giudica un regista. Anzi paradossalmente il risultato artistico è inversamente proporzionale al glamour sopracitato. Un regista lo vedi dallo sguardo, dalla fantasia, dall'originalità. E qui il discorso si fa difficile. Perché Veltroni conferma sia - Caparezza dixit - che la seconda opera è la più difficile nella carriera di un'artista, sia che non c'è nulla di nuovo sotto i riflettori. Sotto i quali il regista, un anno dopo l'esordio molto più sentito e con uno sguardo politicamente più preciso di Quando c'era Berlinguer , fa passare 39 bambini tra i 9 e i 13 anni a parlare di amore, famiglia, religione, sessualità, futuro.

Va bene che c'è stato Pier Paolo Pasolini nel 1963 con Comizi d'amore , va bene anche il programma Rai I bambini e noi di Comencini negli anni '70 ma, senza andare troppo lontano, neanche dieci anni fa il regista Stefano Consiglio ha realizzato Il futuro (Comizi infantili) con - incredibile - interviste a bambini tra i 10 e i 13 anni nelle loro camerette scandite da capitoli praticamente identici a quelli di Veltroni. Ora anche i bambini lo sanno.

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