"A 80 anni ascolto di tutto ma non mi vedrete fare rap"

Il batterista pubblica "Zoom In". "Nel nuovo documentario le immagini dei Beatles felici anche mentre si scioglievano"

"A 80 anni ascolto di tutto  ma non mi vedrete fare rap"

«Intanto fatemi subito dire peace and love». E vai con le dita delle mani a indicare la V. Benvenuto Ringo Starr, che a 80 anni (molto) suonati debutta in una conferenza Zoom con giornalisti da mezzo mondo. Capelli neri corvini come la barba (lunghetta) è seduto nella sua casa di Beverly Hills e parla di un Ep di cinque canzoni che esce oggi, si intitola, guardacaso, proprio Zoom in ed è stato uno dei suoi passatempi nell'anno di quasi lockdown. Parla e gesticola così in fretta che manco ci pensi che sta parlando una delle ultime vere super-superstar, il batterista dei Beatles, uno che ha iniziato a suonare 63 anni fa e dopo poco la musica è cambiata per sempre. «In ogni caso, l'ultimo anno è stato difficile per tutti, è stato proprio difficile adattarsi alle nuove restrizioni».

Per non perdere l'abitudine, ha registrato un disco.

«Sì, volevo farlo solo di quattro brani, ma poi sono diventati cinque. Non è il momento di metter su una macchina così grande come quando si registra un intero disco».

Cinque canzoni ma tanti ospiti. In Zoom In appaiono anche Paul McCartney, Sheryl Crow, Dave Grohl, Lenny Kravitz e via dicendo.

«Il primo ad arrivare è stato Nathan East, poi Ben Harper, Dave Grohl. Ci siamo sentiti, ciascuno ha registrato a casa propria e solo qualche volta abbiamo lavorato in presenza. È l'unica possibilità che abbiamo per poter far musica in questo periodo».

Risultato?

«Di certo preferisco quando si suona tutti insieme».

Bisogna accontentarsi.

«Dopotutto in questo anno ho lasciato la mia casa soltanto 8 volte. Otto volte in un anno...».

E il vaccino?

«Ho fatto la prima somministrazione e poi la seconda».

Effetti collaterali?

«La prima volta avevo male al braccio destro, la seconda niente e sono rimasto deluso, mi aspettavo che facesse male di nuovo». (ride - ndr)

Le regole del Covid. È difficile stare lontano dai suoi figli e dai nipoti?

«È durissimo non poterli abbracciare. Mi hanno appena mandato un video dei miei nipoti in Gran Bretagna che sono felicissimi di tornare a scuola. Io alla loro età facevo di tutto per non andarci». (ride - ndr)

Ringo Starr ha compiuto 80 anni in isolamento.

«Volevo fare una grande festa ma poi ho fatto solo un concerto in streaming, un evento virtuale. Tutto bene. Però ho capito che non mi interessa molto questo tipo di concerti. Io preferisco avere di fronte il pubblico, per me è meglio così».

Ora sembra molto difficile.

«Ho cancellato già i concerti dell'anno scorso e anche quest'anno non ne farò. A oggi c'è forse la prospettiva di poter suonare nel tardo autunno, ma forse è meglio rimandare tutto al 2022. Così nel frattempo avrò registrato altri 3 o 4 Ep...».

Tanto ormai si può registrare quasi tutto in casa.

«I Beatles registravano su 8 tracce, oggi se ne possono usare anche 70. Però il bello dei dischi dei Beatles è che sono ancora popolari, mentre molti artisti ora funzionano soltanto in streaming. Di certo è cambiato tutto da quando ho iniziato io a suonare. Se penso a quanta fatica ho fatto ad adattarmi al passaggio tra i vinili e i cd...».

Ad agosto uscirà The Beatles: Get Back di Peter Jackson, che riprende il documentario Let it be con l'ultimo concerto dei Beatles sul tetto della Apple Records al 3 di Savile Row.

«Sono state ritrovate ben 56 ore di materiale video mai usato e Peter Jackson, che abita in Nuova Zelanda, è venuto spesso a Los Angeles per farmele vedere. Ci sono anche nuove immagini del concerto ma, soprattutto, ci sono filmati che dimostrano quanto noi ci divertissimo in quel periodo. Nonostante ci stessimo per separare, la nostra collaborazione non era così cupa come poteva sembrare. Comunque Get Back uscirà ad agosto».

Ringo Starr è stato circa 8 anni con i Beatles e 30 con la sua All Starr Band. Dove ha imparato di più?

«Beh un momento nel quale come musicista ho imparato tantissimo è stato in Germania ad Amburgo, quando nel fine settimana i Beatles e Rory Storm and the Hurricanes suonavano in continuazione: ogni dodici ore c'era una band sul palco. Ma poi anche in studio di registrazione nel 1965 ho fatto enormi passi avanti».

Oltre mezzo secolo fa. E oggi?

«Durante i Grammy Awards ho consegnato il premio per il Record of the Year a Billie Eilish, gran brava ragazza che fa anche i cori nel mio Ep. Diciamo che ascolto tutte le novità del mondo della musica. Ma suono solo quello che mi piace».

Ossia?

«Non penso proprio che un giorno mi vedrete rappare».

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