C'è una forma di turismo che, complici le limitazioni imposte dalla pandemia, sta conoscendo una fortuna insolita e addirittura crescente. Il turismo «virtuale». Quello cioè che, senza spesa, né fatica alcuna, si può praticare nel salotto di casa propria: davanti alla tv. E di questo turismo televisivo, il «cicerone» più intrigante è al solito - Alberto Angela. Il quale non offre escursioni in inaccessibili luoghi esotici o verso mete irraggiungibili per lo spettatore medio. Al contrario: punta su luoghi di perfino ovvia notorietà Firenze, Venezia, Pompei, i Musei Vaticani- che molti suoi telespettatori già conoscono, ma che lui racconta, con quel suo tono felpato a metà fra la scoperta culturale e l'apprendimento divulgativo, immergendoli nella notte.
Dov'è la differenza? Ovvio: chi ha mai potuto ammirare piazza San Pietro completamente vuota? Chi ha mai passeggiato lungo le viuzze di Pompei, o sulle calli veneziane, senza dover sgomitare fra centinaia di turisti giapponesi? E la notte non conferisce al turismo televisivo solo una provvidenziale solitudine; grazie all'accuratezza di fascinose illuminazioni «ad hoc» gli dona anche un'aura magica che il comune, accaldato e frastornato turista reale può incontrare solo sui depliant.
Ecco allora Raiuno proporre proprio per la notte del 25 dicembre una nuova «gita mediatica»: stavolta, con Stanotte a Napoli, alla ri-scoperta del capoluogo campano. Muovendo dai vicoli celebrati dalle commedie di Eduardo De Filippo si toccheranno tutti i luoghi-simbolo della città - Castel dell'Ovo, Piazza del Plebiscito, il Palazzo Reale, il Teatro San Carlo, la Certosa di San Martino - scoprendo di ciascuno di essi la storia e la bellezza, investigando sui misteri del tesoro di San Gennaro, sulla malinconia del Cristo Velato, sulle travagliate vicissitudini del monastero di Santa Chiara, sul richiamo popolare dei presepi di San Gregorio Armeno. Come di consueto, a contrappuntare le immagini con riferimenti storici o aneddottici, provvederanno numerosi artisti: Giancarlo Giannini nei panni di Carlo di Borbone, il monarca che nel settecento edificò tanti luoghi identificativi della città; Massimo Ranieri, che celebrerà l'importanza raggiunta dalla canzone napoletana in tutto il mondo, e Serena Rossi, che rievocherà le atmosfere del cafè chantant ospitato dal Salone Margherita; Marisa Laurito, che confiderà i ricordi di tanti Natali trascorsi nel capoluogo partenopeo assieme a celebri personaggi; il calciatore Salvatore Bagni, che farà rivivere il mito del suo compagno di squadra biancoceleste al Napoli: Diego Armando Maradona.
«Fare questo programma è stata un'avventura meravigliosa commenta lo stesso Angela . A Napoli si trova, infatti, il cuore pulsante di tanti elementi della nostra cultura. È un luogo che ha influenzato il pensiero europeo: basti pensare all'importanza storica del teatro San Carlo. A Napoli ci si trova il mondo; c'è il know how, la capacità di integrare al meglio. Pensiamo al caffè: viene dall'Etiopia, ma è a Napoli che ha trovato la sua vera identificazione, divenendone addirittura il sinonimo. Pensiamo alla pizza: non è fatta di ingredienti esclusivamente italiani, e l'impasto potrebbero farlo tutti; ma è a Napoli che queste cose sono state messe insieme e sono divenute un simbolo.
Napoli è la città dove i ragazzi di oggi cantano ancora le canzoni dei loro nonni e bisnonni. In quale altra città accade questo? A Napoli c'è un calore e una voglia di vita che permane intatta, attraversando le generazioni».
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