"Alt al buonismo esagerato: basta rimanere in panchina"

Nel suo cd l'artista attacca politica, tv e parla del "Gesù che è in noi" "Se un cantante si mette le pantofole vuol dire che ha perso la battaglia"

"Alt al buonismo esagerato: basta rimanere in panchina"

Arriva, prende il microfono e inizia lo show. C'è chi ha il teatro nel sangue e Renato Zero, lui, ce l'ha. «Il giorno che un artista mette le pantofole ha perso» dice subito presentando un disco, Alt, con quattordici canzoni molto più battagliere di quanto vi aspettiate. «Le dedico a chi non vuole rassegnarsi», spiega alternando una battuta («Io il David Bowie italiano? No, era lui il Renato Zero inglese») a un attacco frontale («La tv? È tornata in bianco e nero»). Insomma, al di là dei suoni e degli arrangiamenti che sono meno semplici di quanto appaia, Alt è il grido di un istrione esasperato e letteralmente stanco di ciò che vede. Prima Renato Zero, che ha 66 anni e veste un impeccabile completo nero con un paio di occhiali dalla montatura davvero d'autore, focalizzava, parodizzava, irrideva il mondo che aveva intorno. Oggi l'attacca frontalmente: «Il pop è rimasta una zona sana della realtà, non chiamatelo più musica leggera», riassume com'è capace di fare lui, in modo colorato, un po' barocco, talvolta ferocemente ironico.

Però, caro Renato Zero, il suo disco esce oggi ma l'altra sera qualcuno lo ha già messo in rete.

«Ai sorcini che lo hanno fatto mi limito a dire: non venite più a miei concerti e non comprate più i miei dischi. Io me li produco da solo, faccio l'artista e non il rapinatore».

A chi dedica questo disco?

«A chi non vuole stare in panchina».

Lei lo fa?

«Io provo a dare la ricetta di come farlo».

Nel singolo Chiedi canta il verso «Ma i sindacati no!».

«Intanto trovo scandaloso che molti sindacalisti vadano poi a sedersi in Parlamento. In realtà mi accorgo che spesso il sindacato è una specie di ostruzione, di blocco del processo produttivo».

E la tv? Lei dice che «gli alieni vengono da là».

«Sullo schermo c'è qualcuno di reale? La tv ha creato la professione del tuttologo, quello che sa tutto, dice tutto, commenta tutto. Volete imparare come si mette una bomba? Accendete la tv e c'è qualcuno che ve lo spiega».

Lei avrebbe dovuto fare un programma con Maria De Filippi.

«Non so che cosa faremo, ora sono concentrato su questo disco e sui due grandi concerti che farò all'Arena di Verona l'1 e il 2 giugno».

Alt non fa prigionieri. In Nemici miei tocca ai politici.

«L'Italia ha svenduto quasi tutto e la politica non fa nulla per produrre esempi che ci confortino. Ai politici dico: Andate tra la gente, dove il disagio inizia di lunedì».

Renato Zero, perché un brano intitolato Gesù?

«La sua assenza si sente moltissimo perché, in fondo Gesù siamo tutti noi. Dio è una entità lontana che magari non ha tempo per noi, ma Gesù è venuto qui per farsi massacrare e negli ultimi anni ne abbiamo visti tanti, di Gesù, come le vittime massacrate dalla mafia o dai terroristi».

Oggi è un'icona pressoché intoccabile. Ma anche lei ha preso i suoi schiaffi.

«Molti li ho anche presi in faccia. Una volta facevo l'autostop con una parrucca e un camionista si è fermato, mi ha dato una sberla ed è ripartito. E la parrucca è volata via».

In due frasi il Renato Zero di oggi.

«Basta buonismo, ogni tanto bisogna alzare la testa. E io mi sento un sollecitatore e voglio stimolare gli interventi della gente».

Scusi ma perché nei ringraziamenti del disco c'è quello a Mia Martini ma non quello a Loredana Bertè? Avete litigato?

«Con Mimì abbiamo fatto un percorso artistico insieme, lei suonava il piano e io cantavo. Ma io voglio bene a tutti».

Sulle unioni civili e sulla stepchild adoption Renato Zero non ha parlato molto.

«Credo soprattutto che la famiglia sia un bene. Ho adottato un figlio perché non volevo più esser solo e ora ho due splendidi nipotini. Perché tutto questo deve essere un casino?».

È un

caos persino la scelta dei candidati al Comune di Roma.

«A Roma giro con una Smart elettrica e rimpiango che non abbia il sensore che segnala le buche sull'asfalto. Sarà difficile per chiunque governare Roma...».

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