Avvince Ridley Scott con il sequestro Getty

di Ridley Scott con Christopher Plummer, Michelle Williams, Mark Wahlberg

Avvince Ridley Scott con il sequestro Getty

Chissà come fischieranno gli orecchi a Kevin Spacey. La farisaica gogna mediatica americana in un battibaleno lo ha tolto di mezzo. Facendogli perdere, oltre alla faccia, anche un mare di quattrini. Il colmo per un film che ha per epicentro il denaro. Come tutti sanno l'attore americano è stato sostituito dal veterano canadese Christopher Plummer (classe 1929), più vicino alla reale età del vecchio Paul Getty I (81 anni) all'epoca dei fatti. Seguendo le tracce dell'omonimo romanzo, Ridley Scott fa partire il suo Tutti i soldi del mondo dal rapimento del sedicenne Paul Getty junior, nipote del riccone, avvenuto a Roma nel luglio del 1973. La gang dei sequestratori calabresi, capeggiata da tale Cinquanta (impersonato da un francese, Romain Duris) porta l'ostaggio nel profondo Sud. Dove si aprono le estenuanti trattative con la famiglia del ragazzo, in prima fila il nonno e la mamma (un'appassionata Michelle Williams), con l'ausilio di un tostissimo tipo, chiamato a far da mediatore, l'ex agente della Cia Fletcher Chase (il giustamente ruvido Mark Wahlberg). I banditi prima sparano 17 milioni di dollari, per poi scendere, durante i lunghissimi sei mesi dei contatti, fino a quattro. E qui si staglia la figura del magnate, un avaraccio da far impallidire Paperon de' Paperoni. Lo vediamo nella camera del grand hotel con la biancheria da lui stesso lavata e stesa, oppure mentre risponde sempre allo stesso, inflessibile modo alle supplichevoli lettere dei questuanti («Se le dessi quanto mi chiede, in breve diventerei indigente come lei») o ancora davanti alla cabina telefonica a gettone installata nella sontuosa villa inglese.

Identico metro usa con la nuora: «Ho quattordici nipoti, se pagassi, me li rapirebbero tutti». Il finale non va rivelato, per non rovinare la sorpresa a chi ignora la vicenda. Certo, le imprecisioni non mancano, ma sono dettagli in un film che mantiene alta la tensione, nonostante le due ore e passa.

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