Johnny è un giornalista radiofonico. Intervista bambini in tutti gli Stati Uniti sul futuro del mondo scombinato in cui viviamo. Quando la sorella Viv gli chiede aiuto, affidandogli il figlio di otto anni mentre lei cura il compagno, affetto da turbe mentali, lui accetta. Il lavoro non è però di quelli sedentari, e a Johnny non resta che portarsi dietro il nipotino Jesse coast to coast, da Los Angeles a New York e poi a New Orleans. Il viaggio e la vita insieme si riveleranno una miniera di sensazioni, emozioni e novità cui il single Johnny non era preparato. Il radiocronista scoprirà così il suo lato paterno, sorprendendosi apprensivo di fronte alle marachelle del ragazzino che orientano l'attenzione sui vari temi in discussione. Si parte dalla prospettiva dei bambini sul mondo in cui viviamo. Si arriva al rapporto con gli adulti. Il futuro. Le aspettative dei piccoli. Le speranze. I rimedi agli errori del passato. Tuttavia, dallo sguardo generale si passa presto all'individualità del rapporto tra zio e nipote che porta in primo piano le difficoltà di molte famiglie di oggi in cui la malattia mette fuori gioco un genitore e l'altro - per assistere chi si ammala - affida il bambino. In questo caso uno zio senza famiglia propria. Emergono così due spaccati sociali a confronto. Da un lato il nucleo classico, dall'altro quello ormai numericamente sempre più massiccio di chi non ha legami ufficiali. Il film, costruito su dialoghi intensi con i chiaroscuri di un bianco e nero introspettivo, mette uno di fronte all'altro due attori dalla diversa statura. L'Oscar Joaquin Phoenix, tra i nomi più prestigiosi, e Woody Norman - da segnarsi con la matita rossa - che interpreta il bambino di otto anni e tiene testa a uno dei mostri sacri di Hollywood, rubandogli spesso la scena. Un talento di domani in attesa di probabilissima conferma.
Avviso ai naviganti. Un po' drammatico, un po' road movie, molto dialogato, riflessivo e lento, il film rischia di deludere chi si aspetta una storia compiuta con una trama articolata che tenga sulla corda lo spettatore.
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