Un cast che racchiuda Peter Fonda (ultima sua apparizione su grande/piccolo schermo), Samuel L. Jackson, Christopher Plummer, Ed Harris, John Savage, William Hurt merita, già solo per questo, la visione di un film che è oltretutto interessante e ben diretto. Al centro, la solita sporca guerra in Vietnam che ha ispirato tante opere, alcune delle quali indimenticabili. Qui, riagganciandosi a una storia vera, quella di un martire che sacrificò la propria vita per salvare oltre 60 soldati. Il suo nome era William Pitsenbarger, un medico dell'aviazione il quale, in un atto di generoso eroismo, decise di rischiare, pur non essendo tenuto a farlo, pagando purtroppo con la morte, per curare e far evacuare dei feriti mentre intorno a lui imperversava una battaglia sanguinosa. L'uomo, infatti, si rifiutò di lasciare la zona con l'ultimo elicottero disponibile, pur di occuparsi dei commilitoni bisognosi mai visti prima. Un'azione che avrebbe meritato un riconoscimento ufficiale e che invece non gli fece mai ricevere la Medaglia d'onore, massimo riconoscimento al valore dell'esercito degli Stati Uniti d'America. Per questo motivo trent'anni dopo, nel 1999, un gruppo di veterani e sopravvissuti decide, insieme ai genitori di William, di rivolgersi a Scott Huffman per dare a William ciò che era di William, perorandone la causa. Huffman, agente del Pentagono, in un primo momento approccia la pratica senza particolare entusiasmo, ma incontrando i reduci e ascoltando le loro testimonianze si rende conto che quello di Pitsenbarger fu un gesto davvero straordinario. Ma perché la sua istanza, anni prima, era stata respinta? Quale congiura si nasconde dietro? Fu forse vittima del fuoco amico? Il film si dipana su due piani temporali, trasportando lo spettatore avanti e indietro, tra le immagini della cruenta battaglia e quelle, sei lustri dopo, dell'indagine.
Sembra, insomma, un film di Eastwood, con gli eroi che l'America stenta a riconoscere e consacrare. Un tema su cui riflettere, come quello di un eroismo che, visto come sta andando il mondo ai giorni nostri, appare qualcosa di irreale.
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