«Benvenuti, voi gruppo di deprecabili e viziati mascalzoni dallo scarsissimo talento». Così si è aperta l'altra notte la 72a edizione dei Golden Globe con le presentatrici, Amy Poehler e Tina Fey (attrici comiche famose negli States cresciute al Saturday Night Live ), che all'Hilton di Beverly Hills in California hanno fatto da mattatrici per l'intera serata ormai considerata, più a torto che a ragione, l'anticamera degli Oscar (ne sa qualcosa Leonardo DiCaprio che ha vinto due Golden Globe come migliore attore - l'ultimo lo scorso anno con The Wolf of Wall Street di Scorsese - ma mai un Oscar). Così, se dopodomani conosceremo le candidature per le più importanti statuette che verranno poi assegnate il 22 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles, oggi possiamo solo fantasticare su una certa tendenza di giudizio proveniente dall'associazione della stampa estera accreditata a Hollywood che vota i Globi d'oro sia in campo cinematografico che televisivo. Nel primo caso ecco che un pugno di pellicole - Boyhood , Birdman , La teoria del tutto e Grand Budapest Hotel - si è spartito i premi più importanti mentre per il migliore film in lingua non inglese il russo Leviathan ha avuto la meglio sul polacco superfavorito (anche agli Oscar) Ida . Dunque lo straordinario film di Richard Linklater, Boyhood , che segue la crescita in tempo reale per 12 anni di un ragazzo dall'età di sei anni, si piazza in pole position anche per le future statuette. Al film, interpretato da Ellar Coltrane e Ethan Hawke, che Universal farà uscire nuovamente al cinema per l'occasione il 22 gennaio, sono andati i premi nelle categorie miglior film drammatico, regia e migliore attrice non protagonista (Patricia Arquette). Mentre Grand Budapest Hotel di Wes Anderson ha vinto come miglior commedia. La bizzarra divisione tra film drammatici e di commedia vede proseguire questa dicotomia anche per i premi agli attori con il riconoscimento a Julianne Moore per il ruolo superdrammatico di affetta da Alzheimer in Still Alice (visto al festival di Roma) e a Eddie Redmayne per la sua interpretazione dell'astrofisico Stephen Hawking in La teoria del tutto (premio anche alla colonna sonora) che esce dopodomani al cinema e di cui stasera è prevista l'anteprima in tre sale Bio, eccellente iniziativa che ogni settimana presenta film in edizione originale con sottotitoli in italiano, a Milano (Colosseo), Roma (Adriano) e Bologna (Capitol). Meritatissimo anche il Golden Globe a Michael Keaton nei perfetti panni di una star in declino (e chissà se non sarà Oscar visto che molti votanti dell'Academy si potrebbero immedesimare), in Birdman di Alejandro González Iñárritu, opera che ha aperto lo scorso festival di Venezia e che ha ottenuto anche il premio per la sceneggiatura. A chiudere la rosa dei migliori attori ecco Amy Adams per il film di Tim Burton Big Eyes e J.K. Simmons come non protagonista per Whiplash di Damien Chazelle.
Durante la serata non sono mancati gli accenni all'attualità con la coppia di conduttrici che è tornata sull'affaire del film Sony The Interview («Stasera celebriamo le serie tv che conosciamo ed amiamo insieme a tutti i film che andavano bene alla Corea del Nord») mentre George Clooney, premiato alla carriera, con la neosposa Amal Alamuddin è stato l'unico, insieme al cantantattore Jared Leto, a ricordare i fatti di Parigi pronunciando «Je Suis Charlie». Per quanto riguarda il piccolo schermo, molte sono state le sorprese come i due premi andati a The Affair , migliore serie drammatica e migliore attrice Ruth Wilson, o come la doppietta di Transparent sia nel genere comedy che per il ruolo da protagonista di Jeffrey Tambor. La particolarità è che quest'ultima serie è prodotta e distribuita in streaming da Amazon esattamente come House of Cards di Netflix che ha visto finalmente premiato come migliore attore, dopo una miriade di nomination, Kevin Spacey che ha così scherzato: «Questo è solo l'inizio della mia vendetta».
Mentre Billy Bob Thornton ha conquistato lo scettro di miglior attore per Fargo che ha vinto anche come miglior miniserie a dispetto della favorita True Detective . Perché anche ai premi, per fortuna, le sorprese a volte non mancano.
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