"Prima" di Calvino e Testori al Piccolo

Torna "M", debuttano "Il barone rampante" e l'inedito "Luchino"

"Prima" di Calvino e Testori al Piccolo

Può sembrare scontato che le produzioni teatrali nascano da libri. Eppure la stagione 2022-2023 del Piccolo Teatro di Milano, titolo La misura delle cose, Shakespeare e il rapporto con la realtà ritrovata dopo la pandemia, odora anche di letteratura in senso stretto. Ritorna M Il figlio del secolo che Massimo Popolizio ha tratto dal libro di Antonio Scurati (Bompiani) e che - tra acclamazioni e critiche - è stato uno dei punti di riferimento della scorsa stagione. Popolizio sarà alla regia e in scena con i suoi due Mussolini allo Strehler dal 28 settembre al 16 ottobre, ma non è l'unico esempio di opera teatrale nata da un libro che non voleva essere messo in scena.

Colpisce, per la sua prima volta, la produzione de Il barone rampante di Italo Calvino. La moglie dello scrittore si era sempre opposta a cedere i diritti per la trasposizione teatrale da I nostri antenati. Ha accettato la figlia e a gennaio al Teatro Grassi ecco le vicende di Cosimo Piovasco di Rondò, che il 15 giugno del 1767 decise di salire su un albero per poi saltare di ramo in ramo e guardare la vita dall'alto. Altri spettacoli si sono ispirati a lui, ma questa è la prima vera rappresentazione, affidata al regista Riccardo Frati, che ha già portato in scena Il Piccolo Principe e che definisce l'opera «un libro ricco di spunti, dalla relazione con l'autorità, complessa a ogni età, al rapporto con la natura». Avviene in un momento speciale, come introduzione al centenario della nascita di Calvino (1923- 1985).

Altro spettacolo, altro centenario. Questa volta si tratta di un inedito di un grande amico di Paolo Grassi, Giovanni Testori (1923-1993): Luchino, biografia di Visconti recentemente ritrovata, uscirà a ottobre per Feltrinelli. Pagine del testo saranno lette allo Strehler da Umberto Orsini, che ha recitato nell'Arialda di Testori con la regia di Visconti e in Ludwig. In Luchino Testori dichiara di conoscere Visconti «intus», «come credo sia avvenuto a pochi». Letteratura che intreccia la vita.

«Ritratto dell'artista da morto» è una produzione di Davide Carnevali, che è anche autore del romanzo Einaudi già in scena alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino. La prima italiana sarà al Teatro Studio Melato, poco prima del debutto francese di questa autobiografia, romanzo, giallo storico, denuncia delle dittature tra l'Italia del '41 e l'Argentina del '78, e poi ancora oltre.

A portare Carnevali in scena Michele Riondino. Se aggiungiamo il ritorno di Tony Servillo, scopriamo che il suo «Tre modi per non morire» è una lettura in tre tempi: lirici greci, Dante e Baudelaire. È «la misura delle cose».

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