Marta Calcagno Baldini
Se si parla di Christo bisogna includere anche la CVJ Corporation, ovvero la società creata 45 anni fa «con un amico avvocato di New York: è stata formata per costruire, vendere e ricomprare le mie opere. Per poi ancora rivenderle». Un punto importante, che l'artista bulgaro residente negli Stati Uniti sottolinea con convinzione ieri, durante la presentazione dell'esibizione Christo and Jeanne-Claude. Water Projects, a cura di Germano Celant al Museo Santa Giulia di Brescia fino al 18 settembre. Esordisce in conferenza con un brillante «mi alzo per vedervi. E risponderò alle vostre domande purché non siano di politica, di religione o chiedano pareri su altri artisti. Siate coraggiosi». E davanti alla questione posta da il Giornale, ovvero se il motivo per cui Christo auto-finanziasse tutte le sue opere fosse per restare del tutto indipendente da chiunque, l'artista si apre, e un fondo di politica, o meglio un odio verso l'ideologia, appare: «Io sono scappato dal marxismo: applico il capitalismo nei miei progetti. La CVJ Corporation è partita con sede a New York, ora ha diverse filiali in vari Paesi del mondo. Tutti quelli che vogliono una nostra opera». Continua ad usare il noi includendo romanticamente Jeanne-Claude (morta nel 2009) ancora nel suo lavoro, e parla con una naturalezza che non lascia dubbi: «nel mio Paese, la Bulgaria, nessuno compra, non vengo mai invitato e non faccio mai alcuna opera. Io vado dove il nostro lavoro è amato, e quindi acquistato».
Dopo Milano e Roma, la mostra a Brescia e l'installazione sul Lago d'Iseo sono l'ultima opera dell'artista bulgaro in un Paese che dice di conoscere: «tra il '58 e il '64 io e Jeanne-Claude vivevamo a Parigi, spesso eravamo in Italia». Un'intera parte della mostra al Santa Giulia è dedicata al Lago d'Iseo e The floating pires, il lavoro che ancora Christo sta ultimando e di cui si attende l'apertura per il prossimo 18 giugno: fino al 3 luglio chiunque potrà camminare, gratuitamente e senza biglietto, giorno e notte, sulla passerella galleggiante sull'acqua da Sulzano a Montisola, l'isola lacustre più alta d'Europa. Il progetto è stato realizzato anche grazie all'amicizia con Umberta Gnutti Giussalli Beretta, appassionata d'arte contemporanea e moglie di Franco Giussalli Beretta, della fabbrica d'armi omonima nonché proprietari dell'isola di San Paolo, davanti a Montisola, che originariamente ospitava un convento. Un investimento di 10 milioni di euro, che rientreranno grazie alla vendita di bozzetti preparatori: per realizzare i 3 km di camminamento da Sulzano a Montisola e per garantirne la sicurezza è necessaria una squadra di 500 persone: «noi lavoriamo con le banche. Non vogliamo rischiare di non pagare a fine mese i nostri lavoratori. Chiediamo prestiti, e remuneriamo tutti». Oltre alla sezione specifica sull'opera sul Lago d'Iseo, la mostra documenta più di 50 anni di lavoro della coppia Christo/Jeanne-Claude con oltre 150 opere tra studi, disegni e collage, più modelli in scala, fotografie, video e film.
In particolare si è scelto di analizzare una specifica parte del loro ampio lavoro: vengono infatti raccontate le diverse fasi di produzione degli interventi legati all'acqua. Quando hanno circondato, nel 1980-83, con più di 603mila metri quadrati di tessuto le Sorrounded Islands in Florida. O il grande plastico in cui si vede come nel 1985 hanno impacchettato il Point Neuf di Parigi. Il progetto The umbrellas, che ha visto piantare nel terreno ad Ibaraki in Giappone 1340 ombrelli blu alti ciascuno 6 metri. «Christo è il grande erede del paesaggismo dice in conferenza Massimo Minnnini, gallerista e nuovo presidente di Brescia Musei-. Unisce l'avanguardia e l'Impressionismo.
Brevità e tradizione danno il suo lavoro: ne resta solo un'idea, una memoria, della sua opera si fa esperienza e resterà nella memoria».«Christo e Jeanne-Claude. Water Projects», 7 aprile-18 settembre; Museo Santa Giulia, via Musei 81/b, Brescia.
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