Sembra l'incipit di una barzelletta. Ci sono un proprietario di un club situato in periferia, un agente immobiliare che sta fallendo e suo fratello, un muratore, un impiegato delle ferrovie e un autista. Sono i protagonisti di Comedians, il nuovo film di Gabriele Salvatores, girato a misura di Covid. Impossibile dirigere, nel 2020, quello in costume e in calendario. Ecco, allora, il piano B, pensando a luoghi limitati, meglio ancora ispirandosi a un testo teatrale che, per sua natura, non richiedesse grandi spazi dove girare. E cosa c'era di meglio che riproporre, anche su grande schermo, quel Comedians di Trevor Griffiths che Salvatores portò, nel 1985, al Teatro dell'Elfo di Milano? Così, a distanza di 35 anni, ecco ritornare la colta e piena di spunti riflessione sul ruolo della comicità stand-up, quella dove il comico si esibisce in piedi davanti al pubblico, rivolgendosi a lui. È il sogno nel cassetto dei sei «miserabili» che sperano, in una serata, di dare una svolta alla loro vita. Hanno partecipato al corso serale tenuto da Eddie Barni (Balasso), un artista dal passato brillante e, a 58 minuti dal debutto, si preparano in vari modi all'entrata in scena. A vederli verrà Bernardo Celli (De Sica) che offrirà al più bravo un contratto per il suo programma comico in prima serata televisiva. Un lasso di tempo in cui si (sor)ride poco, ma si discute su cosa sia il far ridere e come debba esprimersi il comico. Secondo Barni occorre stanare le paure e i pregiudizi, per cambiare le cose, aprendo gli occhi al pubblico. Di parere diverso è Celli (non è casuale che sia Christian De Sica a sostenere la tesi), che inneggia ad una comicità a misura di spettatore, leggera, accessibile. Non esiste una ragione o un torto. Sono due modi diversi di raccontare le cose e gli aspiranti decideranno di farsi influenzare o meno da ciò che sostengono i due guru.
Avere coraggio o essere compiacenti? Il tutto con una messinscena che esalta il valore di un cast in stato di grazia, anche se, paradossalmente, a mancare è proprio il sorriso. Per essere un film che parla di comicità, l'assenza di leggerezza finisce per appesantire e penalizzare il tutto.
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