Da alcuni giorni, tra le questioni più dibattute sui Social Network, Twitter in particolare, spopola #SelvaggiaNonMentire . Selvaggia è Selvaggia Lucarelli, giornalista e blogger. La menzogna starebbe in un messaggio di apprezzamento nei confronti di Francesco Sole, conduttore di Tú sí que vales e di recente autore di Stati d'animo su fogli di carta (Mondadori). Sole è arrivato alla prima serata di Canale 5 dopo una rapida ascesa sul Web iniziata nel 2013 col video L'amore ai tempi di whatsapp subito rilanciato, tra gli altri, proprio dalla Lucarelli. Anche l'agente Francesco Facchinetti, specializzato nello scovare talenti in Rete, rimase colpito al punto di arruolare Sole nella propria scuderia. Dov'è il problema? La Lucarelli avrebbe spacciato su Facebook un'operazione di marketing (il progetto «Francesco Sole») per un fenomeno spontaneo. Ecco la frase contestata: «Il successo di chi arriva dal web nasce alla luce del sole, senza ombre di spinte, raccomandazioni, esordi e padrini misteriosi». Secondo i detrattori, il post stesso sarebbe una «spinta», visto che anche la Lucarelli è cliente di Facchinetti, e il curriculum di Sole non sarebbe così limpido. Su Youtube parte dunque la campagna #SelvaggiaNonMentire - Distruggiamo Francesco Sole che diventa virale, contagiando tutti i Social. Internet contro tv, come titolava il sito de La Stampa ieri pomeriggio? In effetti, sì. I sostenitori di #SelvaggiaNonMentire temono che la Rete sia invasa dalla comunicazione truccata (a loro giudizio) tipica del piccolo schermo.
La Rete come regno della purezza e della autenticità viene contrapposta alla tv come regno dell'artificio e della raccomandazione. In questa visione manichea c'è il riflesso dell'infanzia della Rete: libertaria, fondata sulla (buona) reputazione e sulla condivisione spontanea dei contenuti. Ma è un riflesso degradato, sfociato nella consueta valanga di insulti, questa volta indirizzati alla Lucarelli, di cui si dà per scontata la cattiva fede, e contro Sole, «reo» di fare il suo mestiere. Immaginiamo non fosse questo l'intento, anche se dire: «distruggiamo Francesco Sole» non incoraggia a distinguere il fenomeno dalla persona. Un giorno qualcuno metterà regole al Web al fine di arginare le ondate di violenza verbale. Forse molti saranno d'accordo. Allora lo spirito anarchico della Rete sarà davvero in pericolo.
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