Eh, come siamo indietro, in tutta Europa. Un coraggioso giornalista inglese si è fatto un giro a Londra in gonna, come prescrive il nuovo manuale della moda fluida, unisex, con grande convenienza per le aziende, che abolirebbero subito ogni differenza al fine di ottimizzare la produzione e fare migliori economie di scala ma questo (forse) è un altro discorso. Scrive il Guardian: un conto è il cantante Harry Styles che va in gonna alle sfilate, un altro è uno qualsiasi che va in gonna al supermercato. Giusto. Molti passanti sono rimasti colpiti dalla bizzarria. Alcuni cittadini si sono messi a ridere mentre il collega si faceva un caffè con una minigonna rosa confetto, con coscia in esposizione. Attenzione, però. Non è il giornalista che fa ridere perché si è vestito come Barbie. È la nostra società piena di omofobia.
Il pittore David Hockney non vuole sentire ragioni: fuma come una ciminiera, i polmoni sono suoi, nessuno si deve permettere di insistere. Infatti gli organizzatori di una mostra a Cambridge non gli hanno detto nulla. Hockney, arrivando all'esposizione delle sue opere, ha notato una stranezza: la sigaretta che stringeva tra le dita è stata cancellata con Photoshop da tutte le immagini. Commento: «Per cose come questa mi sono ritirato a vivere da solo in Normandia, così fumo quanto e dove mi pare, lontano dai rompiscatole».
Allarme. Nei libri di latino, storia e letteratura, c'è una supremazia di uomini, per giunta bianchi. Inaccettabile. Il libro di testo più diffuso in Inghilterra è stato drasticamente raddrizzato. Il lettore apprende la lingua seguendo la storia di alcuni personaggi di invenzione. Nel primo volume, che è centrato su una odiosa famiglia patriarcale di Pompei, è stata inserita una figlia che si ribella a un matrimonio combinato con un uomo più vecchio. Un mercante greco-siriano, prima marginale, assume un ruolo da protagonista e cambia colore: diventa nero con pochi tocchi di matita. Una donna, Clara, si rivela una grande artista, per equilibrare la partita con i maschi Virgilio e Orazio (ma anche perché si ha in effetti notizia di pittrici nelle case romane). Riveduti e corretti anche gli schiavi, ora la storia è raccontata anche attraverso i loro occhi. Cancellata però una schiava che veniva insidiata dai soldati e dal padrone. Fatto che conferma l'impressione che non sia tanto in gioco la credibilità della storia ma la sua funzione educativa, politicamente corretta. Qua inoltre si sconfina nel bigotto. Le molestie servivano a ritrarre la terribile condizione delle schiave, eliminarle equivale a edulcorare i fatti.
Come si concilia un ritocco simile con la giusta enfasi che si pone sulle molestie e sugli assalti sessuali? Non è in contraddizione? Secondo i curatori, no. Gli studenti ormai sono ben sensibilizzati sul tema delle molestie, inutile la lascivia nel testo di studio.
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