Tentarlo era quasi impossibile, se ciò richiedeva una rinuncia alla schiettezza d'analisi. Anche per questo Jean-Paul Fitoussi ha avuto fortune ma pure qualche inciampo; specie con i politici, tanto d'Oltralpe quanto italiani, a partire da un'esperienza nel 2013 in cui fu sondato dai grillini per colmare il bisogno di «irrobustire» la piattaforma economica del M5S, «ancora scheletrica» sulla carta, come all'epoca definì la «Grillonomics» il quotidiano economico francese Les Echos. L'ex premier Giuseppe Conte non era ancora al comando, ma un certo legame è rimasto: «Sono addolorato, mercoledì siamo stati insieme per due ore a discutere nella sede del Movimento dell'attuale situazione economica, degli scenari geopolitici internazionali, delle molteplici diseguaglianze che si stanno moltiplicando e che rischiano di rompere la coesione delle nostre società. Avrebbe inaugurato lui il ciclo di lezioni magistrali che segnerà l'inizio delle attività della Scuola di formazione del Movimento 5 stelle», scrive Conte, usandolo quasi come un brand.
A piangere la dipartita dell'economista, il coro è bipartisan: leader, imprenditori e colleghi. Dal premier Mario Draghi: «Tristezza per la scomparsa di un grande amico dell'Italia, le cui brillanti, anticonformiste e mai banali analisi hanno accompagnato mezzo secolo di storia europea e contribuito a migliorare le politiche pubbliche dell'Ue e dei suoi Stati membri»; alle condoglianze del governo tutto. Piovono endorsement postumi (e talvolta forzati) alle sue tesi; nel 2012, ospite di Adriano Celentano, disse che in Europa non eravamo più in un regime democratico. «Un pilastro. Un amico. Al quale devo davvero tanto», scrive oggi su Twitter il segretario Pd Enrico Letta. Per il presidente della Luiss Vincenzo Boccia, «ci ha aiutato a guardare il mondo nelle sue complessità, a misurare ciò che conta, le sue idee saranno sempre parte di noi».
Marcello Messori e Romano Prodi, con Stefano Micossi, firmano invece sul sito del Sole 24 Ore il loro ricordo per Fitoussi. Parlano del suo «recente delizioso libretto dedicato all'uso delle parole in economia come veicolo di pregiudizi e premesse non dimostrate». Un'opera ricordata con una certa perfidia dai colleghi: «Libretto». Poi Prodi ricorda che con lui aveva «stabilito un confronto a fine mese».
Con commozione, Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, omaggia invece l'amico «di tante battaglie», a partire dall'investimento nell'Europa federale e solidale, sostegno a «misure espansive come motore per la crescita e strumento anti-disuguaglianze». Tra applausi e trasparenze, addio all'irresistibile Jean-Paul.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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