"È per il tuo bene", ottimo cast e puro disimpegno

Nella nuova commedia su Amazon Prime Video Giallini, Battiston e Salemme sono uno spassoso trio. Brave le spalle comiche al femminile. Un film leggero, che si dimentica in fretta

"È per il tuo bene", ottimo cast e puro disimpegno

Remake di un campione d'incassi spagnolo, "E' per il tuo bene", la commedia di Rolando Ravello uscita direttamente su Amazon Prime Video, ha come protagonisti tre padri, cognati tra loro, che vanno in crisi una volta scoperta l'identità dei fidanzati delle figlie.

I tre uomini, un avvocato molto in vista (Marco Giallini), un operaio con problemi di gestione della rabbia (Giuseppe Battiston) e un ligio poliziotto (Vincenzo Salemme), nutrono un amore egoistico nei confronti della propria progenie. A scatenare le rappresaglie paterne sono i seguenti concorrenti: una vegana di colore, uno sciupafemmine cinquantenne e un rapper dedito alla droga leggera (Biondo, cantante al suo esordio cinematografico). E' da queste figure che sono convinti di dover "salvare" le eredi. Per farlo escogiteranno i più biechi sotterfugi, incuranti di mettere in questo modo a repentaglio i propri matrimoni.

Tre pseudo-episodi con protagonisti tre microcosmi familiari in cui il gentil sesso o fa da spalla comica, come nel caso delle mogli (Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi e Valentina Lodovini) o da mera scintilla narrativa come in quello delle figlie (Matilde Gioli, Alice Ferri e Eleonora Trezza). Il focus è del resto sulla crisi del maschio, le cui certezze non sono più tali in un mondo dai costumi in continuo divenire e in cui il femminile, oramai emancipato, rivendica all'occorrenza di poter fare da solo.

L'inadeguatezza di questi padri dal perbenismo ipocrita e dalla mancata autorevolezza, si esprime in atteggiamenti iperprotettivi non nei confronti delle figlie ma, in realtà, del proprio status quo. Sono uomini in cortocircuito emotivo, che ingaggiano una battaglia contro il cambiamento che prima è bonaria, poi ossessiva, infine cinica. Pensano di essere messi a dura prova dalle scelte affettive delle loro "bambine", ignorando che lo saranno ancora di più dalle conseguenze dei loro sconsiderati gesti.

Il gioco è far sorridere degli infantilismi e delle debolezze di figure adulte che vengono tenute a bada dalle mogli come fossero figli maschi anziché mariti.

"E' per il tuo bene" è un racconto corale d'ambientazione borghese che occhieggia in parte alle commedie degli equivoci tipiche d'oltralpe e in parte alla nostra amata tradizione, senza rendere giustizia a nessuno di questi modelli. Non si va, infatti, oltre una leggerezza banale e priva di ambizioni. Si ridacchia in alcuni sketch, l'alchimia tra le diverse comicità di un così valido cast è innegabile, ma a lasciare a desiderare, come spesso capita nei recenti film italiani, è la trama. I temi di un certo spessore non mancano (scontro generazionale, integrazione razziale, omosessualità), ma restano appena sfiorati: la messa in scena predilige una serie di situazioni paradossali in cui a farla da padrone è l'iperbole rocambolesca.

Un'ora e mezza senza pensieri e intervallata da episodiche risate, ma se non fosse per i nomi sul cartellone (e per la polemica su quelli femminili inizialmente mancanti), di "E' per il tuo bene" si parlerebbe molto di meno.

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