Sembra l’eterno Peter Pan, Enrico Papi. Il compagno di classe che non sta mai fermo, ma il suo umorismo è quello che rende la giornata diversa. È qualcuno che percepisci familiare, che elimina la distanza che la tv crea. Papi è tornato a Mediaset con “Scherzi a parte” e dopo aver portato all’esasperazione Orietta Berti, Al Bano, Mario Giordano, la prossima puntata sarà il turno del giornalista Nicola Porro, di Paola Di Benedetto, Antonio Zequila, Clemente Russo e Gianluca Scintilla, oltre che di Elisabetta Gregoraci. Proprio mentre sta dando gli ultimi ritocchi alla trasmissione, ci racconta cosa sta succedendo nella sua vita e nel suo lavoro.
Come fa ad avere sempre questo spirito goliardico da adolescente, lo sa che mi ricorda un po’ il Marchese del Grillo?
“Sono proprio così di natura, non pongo filtri alla conduzione perché questa è la mia personalità. Dico sempre che sono uno del popolo, un vero telespettatore, e quando presento il programma, cerco sempre di mettermi dall’altra parte del teleschermo”.
Questo suo spirito quanto lo ha aiutato, o al contrario danneggiato, nella vita?
“Quando andavo a scuola sicuramente non mi aiutava. Ero sempre all’ultimo banco, e il mio voto in condotta era terribile. Oggi, nella vita privata, cerco di trasferire questo aspetto ai miei figli (è padre di Rebecca, 20 anni, e Iacopo 13, ndr) per regalare loro ottimismo, e cercare di far vedere sempre il lato positivo delle cose. Sono rimasto pazzo allo stesso modo, ma ora in più cerco di essere anche positivo e regalare sempre un sorriso. Alla fine secondo me, nella vita e nella nostra professione, più si è se stessi meglio è. Se interpreti un ruolo, o vesti panni che non sono tuoi, rischi di attirare critiche che spesso neanche meriti”.
Rimanendo su questo tema, nel suo lavoro non si perdonano i successi o gli insuccessi?
“In realtà non ti perdonano mai i successi, ma questo in generale non solo nel mondo dello spettacolo. L’insuccesso al contrario è sempre condiviso. Forse sono controcorrente, ma amo molto i buoni risultati dei miei colleghi. Mi diverte, perché penso che una persona di successo può regalarti quella possibilità che ti serve. Quando condividi un ambiente con altre persone, è sempre meglio farlo con quelle di successo che sono appagate, piuttosto che con quelle arrabbiate o frustrate. Nel nostro mondo invece, non è sempre così”.
Se lo aspettava questo grande successo di “Scherzi a parte” con la sua conduzione?
“Ci abbiamo lavorato per tanto, ma a essere sincero non me lo aspettavo. Ne parlavo proprio l’altro giorno, aver accettato questa conduzione è stato per me un grosso rischio. Ero arrivato ad un punto nell’altra emittente, dove stavo molto bene e avevo grande protezione. Invece mi sono rimesso in gioco, con un programma storico che poteva andare bene, come è stato, ma anche male. Secondo me il pubblico a casa ha compreso questo mio fare nuovamente gavetta, e mi ha premiato”.
Che effetto le ha fatto rientrare a Mediaset dopo tanti anni? Ha provato un po’ di spirito di rivalsa?
“Lo dico onestamente, per me è stato come ritornare nella mia seconda casa. Essere ripartito da dove ero rimasto. Ritengo Mediaset un’azienda dalle enormi potenzialità e con una grande forza, che spero di poter guidare. Ha bisogno di programmi che riuniscano la famiglia e regalino allegria, leggerezza e momenti spensierati. Secondo me quando sono stato chiamato per tornare, credo che lo abbiano fatto proprio perché vedono in me la genuinità di una persona del pubblico”.
Quale dei tanti scherzi che sono stati mandati in onda l'ha divertito di più?
“Ce ne sono tanti. Sicuramente quello di Mario Giordano, a cui abbiamo fatto occupare la casa dai rom. Poi c’è stato quello di Al Bano che, per niente tecnologico, ha avuto a che fare con un’assistente digitale che lo ha fatto impazzire. Era uno scherzo organizzato nei minimi particolari, con la complicità della figlia. Quello mi ha fatto davvero molto ridere”.
E Giletti che alla fine dello scherzo non voleva rilasciarvi la liberatoria?
“Poi però lo ha fatto. Credo che fosse molto scosso in quel momento, e mi sono anche messo dalla sua parte. Lo abbiamo fatto accusare del furto di un oggetto di grande valore, lo abbiamo messo in macchina con quello che lo aveva commesso e che poi si è poi incontrato con un ricettatore. Si è trovato da solo, stanco, e in una situazione surreale, quindi il suo nervosismo era anche comprensibile. Però il pubblico si è molto divertito. Lui forse meno. A proposito di questo, la cosa importante di questa edizione, che spero traspaia, è che il divertimento e la risata sono sempre fini a se stessi. Secondo me le candid devono avere questo spirito, e Scherzi a Parte le ha riportate in questa direzione”.
In questa edizione gli scherzi sono davvero divertenti, ma anche molto perfidi.
Ha partecipato anche lei all’ideazione?“Per alcuni sì, anche se abbiamo un gruppo autorale fortissimo. Io mi diverto molto con quello fatto in diretta, che gestisco totalmente, ma la realtà è che abbiamo una squadra meravigliosa”.
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