Il film del weekend: "Kung Fu Panda 3"

Una godibilissima e divertente avventura formativa. Gli animali antropomorfi protagonisti hanno in serbo lezioni di vita utili per tutte le età

Il film del weekend: "Kung Fu Panda 3"

Dopo cinque lunghi anni di attesa, esce al cinema una nuova avventura del panda Po. "Kung Fu Panda 3" si avvale di un comparto tecnico spettacolare, ha una sceneggiatura piacevole ma soprattutto racchiude alcune lezioni di vita destinate sia ai bambini sia ai loro accompagnatori. Alla regia di quest'opera targata DreamWorks, in coppia con Jennifer Yu Nelson compare stavolta anche un italiano, Alessandro Carloni, mentre come produttore esecutivo figura ancora Benicio del Toro e alla colonna sonora è confermato il grandissimo Hans Zimmer. La cura dei dettagli è spasmodica e lo spettacolo visivo assicurato, mentre azione e umorismo danno ritmo ai 95 minuti di durata di una pellicola che è un piccolo toccasana per tutte le età. Non occorre aver visto i film precedenti per godere dei piccoli doni che questo nuovo ha in serbo per lo spettatore. Basti sapere che Po è un panda incredibilmente abile nell’arte del kung fu, tanto da essere conosciuto con l’epiteto di Guerriero Dragone. Vive proteggendo la Valle della Pace dai nemici grazie all’aiuto dei Cinque Cicloni: Tigre, Mantide, Gru, Vipera e Scimmia. Nel terzo capitolo della saga la tranquillità del luogo è minacciata da un terribile guerriero fuggito dal regno degli spiriti, Kai, che sta sconfiggendo tutti i maestri di kung fu e, impossessatosi della loro forza vitale, intende usarla per sottomettere il mondo. L'unica speranza di salvezza per l'umanità è Po, il quale, nel frattempo, è stato incaricato di insegnare l’arte marziale al posto del maestro Shifu, ha scoperto che i panda non sono estinti ma vivono in un remoto villaggio della Cina, e, soprattutto, si è potuto riunire con il suo padre biologico, Guillermo.

La peculiarità di " Kung Fu Panda 3" è la leggerezza con la quale affronta temi complessi, di tipo perfino filosofico e religioso, rendendoli accessibili e di facile comprensione. Il celebre "conosci te stesso" è qui declinato in corollari in grado di aiutare a far fiorire la natura profonda e le attitudini di cui ognuno, anche il più pigro, insicuro e maldestro degli individui è dotato dalla nascita. E' questa, del resto, l'arte dell'insegnamento, come imparerà Po, all'inizio inadeguato nelle vesti di maestro di kung fu ma, nel finale, autentica levatrice di talenti. L'invito a fare di più, a diventare la migliore versione possibile di sé, la riscoperta delle proprie radici, l'importanza di avere fiducia e di unire le forze a quelle dei propri simili sono solo alcuni dei potenti input interiori rilasciati da questo film "per bambini".

Sempre più spesso, in tempi recenti, è possibile ravvisare, nei titoli destinati all'infanzia, contenuti propedeutici ad affrontare problematiche non ancora estirpate in età matura. Le insicurezze di Po, la sua riluttanza a sentirsi all'altezza di quanto chiamato a realizzare, sono cose che conosciamo e che spesso non ci abbandonano una volta terminato lo sviluppo fisico, perché la nostra personalità è qualcosa in continua crescita e in perenne divenire. In questo senso, per liberare le parti rimaste intrappolate in stati di sviluppo inferiori, queste pellicole fanno bene anche agli adulti, perché rammentano lezioni interiorizzate male o andate perdute durante il cammino ma che sono fondamentali nella formazione della propria identità e nel difficile processo dell'imparare a padroneggiare se stessi. Nel caso specifico, "Kung Fu Panda" è una saga che accenna ai benefici derivanti dall'equilibrio tra mente, anima e corpo.

Naturalmente, tanta profondità è ben nascosta sotto una girandola di colori e battute atte a divertire i più piccoli.

Di famiglie arcobaleno e step-adoption nella trama non c'è traccia: la polemica attorno al film è stata montata ad arte e in maniera strumentale da certi media.

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