Il film del weekend: "La Torre Nera"

Non c'è quasi traccia dell'epopea letteraria di King in quello che è un film per ragazzi, godibile ma trascurabile, che mischia blandamente elementi fantasy, horror e western

Il film del weekend: "La Torre Nera"

Adattare cinematograficamente una delle opere letterarie più complesse di Stephen King, "La Torre Nera", composta di otto libri, era un progetto più folle che ambizioso. Ha richiesto anni per essere portato a termine ma, nonostante la lunga gestazione, il risultato non è dei migliori: non solo la delusione dei lettori del testo originario sarà inevitabile ma anche il pubblico a digiuno del cartaceo si troverà alle prese con un film smaccatamente commerciale, dimenticabile in una manciata di ore.

"La Torre Nera" è una pellicola che rilegge la saga fantasy - western - sci-fi di King per sommi capi, riprendendone solo alcuni personaggi e situazioni. La semplificazione è totale e mortificante: non poteva essere altrimenti racchiudendo un universo narrativo di ben 4000 pagine in 95 minuti di girato.
L’undicenne newyorkese Jake Chambers (Tom Taylor) è tormentato da visioni inquietanti che hanno per protagonisti un pistolero (Idris Elba), una misteriosa torre e un uomo vestito di nero (Matthew McConaughey). Scoprirà che esistono davvero quando si troverà catapultato in un universo parallelo, il Medio-Mondo.
La classica storia di un ragazzino in grado di salvare il mondo grazie al suo essere speciale è proposta senza alcun mordente e con poche spiegazioni.
"La Torre Nera" in versione cinematografica ha un target meno adulto rispetto a quello dei romanzi. Punta al pubblico dei ragazzi ma sbaglia epoca perché sembra rivolgersi a quelli degli anni 80. Presentandosi con un minutaggio breve e con un assemblaggio di contenuti edulcorati e poco approfonditi, le possibilità di soddisfare appieno le esigenze degli attuali teenagers sono minime. Il film riesce nel mero intento di intrattenere ma non sa conquistare. Privo di fascino ed epicità, propone personaggi stereotipati, dalle caratterizzazioni minimali e dai dialoghi poco ispirati. L'uomo nero, poi, è una specie di cartonato: non ha un background e McConaughey lo interpreta col pilota automatico.


Nel calderone vengono gettati alla rinfusa lutti, mostri e scontri alla Matrix, senza per questo suscitare commozione, spavento o entusiasmo perché ogni coinvolgimento è smorzato dalla prevedibilità e dall'assenza di mistero.
Il progetto di inaugurare, con "La Torre Nera", una nuova saga cinematografica (e forse televisiva) è assai probabile che finisca qua.

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