Fin troppo facile fare ironia sul dirigibile di Santoro che si è andato a schiantare contro la freddezza del pubblico come il dirigibile di Umberto Nobile che si schiantò sui giacchi artici nel 1928 e a cui il giornalista medesimo ha dedicato il titolo della trasmissione, Italia, appunto. Giovedì sera, su Raidue, la seconda puntata del nuovo ciclo di programmi con cui Michele è tornato in Rai dopo la parentesi a La7, ha imbarcato solo 992.000 spettatori, con un misero 4,16 per cento di share. Pochissimo per un maestro come lui, poco per la media di rete, niente in confronto ai gloriosi ascolti delle sue stagioni d'oro sulla seconda rete.
Poco anche in confronto al suo antico allievo, Corrado Formigli, che, alla stessa ora, su La7 (dove peraltro negli ultimi anni era andato in onda Santoro stesso) collezionava il 5,4 per cento di share e un milione di spettatori. Poco pure in confronto alla puntata precedente di Italia, quando, il 6 ottobre, aveva realizzato un ben più dignitoso 8 per cento. Non è servito dunque il reportage di Francesca Fagnani sulle periferie romane a scaldare il pubblico né tanto meno il verbo dell'intellighenzia di sinistra più a cara al «santorismo», da Gad Lerner a Roberto Saviano, che ormai passa indifferentemente dai salotti chic a quelli pop della De Filippi. Insomma, un rifiuto del tema scelto (forse perché gli italiani hanno fatto il pieno di notizie brutte), un rifiuto del tipo di trasmissione pensato dal giornalista per allontanarsi dallo schema ormai vecchio del talk show e basato prevalentemente sulle immagini e sul reportage, ma anche un rifiuto del circolo dei «più bravi» che da una trentina d'anni pontifica sulle televisioni di Stato.
Certo, nessuno si immagina che, dopo un solo risultato negativo, Santoro debba ritirarsi in pensione: resta un grande maestro di giornalismo che ha ancora molte cose da insegnare ai colleghi più giovani e da dire agli italiani, però sia lui sia i vertici Rai dovranno riflettere su questo risultato.
Soprattutto in vista del ben più ampio progetto che il giornalista sta studiando per il futuro e che, secondo indiscrezioni, riguarderebbe anche Raitre, rete che ha chiamato in soccorso Michele dopo il fallimento di Politics, il talk condotto da Semprini. Progetti di trasmissioni basati su reportage e grande lavoro di immagini che dovrebbero avere come embrione queste due prime puntate di Italia. Insomma c'è molto da riflettere...
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