"Fu una bestemmia esibirsi dopo la morte di Luigi Tenco"

Parla la cantante che vinse nel 1967: "Nessun collega di quella gara andò ai suoi funerali"

"Fu una bestemmia esibirsi dopo la morte di Luigi Tenco"

Iva c'era e se lo ricorda benissimo. Ieri Tiziano Ferro ha aperto il Festival di Sanremo cantando un brano di Tenco e Iva Zanicchi era al Festival proprio nel 1967, quando Tenco si suicidò. Quell'anno lei vinse in coppia con Claudio Villa e con la morte nel cuore. "La sera della sua esibizione tutti dicevamo che, beh, forse non meritava l'esclusione. Poi al mattino, quando mi sono svegliata, sentivo tutti dire è morto, è morto. Ero in un altro albergo, ma in tutta Sanremo si era sparso il panico". Iva Zanicchi ha sempre il sorriso sulle labbra ma stavolta parla lenta e pensierosa: "Io ho subito chiamato mia mamma a Imperia. Le ho detto che sarei passata a prenderla per tornare a casa perché pensavo proprio sospendessero tutto. Poi sono scesa nella hall, c'erano Claudio Villa, gli organizzatori e altri big: si decise che lo show doveva continuare".

E quella sera, cara Iva, lei vinse.

"Ma avevo una faccia... Nei camerini continuavo a piangere e Renata Mauro, che allora conduceva con Mike, mi disse che una disperazione come la mia non l'aveva mai vista. Ora posso dire una cosa che non ho mai detto prima".

Prego.

"Mi è sembrata una bestemmia cantare al Festival con il cadavere di Tenco ancora caldo. Per di più, nessuno dei cantanti in gara ha poi partecipato ai funerali. A me, dopo qualche mese, un settimanale chiese di farmi fotografare sulla sua tomba, come a dire la vincitrice rende omaggio all'eroe morto. Ma dissi di no in un secondo".

Crede anche lei alle ipotesi di omicidio?

"No, non credo alle dietrologie. L'altra sera a Porta a Porta ho visto di nuovo dopo tanti anni le immagini tv di quella serata che si credevano perse. Che emozione. Ricordo che sul palco Tenco aveva qualcosa di strano, non cantava bene, fissava un punto fisso nel vuoto, sembrava agitato. Intorno a me dicevano: Magari avrà bevuto un paio di whisky di troppo...".

Poi fu eliminato.

"Nel retropalco mi sono scontrata con lui, spalla contro spalla. Ripensandoci, ho avuto incubi per anni. Mi sono detta dispiaciuta per la sua eliminazione. Ma lui mi ha dato una spinta e se ne è andato di corsa. Poche ore dopo era morto".

Lei vinse anche nel 1969 con Bobby Solo.

"L'anno della Zingara. Avevo capito che era la canzone favorita già alle prove quando mi applaudivano anche i discografici concorrenti. Vinsi anche nel 1974 e quella volta ero da sola. Ero reduce da una tournée teatrale di sei mesi con Walter Chiari e i giornali davano vincenti Modugno oppure Milva, che aveva un brano secondo me abbastanza orrendo. Invece toccò a me con Ciao cara come stai?".

È la donna che ha vinto più Festival di Sanremo.

"Diciamo che al Salone delle Feste ho sempre trionfato e all'Ariston non mi è andata altrettanto bene".

Si riferisce al 2009 con Ti voglio senza amore?

"La più grande delusione della mia vita. Avevo cantato quella canzone con sincerità, ma ho subito un attacco così becero e così violento che non lo dimenticherò mai. Forse volutamente, ero stata messa in scaletta dopo Roberto Benigni che attaccò Berlusconi e me. Quando entrai in scena, sentii il gelo".

E dopo?

"Benigni mi ha telefonato e ha chiesto scusa a me e alla mia famiglia, ma il danno era fatto. Ho ricevuto tanta solidarietà dai miei colleghi ma zero dai politici, forse perché al momento ero europarlamentare. Anzi no, un politico mi scrisse".

Chi?

"Francesco Cossiga, che non conoscevo neppure. Una lettera di solidarietà meravigliosa".

E ora?

"Fino a 15 anni fa avrei anche potuto presentarlo, il Festival. Ora no. Ma per i 50 anni di Zingara voglio esserci. Mi diano una corona da morto oppure ciò che vogliono, ma devo essere al Festival!".

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