Intervistata dal Fatto quotidiano, Gianna Nannini si è raccontata a tutto tondo, partendo dal rapporto complicato con il padre. Racconta la rocker: "Mi convocò per un discorso serio. Vieni che devo spiegarti qualcosa. Papà era gelosissimo e comprensibilmente preoccupato. Temeva facessi un po' la troia e con un fidanzato a Camaiore, un altro a Pietrasanta e un altro qui, a Viareggio, un po' troia in effetti ero. Aveva portato delle immaginette, dei disegnini: Guarda che se trombi, qualcosa poi succede. Era terrorizzato all'idea che rimanessi incinta e voleva avvertirmi in tempo. Io non ero a disagio e quel discorso in fondo mi piaceva".
La cantante racconta anche del futuro che i genitori avevanoscelto per lei, decidendo di tenerla impegnata nella storica pasticceria di famiglia, ma lei sognava già di fare la cantante, anche se a soli 7 anni fu mandata via da un coro, perché stonata: "Mi sembrò un' ingiustizia perché già a quell'età mi sembrava di dar corpo al coro, di avere una grana, un timbro, una voce che si sollevava rispetto alle altre".
La giovane Gianna sognava gli Stati Uniti e quindi si impegnò oer farcela da sola: "Mi misi d'impegno a imparare un mestiere. Se fare i ricciarelli in azienda mi avrebbe portato fuori da lì, ero disposta al compromesso. Così ho iniziato, spaccando le uova nell'impasto. Anche 350 di seguito. Persi due dita mentre sperimentavo una nuova ricetta. Con lo choc e il dolore, la voce divenne più roca".
Poi il trasferimento a Milano: "I miei non la presero bene. Papà mi amava e soffrì. Per quasi due anni non ci parlammo. Sapevo che dovevo farcela da sola". Poi l'incontro con Mario Zanoletti, il direttore artistico della Fonit Cetra, che le consigliò un'altra direzione: "Cercati un lavoro, ma dimenticati di cantare", e la svolta con Claudio Fabi e Mara Maionchi, che la indirizzano verso il rock.
"Le tappe del successo le paghi tutte. Hai successo, gli altri ti vogliono ammazzare e il tuo compito è saperlo, accettarlo e provare a sopravvivere. Comunque ho ricordi confusi di quel periodo perché, all'epoca, all'eccezionale esperienza artistica affiancavo un momento personale complicato.", racconta Gianna Nannini, "Ero nel caos. Avevo un problema di scissione mentale e mi sembrava di non sapere chi fossi davvero. In un certo senso penso di essere nata nel 1983. Dopo quel disco. Dopo essere andata completamente di fuori e aver rischiato di non tornare più indietro. Conducevo una vita ribaltata e al ribaltamento definitivo forse contribuì Sogno di una notte di estate di Gabriele Salvatores. Interpretavo Titania. Per due mesi lavorai di notte e andai a dormire alle dieci di mattina".
Infine il passato più recente, con le critiche per la gravidanza, a 54 anni: "In Italia, intorno alla mia gravidanza,
l'aria è stata ostile. I religiosi si sono impegnati a rompere i coglioni e le critiche mi hanno fatto male perché mi è parso che ci fosse una totale mancanza di rispetto. Mi entravano in pancia, quelle critiche".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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