Gordon: "Il web è business, il migliore investimento per se stessi"

Yuri Sterrore ha fatto di necessità virtù con il web. In un periodo difficile della sua vita ha deciso di trasformarsi in Gordon, una maschera simpatica, irriverente che racconta le vicissitudini del mondo femminile

Gordon: "Il web è business, il migliore investimento per se stessi"

Lasciare l'Università per reinventarsi totalmente. Yuri Sterrore si è ritrovato a fare di necessità virtù giovanissimo e allearsi con il web per far nascere la sua maschera più famosa e riuscita: Gordon. Con la parrucca in testa Gordon si immerge con disinvoltura nel mondo femminile, raccontandone tic, gossip e tutti i segreti. Ma Yuri è prima di tutto un imprenditore che ha investito su se stesso, senza farsi mancare nulla, compresa la radio. “Club delle sottone” è l'appuntamento settimanale su Rds Next dalle 13 alle 14.

Dopo il diploma ti iscrivi all’università in Economia Bancaria, ma abbandoni tutto. Cos'è successo?

“Sono arrivato al quarto e primo anno fuori corso e mi accorgo che non è la mia strada per tanti motivi, troppo poco stimolante e soprattutto lo facevo per i miei genitori, anche se mi piaceva l'idea di fare il brocker finanziario, un po' come il personaggio di Gordon Gekko interpretato da Michael Douglas in 'Wall Street'. Ma mi sono accorto che la scalata era troppo lunga e avevo troppa fame a 23 anni”.

Quindi cosa decidi di fare dopo?

“Non sono mai stato con le mani in mano. Ho fatto il cameriere, dog-sitter, l'assicuratore, il pizza-man vestito da fetta di margherita. In realtà non avevo esigenza di essere indipendente quanto il fatto di dover contribuire al bilancio familiare. Per questo mi sono messo a lavorare anche perché i miei mi avevano fatto capire che non potevo starmene a casa senza fare nulla. Nel cambiare tanti lavori quando arrivavo fino a un certo livello massimo per quanto riguarda i risultati, poi mi annoiavo e cambiavo. Avevo bisogno sempre di stimoli nuovi”.

Il tuo rapporto con Youtube nasce a soli 18 anni, ma poi chiudi il canale. Come mai?

“A 18 anni mi sono messo a leggere libri su come fare impresa su Youtube. L'ho chiuso perché era un'altra epoca, avevo un atteggiamento diverso, avevo la fidanzata che era molto metodica che pensava allo studio e mi voleva coinvolgere in tutto questo, per lei era una perdita di tempo stare su Youtube. D'un tratto però mi sono trovato col culo per terra, senza lavoro, senza prospettiva e senza qualcosa da inseguire. Così è arrivata l'idea di Internet perché avendo pochi amici e non tante conoscenze, il Web era uno spazio dove avrei potuto esprimermi. Allora come prima cosa mi attivo su Facebook, che all'epoca aiutava molto i creator e li spingeva un botto. Ho usato le mie conoscenze economiche per fare un po' di studio di settore. Facebook era più forte di Youtube perché i commenti sono immediati e la condivisione è diretta, c'è la possibilità di taggare le persone e quindi anche se un utente apre il video e non lo vede tutto, quantomeno per qualche secondo riesce a vedere le prime immagini e a farsi un'idea”.

Perché dici che avevi pochi amici?

“Ero molto timido, introverso, non mi esprimevo, forse dipende anche dal fatto di aver fatto una scuola privata. Volevo solo diplomarmi e andare fuori dalle balle. Ero fidanzatissimo e vivevo tra basket e scuola. Non ho mai avuto quel gruppone di amici che ti porti dietro negli anni e soprattutto anche lavorando molto, ad esempio facendo il cameriere, non avevo praticamente vita sociale”.

Quando hai superato tutti i tuoi limiti?

“A un anno dalla nascita di Gordon, mi sono reso conto di cosa stavo combinando, a credere di più in me stesso, lavorare sul Web per me è stata una terapia. Quando sono passato a Youtube mi sono reso conto che era una piattaforma (almeno sul versante italiano) sfaccettata e diversa rispetto allo scenario americano. In Usa ci sono tantissimi fenomeni giovanissimi che fanno la scalata e guadagnano milioni di dollari. Qui le cose sono diverse. Mi sono concentrato sul target femminile, coetanee e lì ho cominciato a sviluppare Gordon con il gossip, i consigli sull'abbigliamento, le rivalità e le gelosie, i selfie, la mimica e la gestualità”.

Scrivi tutto da solo?

“Il miglior consiglio te lo dà il pubblico, disse il mio professore di Economia Bancaria. Mi sono subito chiesto 'perché devo sbattermi a scrivere video, quando in Italia è difficilissimo far ridere. Ogni volta ti fanno a pezzi'. Così ho sfruttato il consiglio del mio professore, avevo una pagina di 100mila fan e ho iniziato a fare una serie di domande alle ragazze che mi seguivano. La risposta è stata esagerata, mi sono segnato tutto e con naturalezza mi sono messo la parrucca per impersonare proprio il prototipo di donna, era il risultato evidente delle risposte a quelle domande”.

Hai ricevuto molti insulti quando è nato Gordon?

“È assurdo come ancora nel 2020 ci siano insulti omofobi o di altro tipo. All'inizio mi hanno attaccato, però pensavo che sarebbero stati molti di più gli insulti. Poi ho visto che sulla mia pagina i fan facevano a pezzi i detrattori. In discoteca, quando andavo a fare serate, capitava che mi insultassero anche pesantemente. So difendermi abbastanza bene e evito sempre la violenza. Hanno provato ad istigarmi, insultando ogni genere possibile e immaginabile di parentela, ma sono tranquillo e molto più intelligente di chi prova a provocarmi. So benissimo che se dovessi reagire, il video andrebbe sul Web e mi si ritorcerebbe contro, pur avendo le mie ragioni”.

Hai dichiarato “Senza internet saremmo disoccupati, dipendenti a vita dai nostri genitori. Io lavoro 20 ore al giorno, devo sempre stare on line, anche ad agosto, altrimenti non esisto”...

“Tutto verissimo. La nuova generazione è online, basti pensare alla musica. Non si vendono più dischi e tutti ascoltano musica in streaming. Poi ci si chiede come mai nel cast di Sanremo ci sono quattro rapper! Per forza perché lo streaming è dominato dai ragazzini che ascoltano il rap. La Pausini se non fosse la Pausini probabilmente non sarebbe nelle classifiche di Spotify Italia, dove peraltro dominano Salmo, la crew Machete e Thasupreme. Ormai è tutto digitalizzato. Lo stesso vale per Gordon, devo essere tangibile, essere presente per il mio pubblico, non sei inarrivabile come con la tv. È cambiato proprio il modo di comunicazione, in questo senso Internet dà le stesse possibilità che dava la radio il contatto diretto con il pubblico. Internet è un business, l'investimento migliore per stessi perché è meritocratico”.

Tra i tuoi tanti video c'è “Uomo vs Dolori del parto”, come ti è venuta questa idea?

“Ho preso spunto dal mio ultimo romanzo 'Tu che mi capisci'. Ho voluto raccontare, con un format, una giornata intera di una donna incinta, interpretato da me ovviamente. Con un macchinario abbiamo simulato il parto (si riesce a ricreare la stessa situazione al 90%) volevo mettermi in gioco... È stata una esperienza pazzesca, dolorosissima”.

Hai messo in mezzo anche tua madre nei tuoi video, perché?

“Mamma l'ho tenuta nascosta per un annetto, nel frattempo creavo hype, come si dice oggi, intorno a lei. Mi sono chiesto se mia madre potesse funzionare su Internet, ci sono altri Youtuber che interpretano le mamme ma come personaggio. Quindi l'ho coinvolta ed è successo il finimondo. Tutti pazzi di lei! Perché questa risposta immediata e positiva? Perché semplicemente mia madre, davanti allo schermo, fa mia madre. Ormai è la mamma di tutti (ride, ndr)”.

A che punto è l'azienda Gordon?

“Sono in una fase della mia vita in cui mi ho deciso di frenarmi un pochino. Sono stato sempre a mille e non riuscivo a godermi il successo, i numeri e quello che mi stava accadendo. L'anno scorso mi sono detto 'frena, calma e adesso pianifica il tuo futuro'. Prima volevo far vedere che esistevo e metterla in quel posto a tutti quelli che non credevano in me. Sono manager di me stesso, ho una agenzia che mi aiuta con i lavori, ma con loro ho stretto un patto: la parte artistica deve essere mia, perché io so come funziona Gordon, cosa mi piace e quello che mi diverte”.

Nel tuo primo libro “Il sogno che non avevo”, racconti della tua depressione e della tua ansia. Come sei riuscito a superare tutto?

“Quando ero in quella situazione, leggevo un sacco di storie di sportivi e grandi imprenditori, filantropi e tutti dicevano 'da quando ho creduto in me stesso, ho creduto alla mia vita, tutto si è risolto'. E io tra me e me dicevo 'certo, facile, voi avete soldi e fama'. Insomma trovavo sempre una scusa, fino a quando mi sono ritrovato senza amici, senza fidanzata, non potevo fare basket... Nel mio piccolo volevo tentare il riscatto con la carta del web. Nonostante avessi contro tutti, in generale mi dicevano che ero troppo grande per fare certe cose su Internet, con costanza e perseveranza non ho mai mollato, fino a quando Gordon è esploso.Quello che voglio dire è semplicemente che non ti aiuta nessuno, a parte gli specialisti vari, la forza per reagire la troviamo solo dentro di noi. E ve lo dice uno che viveva a Cascina Gobba e aveva 24 anni”.

Ricordi il momento esatto del tuo riscatto?

“Certo e quel giorno mi ha salvato la vita. Ho notato che ho bisogno dell'autodistruzione per migliorarmi. Ho bisogno continuamente di stimoli e mi metto da solo in difficoltà. Alla lunga se mi va tutto bene, mi annoio talmente che ho bisogno di una forte scossa di adrenalina. In fondo sono ipersensibile e mi proteggo con la maschera di Gordon”.

Quale aspetto del tuo carattere non mostri agli altri e proteggi gelosamente?

“Che sono molto buono e disposto ad aiutare gli altri. È un lato che non mostro spesso, anzi l'ultima volta è stata con la mia ex, ci siamo lasciati prima dell'estate. Non è andata molto bene insomma...”

Cosa vogliono davvero le donne?

“Essere ascoltate. Sembra banalissimo, ma non lo è. È importante parlare con loro, alla fine sai quello che vogliono e il rapporto ingrana. Io sono in perfetto equilibrio in questo momento tra il vivere come una rockstar e il bisogno di guardare sul divano Netflix, assieme ad una persona”.

In un rapporto di coppia sei tu quello complicato?

“Sì, ma perché sono esigente. Voglio una donna , non le storielle da quattro mesi con la gieffina di turno e le finte foto a Formentera”.



Come lo vedi il tuo futuro?

“Immerso nella scrittura a scrivere tanti libri. Per me, che lavoro con le emozioni, è fondamentale mettere nero su bianco quello che provo, la mia immaginazione, il mio universo”.



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