Meghan Markle e il principe Harry, in volo da Nizza a Luton lo scorso 26 agosto, hanno rischiato di precipitare per colpa di un drone lanciato all’altezza del loro jet privato e che solo la prontezza di riflessi del pilota è riuscito ad evitare. A renderlo noto è una fonte del Mirror che ha raccontato di come i Duchi del Sussex fossero a 3mila metri di altezza mentre sorvolavano la Gran Bretagna in attesa di atterrare nella cittadina di Luton, vicino Londra, quando per loro fortuna hanno schivato un incidente che poteva rivelarsi fatale. Tutta colpa di un drone illegale che in quel momento viaggiava alla stessa altezza del jet “Bombardier” da 14 posti e dal costo di 46 milioni di sterline, di proprietà della società 'NetJets' e spesso noleggiato dai reali d’Inghilterra e diverse celebrities di tutto il mondo.
Volando a quattro volte l'altezza consentita, il drone si era avvicinato troppo al jet privato su cui viaggiavano Meghan e Harry, "come mai accaduto prima a un aereo con a bordo i reali inglesi", ha scritto il Mirror. Il jet su cui volavano Harry e Meghan stava percorrendo la tratta Nizza-Luton e a mezzogiorno, a soli 14 miglia dall'aeroporto di atterraggio, per un soffio il drone non è andato a schiantarsi contro il loro velivolo. Come riporta il tabloid inglese, "il rapporto di bordo non ha rivelato l'identità di alcun passeggero, anche se è trapelata la news che i Duchi fossero a bordo" e un esperto di volo ha detto che se il dispositivo avesse distrutto il parabrezza della cabina di pilotaggio avrebbe potuto uccidere tutto l'equipaggio.
"Il pilota del GL6000S – rivela la fonte- ha riferito che mentre erano quai in arrivo a Luton all'improvviso ha visto un drone che si muoveva da ovest a est a circa 4000 piedi. Il drone sembrava avere una sorta di sorgente luminosa nella parte anteriore. Le sue dimensioni erano difficili da stimare con esattezza, ma era all’incirca di 50 cm per 50 cm ed è passato a meno di 10 piedi dal jet, per fortuna”.
Terry Tozer, ex pilota della British Airways, ha spiegato al Mirror: "Il danno avrebbe potuto essere davvero grave. Se un drone colpisce il parabrezza, potrebbe uccidere o inabilitare almeno uno dei membri dell'equipaggio di condotta e pregiudicare volo e atterraggio. O peggio, sarebbe potuto andare a finire in un motore con un risultato simile a un bird strike, quando stormi di uccelli finiscono contro il parabrezza o inghiottiti dai motori e questo purtroppo al 70% dei casi accade al di sotto dei 200 ft. di quota, in fase di partenza o atterraggio dell’aereo, il che rende l’evento e le sue possibili conseguenze ancor più pericolose. Questi tipi di incidenti sono un grande problema e una costante preoccupazioni per tutti i piloti”.
Quanto ai Duchi del Sussex, "non si sono accorti di nulla e solo una volta atterrati il capitano di bordo ha raccontato al principe Harry il rischio corso", ha aggiunto l’insider del Mirror. Far volare un drone vicino agli aeroporti è illegale. David Learmount, redattore del magazine Flightglobal, ha dichiarato al Mirror che la polizia ogni giorno si impegna ad identificare i piloti di droni, ai sensi delle leggi vigenti, ma è difficile perchè tutti coloro che possiedono un drone dovrebbero registrarsi ad una apposita anagrafe ma, non essendo obbligatorio, in pochi lo fanno.
"Inoltre - ha aggiunto l'uomo - ogni drone dovrebbe essere dotato di un transponder che consentirebbe a piloti e torri di controllo di sapere se nei paraggi c’è un drone potenzialmente pericoloso. Purtroppo le leggi in materia sono piuttosto lacunose al riguardo”, ha concluso.Segui già la nuova pagina di gossip de ilGiornale.it?
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