Gran parte dei cittadini inglesi non ha mai conosciuto altri sovrani se non la regina Elisabetta. Una leggenda vivente che il 21 aprile 2022 taglia il traguardo dei 96 anni di vita, di cui 70 passati sul trono. Elisabetta II è tra i sovrani più longevi del mondo e non basta un libro per raccontare la sua vita. Ha regnato più del faraone Ramesse II e tra un paio d’anni potrebbe scalzare perfino lo storico regno di Luigi XIV. Il volto di Elisabetta è il più riconoscibile (e riconosciuto) al mondo, ormai fuso con l’immagine della Corona inglese. La sovrana non è solo il simbolo della monarchia. È la monarchia. Come se questa parola fosse nata con lei in quel lontano aprile 1926.
I due compleanni della Regina
La regina Elisabetta, come da tradizione, festeggia il compleanno due volte. La prima, il 21 aprile, segna la sua nascita come persona e viene ricordata in privato, anche se non mancano 41 colpi di cannone dalla King’s Troop Royal Horse Artillery a Hyde Park, 62 colpi a salve della Honourable Artillery Company dal Tower Bridge, i 21 dal Castello di Windsor e i 21 dal Castello di Edimburgo. La seconda, invece, è un evento ufficiale conosciuto con i nomi di Trooping the Colour e Queen’s Birthday Parade. Si svolge il primo sabato di giugno e ricorda la “nascita” di Elisabetta II come Regina. Quest’anno i festeggiamenti pubblici saranno ancora più speciali: il Regno Unito, infatti, celebrerà il Giubileo di Platino della monarca per i suoi 70 anni sul trono. L’usanza dei due compleanni risale al 1748, quando era sul trono Giorgio II (in carica dal 1727 al 1760). Il sovrano era nato in novembre, un mese non proprio fortunato dal punto di vista meteorologico. Così decise di inaugurare la tradizione del compleanno ufficiale in giugno, in modo da assicurare una celebrazione fastosa con un rischio relativamente minimo di maltempo. Alla sfilata del Trooping The Colour, segnata dai tradizionali 41 colpi di cannone sparati dalla King’s Troop Royal Horse Artillery a Green Park, partecipano 1400 soldati, 200 cavalli e 400 musicisti. Anche quest’anno, come d’abitudine, la regina Elisabetta festeggerà il suo 96esimo compleanno, il 21 aprile 2022, in famiglia. Il Mirror informa che Sua Maestà si è trasferita a Sandringham, per la precisione a Wodd Farm, dove il principe Filippo si era ritirato a vita privata nel 2017. Il giornale precisa: "È una decisione che ha preso da poco", del resto"a Sandringham sono legati i ricordi più importanti di Elisabetta e Filippo". Lo spostamento, fanno notare i tabloid, è un buon segno per la salute della sovrana, dati i recenti problemi legati al Covid e alla difficoltà di movimento. La royal family raggiungerà la Regina nel fine settimana.
Coincidenze che cambiano la vita
Elisabetta non doveva diventare Regina. Il destino, o il caso, hanno sparigliato le carte in suo favore. In particolare due avvenimenti le hanno consentito di diventare l’icona che è oggi. O meglio, un evento e un mancato evento. Il primo è l’abdicazione di Edoardo VIII dopo appena 11 mesi di regno, l’11 dicembre 1936, in favore del fratello Albert, padre di Elisabetta, che salì al trono con il nome di Giorgio VI (in carica dal 1936 al 1952). Il secondo è la mancata nascita di un erede maschio. Quando Albert venne nominato re d’Inghilterra Lilibet, sua primogenita, fu “l’erede presuntiva al trono”. Ciò significa che se i suoi genitori avessero avuto un figlio maschio, questi avrebbe scavalcato la sorella nella linea di successione, diventando l’erede “apparente”. Una regola che oggi, per fortuna, non c’è più. È stata proprio la regina Elisabetta, con la Succession to the Crown Act del 2013, a stabilire che la successione al trono non dipende dal sesso.
L’età della consapevolezza
Elisabetta si rese conto che sarebbe diventata Regina subito dopo l’abdicazione di Edoardo VIII. Aveva appena 10 anni, ma era già una ragazzina molto seria e responsabile. Fu lei a dire alla sorella Margaret, nel dicembre 1936: “Papà diventerà re”. Le due si trovavano nella loro casa, al 145 di Piccadilly, vicino a Hyde Park, racconta il biografo Robert Lacey. Margaret, sconcertata, ribatté con un’altra domanda: “Questo significa che sarai Regina?”. Lilibet replicò: “Suppongo di sì”. La sorella, scherzando ma forse non troppo, disse: “Povera te”. Dipende dalla prospettiva. Forse non sapremo mai se la regina Elisabetta desiderasse una vita diversa, se abbia mai pensato a come sarebbe stato il suo futuro senza la Corona. Sua Maestà ha abbracciato l’avvenire che altri, con le loro azioni, hanno scritto per lei. Il suo grande senso del dovere è espresso in discorso radiofonico da Cape Town al Commonwealth che fece Storia, pronunciato quando Lilibet era ancora una principessa, il 21 aprile 1947, durante il suo primo viaggio ufficiale con i genitori in Sudafrica: “Dichiaro davanti a tutti voi che la mia intera vita, breve o lunga che sia, sarà dedicata al vostro servizio e al servizio della nostra grande famiglia imperiale alla quale tutti apparteniamo”. Poche parole che riassumono la totale abnegazione della regina Elisabetta. Una promessa che elimina di netto l’ipotesi di abdicazione che alcuni giornali, talvolta, ripropongono come possibile finale del suo lungo regno.
Un carattere meticoloso
L’indole disciplinata della regina Elisabetta sarebbe un’eredità morale di Giorgio V (in carica dal 1910-1936), “Nonno Inghilterra”, come lo chiamava da bambina. Un nomignolo che esprime bene tanto l’intelligenza di Lilibet, che aveva compreso l’essenza del ruolo del nonno, quanto la personalità del sovrano. John Gore, il biografo ufficiale di Giorgio V, lo ricorda come un uomo che non si distingueva per un particolare “magnetismo personale…né per sagacia”. Però aveva un grande senso della monarchia, della tradizione ed era impegnato a proteggerle. Pare che le sue ultime parole prima di morire siano state queste: “Come va l’impero?”. Giorgio V ha coniato per la nipote il soprannome “Lilibet”. Nel 1929 il Time, per festeggiare il terzo compleanno di Elisabetta scrisse sulla copertina “Lilybet", ma nel suo diario il sovrano riportò sempre il nome con la “i”, così come è arrivato fino a noi oggi. La regina Elisabetta sarebbe cresciuta pensando a quel nonno appassionato di rugby e di filatelia per cui la Corona veniva prima di ogni altra cosa. La compostezza della piccola principessa venne notata da Churchill, che disse: “[È dotata di] un’aura di autorità e riflessività sorprendente per una infante”. Caratteristiche che si è portata dietro per una vita intera.
Rituali quotidiani
A proposito dell’indole di Elisabetta II le autrici Luisa Ciuni ed Elena Mora spiegano nel loro libro “Elisabetta. L’Ultima Regina” (Cairo Editore): “Sovrana a soli 26 anni senza aver avuto un'adeguata istruzione, né preparazione, catapultata nelle responsabilità di regnare su un Paese che ancora non si è del tutto ripreso da una terribile guerra, Elisabetta affronta il carico che le è improvvisamente arrivato sulle spalle con grande senso del dovere, estremo impegno e un filo di pignoleria”. Il carattere abitudinario e incline alla precisione della sovrana è evidente anche nella sua vita privata, per esempio nei piccoli riti quotidiani, come la sveglia alle 7:30 o a tavola. A colazione la sovrana prende un tè al latte, il Twinings Darjeeling con corn flakes o Special K accanto a frutta secca, albicocche, prugne e noci, toast con marmellata e uova alla coque. Ciuni e Mora rivelano: “L’unico vero lusso che si concede la sovrana sono le uova strapazzate con salmone affumicato e una generosa grattata di tartufi”. Infatti Elisabetta è moderata anche per quel che riguarda il cibo. Non segue diete, ma evita qualunque eccesso. Mangia sia la carne che il pesce e non rinuncia mai al tè Earl Grey alle 16 in punto, accompagnato da piccoli sandwich al tonno o al salmone e pepe, con prosciutto oppure uovo e dai jam pennies, pasticcini alla marmellata.
Una sovrana ironica
“…Non prendiamoci troppo seriamente. Nessuno di noi ha il monopolio della saggezza e dobbiamo sempre essere pronti ad ascoltare e rispettare altri punti di vista…”. Così disse la regina Elisabetta nel suo discorso di Natale del 1991. Quelle parole erano riferite ai cambiamenti politici dell’Epoca, in particolar modo alla nuova era nelle relazioni tra Ovest ed Est con il crollo dell'Unione Sovietica. Tuttavia rendono bene il carattere vivace di Elisabetta II, che è seria, come le impone la sua carica, ma non seriosa. C’è una bella differenza. La Regina non si lamenta, come le impone il protocollo, anche perché sa vedere il lato divertente di (quasi) ogni cosa. “Ha una risata fragorosa”, dice di lei la biografa Sally Bedell Smith, continuando: “Quando comincia a ridere, in casa la sentono tutti”. Avrebbe preso la sua ironia dalla madre, Elizabeth Bowes-Lyon, ma anche una spiccata autoironia. La Bedell Smith racconta in proposito: “Durante una festa a Londra vide in tv una replica del matrimonio del figlio Carlo. Quando la inquadrarono Elisabetta disse, davanti a tutti, che la sua faccia sembrava quella di Miss Piggy”, cioè il personaggio dei Muppet. Il suo staff, per il 60esimo compleanno, le fece trovare sulla carrozza proprio un bigliettino d’auguri con l’immagine di Miss Piggy. Il cocchiere Alfred Oates ha ricordato: “Ho pensato ci fosse il rischio che ci licenziasse tutti. Invece quando mi sono girato stava ridendo a crepapelle”.
Il primo pianto in pubblico
“Never complain, never explain” (“mai lamentarsi, mai dare spiegazioni”) è il motto dei Windsor. Nelle lamentele da non esternare mai è compreso anche il pianto, in passato percepito come un sintomo di fragilità che un re non può permettersi. La regina Elisabetta ha infranto per la prima volta questa tradizione all’indomani del 20 ottobre 1967, quando si recò alla miniera di Aberfan, da cui era fuoriuscita una valanga di liquami che aveva ucciso 144 persone, di cui 116 bambini. La sovrana pianse di fronte a quel lutto spaventoso, ma ci fu chi sostenne che le sue lacrime fossero finte, che addirittura a Elisabetta sarebbe stato insegnato come piangere, per mostrare vicinanza al popolo. Di certo la Regina è molto amata dagli inglesi perché non si è mai tirata indietro di fronte alla difficoltà. Non si è mai chiusa tra le mura del Palazzo, creandosi una realtà parallela. Per esempio, nell’estate del 1975, visitò in forma non ufficiale la miniera di Silverwood, non lontano da Rotherham, accettando d scendere 500 metri sottoterra. Un episodio ricordato, il 16 aprile 2022, anche sul profilo Instagram della sovrana, che sta pubblicando le sue foto più iconiche in una sorta di countdown fino al Giubileo di Platino.
Il consiglio che ha cambiato la vita di Elisabetta
Quando la Regina salì al trono dovette affrontare anche lo scetticismo di un certo ambiente che non riteneva le donne all’altezza del ruolo di sovrane. Uno dei più critici fu Churchill. Benché il celebre statista fosse affascinato dalla compostezza di Elisabetta II, non credeva che potesse fare la Storia come Regina. Non nutriva grandi aspettative. Quando la principessa salì al trono disse: “Ma è solo una bambina”. Si sarebbe ricreduto col tempo, tanto che ancora oggi la sovrana lo riterrebbe il suo primo ministro preferito fra i 14 che ha visto succedersi durante il suo regno. Però è vero che la Regina non sarebbe stata sempre sicura di sé. Questa dote l’avrebbe appresa dalla madre, che al momento dell’incoronazione sembra le abbia detto: “Dovrai essere coraggiosa. Qualsiasi cosa tu voglia fare, quando entrerai in una stanza piena di persone, passa sempre attraverso il centro esatto della porta. Questo farà capire che sei tu che comandi”.
I gioielli preferiti
La regina Elisabetta può contare su un vero e proprio tesoro di gioielli dall’inestimabile valore economico e affettivo: 8000 pezzi custoditi e gestiti da uno staff di 300 persone. Tra questi la monarca avrebbe i suoi preferiti che la riportano indietro nel tempo e le fanno sentire ancora più forte l’attaccamento alla famiglia, alle radici. “The Girls of Great Britain and Ireland Tiara” sarebbe tra questi. Un gioiello che il comitato femminile diretto da Lady Eva Greville, da cui la tiara prese il nome, regalò alla nonna di Elisabetta II, Mary di Teck, per il suo matrimonio nel 1893. La regina Mary indossò il diadema molte volte, era il suo preferito, ma decise di donarlo alla giovane Lilibet per le sue nozze, nel 1947. Sembra che la regina Elisabetta, ancora oggi, si riferisca al gioiello chiamandolo “la tiara della nonna”. Sua Maestà è legatissima anche all’anello di fidanzamento donatole dall’amato Filippo. Quando il principe chiese la sua mano non aveva grandi disponibilità economiche, così fece smontare la tiara che sua madre, Alice di Battenberg, ricevette come dono nuziale dall’ultimo zar di Russia, Nicola II, ricavandone un diamante da tre carati e un bracciale. Filippo disegnò personalmente l’anello di cui la sovrana è gelosissima e glielo regalò il 9 luglio 1947. Da quel giorno la Regina non l’avrebbe più tolto dal dito, affiancandolo alla fede nuziale dentro alla quale Filippo fece incidere un messaggio segreto che nessuno conosce. Pochi sanno che tra i suoi gioielli la sovrana ne annovera uno molto speciale: il cardigan d’oro, diamanti, zaffiri e rubini da 72mila euro che la royal family le donò per i 50 anni di matrimonio e che oggi si trova nella torre di Londra.
Una stanza tutta per sé
Anche la regina Elisabetta è riuscita a crearsi una "stanza tutta per sé”, per dirla con Virginia Woolf. Un piccolo rifugio a Buckingham Palace, come riferiscono Luisa Ciuni ed Elena Mora, “Un piccolo studio con una grande libreria in cui spiccano biografie, libri di storia ma anche gialli di Agatha Christie e volumi di giardinaggio. Tra le cose più care una poltroncina stile Chippendale, il cui sedile era stato ricamato dal padre, che si rilassava con ago e filo”. Forse è lì che la Regina riguarda i suoi film preferiti, “Il dottor Živago”, “Momenti di Gloria” e “Il Discorso del Re”, dedicato a suo padre Giorgio VI.
Rassicurante Elisabetta
Per gli inglesi la regina Elisabetta è una figura rassicurante. In lei, nelle tradizioni che rispetta con sobrietà e dignità i sudditi si rispecchiano, ritrovando la loro identità nazionale. Il suo stile è perfettamente riconoscibile: outfit color pastello, ombrelli trasparenti per essere sempre visibile, con il bordo dello stesso colore dell’abito, gli immancabili foulard di Hermés. Le scrittrici Luisa Ciuni ed Elena Mora dichiarano in proposito: “La regina Elisabetta è riuscita ad autocelebrarsi in vita, suo malgrado è rimasta sostanzialmente identica e fedele a se stessa nell'arco di 7 decenni, rifiutando di inseguire le mode passeggere diventando un'icona pop ben prima che Andy Warhol la ritraesse. Uno stile, il suo immutabile, impeccabile, impareggiabile perché una regina deve essere una figura rasserenante, una personalità aggregante”.
Non a caso il suo è il volto più conosciuto al mondo: Sua Maestà ha posato per più di 130 ritratti firmati da grandi autori Cecil Beaton, Pietro Annigoni, Lucien Freud, (nipote di Sigmund Freud). La fotografa Annie Leibovitz tentò di toglierle la corona per ritrarla ma la Regina, cortesemente, si rifiutò, consapevole del fatto che, ormai, la donna non è più divisibile dalla sovrana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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