I Duran Duran festeggiano il Moon Day con un concerto alla NASA

Trecento droni saranno in volo sullo spazio aereo del Kennedy Space Centre mentre la band di Simon Le Bon si esibirà con i classici “lunari” del repertorio

I Duran Duran festeggiano il Moon Day con un concerto alla NASA

La luna nuova di lunedì / è una danza di fuoco nella notte”: così cantavano i Duran Duran in New Moon on Monday, brano tratto da Seven and the Ragged Tiger, loro classico album del 1983. Stasera, martedì 16 luglio 2019, la band capitanata da Simon Le Bon celebrerà il 50esimo anniversario dello sbarco del primo uomo sulla Luna con un evento davvero speciale: un concerto al Kennedy Space Centre in Florida, la base di lancio della NASA a Cape Canaveral, di fronte all’iconica navicella spaziale dell’Apollo 11.

La scaletta del concerto sarà ancora più unica: i Duran Duran eseguiranno brani del loro repertorio che hanno in qualche modo a che fare con la Luna, da New Moon on Monday a Planet Earth (dall’omonimo disco del 1981) e Astronaut (il disco che nel 2004 ha visto il ritorno della formazione originaria, inizialmente attiva dal loro esordio sino al 1985) fino alla cover di Walking on the Moon dei Police. Nel pubblico di fortunati che assisteranno all’evento ci saranno anche gli astronauti ancora in vita che hanno partecipato alle missioni Apollo. Ma non finisce qui.

Trecento droni in volo per i Duran Duran

Durante la serata, i Duran Duran hanno ottenuto il permesso speciale per poter far volare trecento droni sopra lo spazio in cui si terrà il concerto, nel quale saranno accompagnati da un’orchestra e da un coro composto da quaranta elementi.

È stato un evento difficile da organizzare – ha raccontato il tastierista Nick Rhodese ci sono state molte difficoltà burocratiche, perché di solito la NASA non permette che venga sorvolato il proprio spazio aereo. Ma ci tenevamo che questo concerto fosse speciale”.

Gli incassi del live verranno infatti devoluti in beneficenza alla Aldrin Family Foundation, la no-profit istituita dall’astronauta Buzz Aldrin (il secondo uomo, dopo Neil Armstrong, a mettere piede sulla Luna) per sviluppare strumenti e programmi di ricerca spaziale per bambini, studenti e professionisti.

Il 20 luglio del 1969, Nick Rhodes aveva appena 7 anni, eppure ricorda alla perfezione quei momenti. “È stato surreale e maestoso… – ha spiegato il musicista inglese – La scienza aveva superato la finzione.

Ho provato tante volte a pensare a quello che hanno provato gli astronauti lassù, ma è qualcosa che rimane inimmaginabile. Semplicemente non abbiamo più assistito a eventi di quella portata. È sembrato essere un nuovo inizio”.

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