Queenmania, o forse è meglio dire «un febbrone per Freddie». Comunque sia, ancora (e ancora) spuntano altri tasselli da ascoltare e da leggere, storie, analisi su quello che è stato uno dei più grandi gruppi rock del Novecento, nella formazione originaria - Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon - «dissolto» nel 1991, con la morte fisica dell'insostituibile frontman Farrokh Bulsara, in arte Mercury appunto. Lui, che ancora oggi con la sua musica fa sognare legioni di fan, e non solo; lui, che in questi giorni riviene evocato per un nuovo brano, in circolazione e presentato come «emozionante inedito con la sua voce»; lui che, insieme agli altri della formazione ora campeggia di nuovo dalla copertina dell'edizione aggiornata - e appena giunta nelle librerie - di Queen. As It Began - La biografia ufficiale, a cura di due tra i massimi esperti della band, ovvero Jacky Smith & Jim Jenkins, con il contributo del chitarrista May e del batterista Taylor (454 pagine, EPC Editore). Ma andiamo per ordine.
Dopo Bohemian Rhapsody, il film del 2018 omonimo del brano-capolavoro compreso nel loro album A Night at the Opera e la pubblicazione di nuove raccolte e libri, si pensava che la «Queenmania» ormai si assestasse, esprimendosi magari solo, o quasi, per ricordare l'ultimo atto dell'epopea, la scomparsa del leggendario cantante; ogni anno, a proposito, ci sono speciali in tv, concerti a suon di cover nei teatri, interviste ai Queen superstiti. Ma la storia del gruppo è paragonabile a una matrioska, c'è sempre qualcosa da aprire e scoprire.
Ed ecco dunque, spuntare il nuovo video di Face It Alone, pezzo che verrà pubblicato a novembre con la ristampa dell'album The Miracle, con versioni alternative dei singoli. «Abbiamo ritrovato questa piccola gemma con Freddie, della quale ci eravamo quasi dimenticati - ha detto Roger Taylor - è stata una scoperta e deriva dalle sessioni di registrazione». Il pezzo, infatti, venne realizzato nel 1988 dopo una pausa dall'ultimo tour di quel periodo. «Musica meravigliosa», «se l'hanno scartato un motivo c'era», «il brano è chiaramente rattoppato ma la voce lo eleva a gioiello», «rimane la grande icona di Mercury ad aleggiare nel tempo»: sono i fan a esprimersi sulla Rete, dicono di tutto e il suo contrario su quel titolo appena riesumato. Quando il brano viene scritto, la star - secondo informazioni divulgate - è già a conoscenza della sua malattia (primo test dell'Hiv in forma segreta nel 1986, ripetuto nell'87, risultato: «positivo») e probabilmente il suo modo di scrivere comincia a mutare. Per questo forse musica e testo di Face It Alone («Affrontalo da solo») appaiono, nonostante la voce cristallina e grintosa, a tratti come «cupi», malinconici; frasi come «la tua vita è tua. Sei responsabile di te stesso. Padrone di casa tua, alla fine devi affrontare tutto da solo», «quando la luna ha perso il suo splendore». Siamo lontani dai tempi gaudenti di Don't stop me now («Non fermarmi adesso»), nell'album Jazz, canzone nella quale Mercury cantava «stanotte mi divertirò sul serio, mi sento vivo e capovolgerò il mondo». Già, proprio così. Testi, concerti, momenti privati, backstage. C'è ancora tanto da sapere. E l'arrivo dell'edizione ampliata della biografia ufficiale Queen. As It Began aggiunge altri particolari. Sfogliato e letto il tomo, è difficile immaginare qualcosa di più completo.
Per esempio, attingendo a interviste esclusive con i membri della band, viene completata la storia dell'Era Mercury e degli anni immediatamente successivi alla sua morte. C'è inserito l'esatto racconto di come si formò la band e come i «fantastici quattro» della Regina arrivarono a fare il tutto esaurito negli stadi durante i tour, con i loro spettacoli dal vivo. D'altra parte chi ha curato la pubblicazione è stato un testimone assai privilegiato: per dirne una, Jacky Smith gestisce il fan club internazionale e fa parte dell'entourage Queen da 40 anni. Quindi si può immaginare il livello di profondità raggiunto nelle ricerche, pure iconografiche. A questo proposito, che bello perdersi tra le fotografie, addirittura pre-Queen. C'è un'immagine degli Smile (il gruppo di cui facevano parte May e Taylor) immortalati nel 1969 fuori dalla Royal Albert Hall di Londra; suggestivi i primi scatti della Regina in concerto, nel 1970; ecco una foto di «famiglia» nella casa del cantante (1973) poi le prove di Freddie con il Royal Ballet.
«Restate sintonizzati - invita l'ultima pagina del viaggio biografico - Sono previsti dei grandi
tour, altri lavori solisti, ristampe di album, collaborazioni» e magari un nuovo libro. Insomma, il testamento morale dei Queen vale sempre e continua a dettare la linea: «The show must go on», lo spettacolo deve continuare.
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