Incredibile Fabio Fazio "Basta markette in tv"

In "Quello che (non) ho", da oggi su La7 con Saviano, inviterà artisti che non devono promuoversi. Ma sarà proprio vero? A giudicare dai primi ospiti viene qualche dubbio

Incredibile Fabio Fazio "Basta markette in tv"

nostro inviato a Torino

Alla fine Fabio Fazio ha ringraziato gli scrittori e fatto un appello agli uomini di pensiero. «Sono grato a quelli che vengono da noi senza parlare del loro nuovo libro in uscita. Li invito a recuperare questo ruolo, questa capacità di parlare al pubblico. La televisione dovrebbe chiedere un apporto maggiore e gratuito di pensiero a quelle persone che con il pensiero vivono"» Se non è una conversione bella e buona, somiglia almeno a un ravvedimento quello che Fazio ha pronunciato ieri presentando al pubblico del Salone del Libro Quello che (non) ho, il programma in onda da stasera per tre sere consecutive su La7, in diretta dalle Officine Grandi Riparazioni di Torino. La televisione è lui; e lui soprattutto, negli ultimi anni, ha ospitato scrittori che venivano a promuovere il loro ultimo romanzo o registi che lanciavano il nuovo film, consci che un passaggio a Che tempo che fa era un ottimo viatico per il successo. Ci auguriamo in tanti un deciso cambiamento e che anche le case editrici e le major cinematografiche possano recepire l’invito di Fazio.

Con lui sul palco dell'Auditorium del Lingotto gremito da 1700 persone c’erano Roberto Saviano, Luciana Littizzetto, Francesco Piccolo e Michele Serra. «È un programma che si basa sul significato delle parole, un programma assolutamente letterario e siamo felici di farlo in tv», ha spiegato ancora Fazio. «È una parola scritta apposta per la televisione, letta come se fosse in teatro e ripresa come se fosse al cinema». Potrebbe essere un compito da servizio pubblico, ma sostanzialmente è un modo di «fare una tv artigianale», ha sintetizzato il direttore di La7 Paolo Ruffini, ex Raitre. «Non mi prefiggo obiettivi di share, ma non deleghiamo a nessuno il compito di fare buona tv». Purtroppo in tanti programmi, quelli del pomeriggio in particolare, la parola è usata in modo corrivo e superficiale. La mission di Quello che (non) ho è restituirle autenticità. «La mia regola è avere stima del pubblico che ti guarda», ha riflettuto Serra. Non considerarlo troppo mediocre, né angosciarlo con l’Antigone in prima serata. «Trovare la misura» è la scommessa più difficile. «Credo sia giusto avvertire la necessità, non tanto il dovere, di raccontare l’indicibile in televisione», ha aggiunto Piccolo, già autore di Vieni via con me.
Salutato dalla standing ovation l’intervento di Saviano. «Quando due anni fa proponemmo un programma culturale alla Rai ci risposero che in tv gli ascolti sono importanti. Una volta fatto il record di Raitre, ci hanno detto che i numeri non sono tutto».

A dire il vero, Fazio ha in seguitro chiosato: «Voglio riportare Saviano in Rai». In ogni caso, per tornare al programma, la parola può avere dei limiti, può essere disturbante. Di fronte a certe esperienze drammatiche, conviene tacere. Saviano ha raccontato un episodio di qualche giorno fa. «Stavo provando il monologo sulla storia di Beslan in Ossezia (la strage del 2004 di 186 bambini uccisi dai separatisti ceceni) quando quelli che ascoltavano mi hanno chiesto di fermarmi. Quando il dolore è gigantesco non serve parlare, serve il silenzio. Per questo non so ancora se proporrò questo monologo nel programma. Vedremo. Per me - ha proseguito Saviano - è già stata una grande soddisfazione vedere il libro della poetessa polacca Wislawa Szymborska balzare al primo posto in classifica. Fabio mi ha convinto a parlarne a Che tempo che fa. Ed è stata una sorpresa vedere che il picco di ascolto di quella serata è stato proprio quando ho recitato il suo verso sull’amore. Difendere ciò che ci piace è la cosa più importante".

Fra gli ospiti della prima puntata ci sono Pupi Avati, Pierfrancesco Favino, Gad Lerner, Marco Travaglio, Paolo Rossi, Ermanno Rea, Erri De Luca, Raphael Gualazzi e i Litfiba. Ospiti fissi saranno Elisa e Luciana Littizzetto. La sua parola di stasera è «donna». «Dall’inizio dell’anno sono morte 54 donne ammazzate dai loro mariti e compagni», ha detto Littizzetto. Insomma, tanti temi, tante provocazioni. Con il rischio che diventi un programma verboso? «Assolutamente sì», acconsente Fazio. «È un programma che richiede pazienza.

Vorrei però che si cogliesse che ci sono delle persone che scrivono per la tv e che non fanno solo scalette. Dopodiché potete scrivere che è un programma noioso. Anzi, vedo già il titolo: “Quello che non ho sono gli ascolti”». Scaramanzia?

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