Inizio col botto per Paolo Bonolis alla conduzione di “Le Iene presentano Scherzi a parte” in onda su Canale 5. Un pieno di ascolti nella serata di debutto di ieri: 6 milioni 478 mila spettatori e il 26.97% di share con picchi del 37.79%.
Dopo tre anni di assenza dal piccolo scherzo, il programma torna in una nuova veste tecnologica: studio futuristico e scherzi mostrati senza filtri inclusi accordi con i complici, sopralluoghi ed eventuali imprevisti. Ne viene fuori un concentrato di risate che nulla ha da invidiare alle vecchie edizioni e agli scherzi diventati un vero e proprio cult della televisione (come dimenticare Leo Gullotta alle prese con una tigre oppure il capitano della Roma, Francesco Totti, disperato per un finto tatuaggio di un’aquila). Certo, anche la serata di ieri, grazie anche a Paolo Bonolis, certezza del piccolo schermo e ironico mattatore, ha regalato ai telespettatori sketch fin troppo riusciti.
L'ideazione e la realizzazione degli scherzi è stata affidata alla squadra de Le Iene (massimi esperti del settore) che hanno studiato per mesi le debolezze, le abitudini e il carattere dei protagonisti.
Razzi come Elvis
Invitato negli studi del programma, al senatore Antonio Razzi (vittima ormai abituale per Le Iene) viene fatta leggere una finta sceneggiatura con la scusa di coinvolgerlo come “complice” in uno scherzo preparato. Razzi accetta di buon grado, regalando ai telespettatori una massima di grande saggezza: "La vita è così amaro se possiamo ridere dieci minuti ridiamo".
Ecco quello che dovrà fare per dar vita allo scherzo di cui, a sua insaputa, è il protagonista: ritrovarsi "abbandonato" in strada vestito in maschera e pronto a recitare la sua parte, compreso “aiutare una suora in difficoltà”. Ancora una volta Razzi accetta con entusiasmo, e qualche ora più tardi, si ritrova su una strada deserta alla periferia est di Milano: tutina rosa e capelli alla Elvis. Bastava già questo.
In realtà, però, lo scherzo prevedeva che non succedesse nulla di quanto concordato. Il senatore Razzi è rimasto sul marciapiede per più di tre ore, borbottando tra sé e sé in abruzzese e aspettando.
Nemmeno la telefonata in diretta di Paolo Bonolis è riuscita a fargli intuire la verità: “L’importante è partecipar” ha farfugliato stranito il senatore Razzi che, a un certo punto, si è seduto perplesso sul marciapiede senza abbandonare la sua postazione. Risultato? Grasse risate e web in delirio.
Brosio, Papa-boy deluso
"Pronto, sono Papa Francesco…". È già salito nell’Olimpo degli scherzi più cattivi in assoluto. Quello al giornalista Paolo Brosio è stato davvero il tranello più crudele. Da anni convertito alla fede cattolica e autore di moltissimi libri sulla Madonna di Medjugorie, Brosio è stato vittama di un tremendo inganno tesogli da Frank Matano e colleghi, che hanno finto una telefonata del Santo Padre. "Non mi dica che lei è il Santo Padre, perché mi fa svenire", dice Brosio commosso come un bambino. A quel punto il giornalista si scioglie in lacrime, è un fiume in piena, racconta della sua conversione a Medjugorje, dei suoi genitori partiti dal Piemonte come quelli di Bergoglio, di nonna Rosa che si chiama come la nonna del Pontefice. Ma la realtà è un’altra. L’imbarazzo degli autori dello scherzo è visibile. Viene quasi voglia di spegnere la tv, tanta è la tristezza che irrompe nel momento in cui gli viene detto che è solo finzione. "Vi invito a smontare tutto e andare a casa. È la cosa migliore, per me e per voi. Ho la fede e l’entusiasmo di un bambino ma non devo essere raggirato"- dichiara Brosio in preda alla delusione.
E il malumore continua anche in studio con Brosio ospite di Bonolis. Una pioggia di critiche sono piovute dal web sul programma. Effettivamente, lo scherzo non è riuscito e per molti è risultato davvero di cattivo gusto.
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