da Venezia
Il volto di Franco Interlenghi in Sciuscià di Vittorio De Sica, fiero e soddisfatto sul cavallo bianco tanto desiderato, non lo scorderemo mai. L'attore, morto ieri a 84 anni nella sua casa romana di Ponte Milvio, fu lanciato da quel film premio Oscar grazie a cui a 14 anni guadagnò 50mila lire e divenne uno dei ragazzi più amati del cinema italiano con la sua faccia pulita e lo sguardo un po' malinconico. Tanti i ruoli, di tutti i generi, nei film dei primi anni '50: da Fabiola di Alessandro Blasetti a Parigi è sempre Parigi di Luciano Emmer fino a Don Camillo di Julien Duvivier e a I vinti di Michelangelo Antonioni. Entrato nella compagnia di Rina Morelli e Paolo Stoppa intraprende una carriera teatrale di successo che lo porta sul palcoscenico con Luchino Visconti in M orte di un commesso viaggiatore di A. Miller. Nel 1953 mette d'accordo anche la critica con il ruolo di Moraldo alter ego di Federico Fellini nel suo I vitelloni . Subito dopo la svolta internazionale che lo porta a lavorare accanto a Ava Gardner e Humphrey Bogart in La contessa scalza di Joseph L. Mankiewicz, a Rock Hudson in Addio alle armi da Hemingway di Charles Vidor, e a fianco di Brigitte Bardot e di Jean Gabin in La ragazza del peccato di Claude Autant-Lara. Nel 1955 sposa l'attrice Antonella Lualdi da cui avrà due figlie e con cui lavora in vari film tra cui Gli innamorati di Bolognini.
Negli anni successivi Interlenghi si allontana da cinema e si dà al teatro e alla tv per poi ricomparire nel 1985 in Miranda di Tinto Brass, nei due film dei primi anni '90 di Michele Placido Pummarò , Le amiche del cuore e recentemente in Romanzo criminale .- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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