«Io, feroce regina dei draghi ora ritrovo lacrime d'amore»

L'attrice diventata famosa per la serie «Trono di spade» protagonista di «Io prima di te» in uscita l'1 settembre

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Sara Frisco

da Los Angeles

Daenerys Targaryen, Khaleesi dei Dothraki, Madre dei draghi, Nata dalla tempesta, regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, signora dei Sette Regni... Emilia Clarke è chiamata in molti modi nella popolarissima serie tv che le ha regalato la fama. Ora però, in Io prima di te (nelle sale italiane dal primo settembre), interpreta un personaggio che ha il suo stesso cognome: Clarke.

Per l'attrice londinese, 30 anni il prossimo ottobre, è un momento d'oro. Il successo della popolare serie tv l'ha proiettata in alto nella classifica degli attori più ricercati a Hollywood e, fra le numerose offerte che le sono arrivate, questa di Io prima di te, diretto da Thea Sharrock, l'ha colpita particolarmente. Per la diversità rispetto alla regina bionda di Trono di spade, ma anche perché, diciamocelo, a quale donna non piace una buona, ridondante, strappalacrime, commedia romantica?

«Non possono essere più diverse quelle due donne», ci dice dei due personaggi che interpreta, quello televisivo e quello cinematografico che arriverà nelle sale in Italia dal primo settembre. Louella Lou Clarke di Io prima di te è uno spirito libero che non riesce a trovare un lavoro stabile sino a che non le viene offerta l'opportunità di prendersi cura di un quadriplegico. Il film, tratto dall'omonimo romanzo di Jojo Moyes, ragiona anche su temi come il suicidio assistito e l'eutanasia.

Questa lontananza rispetto al personaggio che interpreta in Trono di Spade è una scelta voluta?

«No, non faccio di solito questi ragionamenti. Non ragiono in termini di lontananza da quello che sto facendo. Ho semplicemente letto il copione e mi sono emozionata. E' una bella storia e mentre la leggevo sapevo che avrei detto sì».

Cosa l'ha attratta di Lou?

«Il suo calore e la sua empatia. La sua sensibilità e la sua gioia. Lou è solare e, mio Dio, abbiamo così tante tinte fosche oggi nel mondo che interpretare un personaggio così mi è sembrata la cosa giusta da fare».

Si riconosce in parte nel suo carattere?

«Sì, c'è molto di me: è goffa e parla molto e spesso non pensa a quello che dice prima di dirlo, abbiamo molto in comune, comprese le iniziali difficoltà a trovare lavoro. Prima di ottenere la parte nel Trono di spade ho lavorato persino in un call center. E' stato orribile, ricevevo risposte tipo: Mi è appena morto il marito, con che faccia tosta mi telefoni?. L'ho fatto per un paio di settimane, poi sono scappata. Sì, somiglio a Lou».

Ha persino il suo cognome.

«La mia migliore amica era esterrefatta. Continuava a ripetere che anche il libro mi aveva descritta perfettamente».

Il personaggio è solare, ma i temi che il film affronta no.

«Il film racconta una storia, due vite che s'incontrano, con tutto quello che comporta, momenti felici e bui. Abbiamo cercato di essere più realistici possibile, abbiamo fatto molte ricerche, avevamo un consulente sul set che ha lavorato in ospedale, accanto ai quadriplegici. Volevamo essere il più precisi possibile nel raccontare questa storia. Non volevamo quel retrogusto hollywoodiano che talvolta rovina tutto».

Il tema del suicidio assistito, dell'eutanasia rimane un tema delicato.

«Nel film abbiamo cercato di descrivere cosa succede in una famiglia quando l'ipotesi viene presa in considerazione. Lo shock iniziale e i ragionamenti, il dolore che questi pensieri comportano».

A proposito di temi oscuri, Trono di Spade si fa sempre più dark.

«Vero, e il pubblico apprezza sempre di più».

Per quel ruolo, oltre alle normali difficoltà di un attore, ne ha dovuta affrontare una in più: imparare i linguaggi inventati della serie.

«Trono di spade è stato il mio primo impiego importante, avrei imparato qualsiasi lingua per farne parte. E poi è quello che gli attori fanno, no? Imparare nuove cose per entrare nel personaggio, nella storia. In fondo è stato divertente. Il problema è che tendo a scordarmelo, il dothraki, e così provo molto, da sola, in cucina. Il mio forno conosce perfettamente la lingua».

Le piacciono le commedie romantiche?

«Harry ti presento Sally è la mia favorita, ma adoro tutte quelle di quell'epoca, con

Meg Ryan. C'è posta per te e Insonnia d'amore ad esempio. Ma anche Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill roba da passare la domenica chiusa in casa e fare una maratona, con una bella scorta di Kleenex accanto».

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