Una carriera straordinaria, una voce inimitabile e una grande voglia di mettersi alla prova: Iva Zanicchi è pronta a vivere il suo undicesimo festival di Sanremo ed è combattiva più che mai. La cantante di Ligonchio porterà in gara il brano "Voglio amarti", una canzone d’amore scritta da Emilio Di Stefano, con la musica di Vito Mercurio, Italo Ianne e Celso Valli. Con tre successi alle spalle, la Zanicchi non sbarcherà all’Ariston solo per partecipare: “Io non voglio perdere neanche a carte”.
Undicesima partecipazione al Festival: quali sensazioni prova?
“Sono molto serena ma ho anche le farfalle nello stomaco. Il primo giorno di prove con l’orchestra ero emozionatissima. Io la provo sempre, anche quando faccio gli spettacoli: se l’adrenalina sale, puoi trasmetterla anche agli altri. Sono contenta di andare a Sanremo: è una manifestazione di grandissima importanza, è l’evento più rilevante che abbiamo in Italia. Se la canzone che presenti piace, milioni e milioni di persone nel giro di pochi giorni la cantano. Io vado con una canzone d’amore, è un bel brano con un meraviglioso arrangiamento di Celso Valli, uno dei più grandi. Io vado tranquilla, ma con grinta: non voglio perdere neanche a carte”.
Lei è la donna che più volte ha portato a casa la vittoria: si è posta un obiettivo?
“Non sono stupida, so benissimo che è come vincere al Superenalotto. Ma la grinta è quella di andare e di vincere. Poi spero davvero che vinca un giovane di talento per portare la grande musica italiana all’Eurovision Song Contest. Ma le dico una cosa: se potesse andarci una nonna, ne parlerebbe tutta l’Europa (ride, ndr)”.
Qual è il ricordo di Sanremo più bello che conserva? E il più brutto?
“Il ricordo più bello è quando ho vinto con ‘Zingara’ insieme a Bobby Solo: è stato tutto facile, si intuiva che avremmo vinto. Tutti rimanevano abbagliati e sorpresi. Eravamo giovani, tutto era facile e tutti erano d’accordo. I ricordi più brutti sono legati alla vittoria del 1967 con ‘Non pensare a me’, in coppia con Claudio Villa: è stato l’anno della morte di Luigi Tenco. È stato orribile, a volte lo sogno ancora: io ero una ragazzotta ed ero convinta che il Festival venisse posticipato. Dover cantare con Tenco ancora lì, senza sepoltura, è stato tragico. Solo successivamente ho goduto della vittoria, portando in giro per il mondo questa bellissima canzone, con una grande melodia”.
Nel 2009 la sua "Ti voglio senza amore" non fu capita, ha davvero pensato all’addio a Sanremo?
“Era una canzone con un testo davvero molto forte, troppo forse. Io venivo da ‘La riva bianca, la riva nera’, ‘Un fiume amaro’ e ‘Zingara’, questo brano aveva un testo un po’ scioccante. È una canzone che ho dimenticato, non l’ho più cantata, ma a riascoltarla oggi è bellissima. Non si aspettavano da me una canzone così, quasi recitata…”.
Tra i suoi colleghi c'è qualcuno che l'ha colpita particolarmente in questi giorni?
“Purtroppo, per colpa del Covid, non abbiamo avuto l’opportunità di sentire gli altri artisti in gara. Ma li conosco un po’ tutti. A me piace moltissimo Mahmood e mi dicono che abbia una bellissima canzone. Ma mi piacciono anche quelli di mezza età diciamo: Elisa, Emma Marrone e Fabrizio Moro. Sono felice che ci siano Morandi e Ranieri, perché altrimenti mi sarei sentita un po’ sola”.
Lei è tra le poche artiste in Italia senza peli sulla lingua, cosa ne pensa di questa era dominata dal politicamente corretto?
“Non bisogna aver paura di dire le cose come stanno, io l’ho sempre fatto, a costo di far restare male qualcuno. Se devo dire delle cose, le dico. Bisogna avere rispetto degli altri e delle idee altrui, ma è fondamentale la libertà di pensarla in modo diverso. Dire sempre le cose per accontentare gli altri è sbagliato: io non l’ho mai fatto e mai lo farò, a costo di ricevere critiche. Mai essere falsi per non pagare dazio, come diceva mia madre. Educazione e rispetto, questo è essere corretti”.
Recentemente ha perso suo fratello per Covid, un dolore enorme. Che sentimenti prova rispetto all’ondata no vax, tra proteste e manifestazioni di piazza?
“Io amo la libertà. Io ho due cani e non riesco a mettergli il guinzaglio: ritengo che la libertà assoluta sia imprescindibile. Ma in questo caso non capisco e quando non capisco, sbarello. Tu sei libero di non vaccinarti per mille ragioni, ma andare in piazza a manifestare con violenza è incivile, è orribile. Se non vuoi vaccinarti, stai a casa tua: vai a fare le passeggiate di notte al parco, ma non rompi le palle. Se i medici dicono che chi si vaccina non muore e non va in ospedale, perché non ti vaccini? O ti vaccini o te ne stai a casa tua. Bisogna aver passato quello che abbiamo passato noi, la mia e altre famiglie, che abbiamo visto morire un caro senza poterlo sentire o vedere, neanche dopo morto”.
Che rapporto ha con la fede?
“Io vengo da una famiglia molto religiosa. La mia bisnonna ci obbligava a recitare il rosario tutte le sere: lo dedicava al povero vecchio che non stava bene, alla ragazza che doveva partorire e non finiva mai. Quando hai un’educazione così religiosa, ti rimane dentro e sono grata. Io sono una grande peccatrice, ma ho un legame fortissimo con la fede. Prima di entrare in scena per uno spettacolo faccio sempre il segno della croce: mi affido a Dio e lo ringrazio di avermi dato tanto. La fede ti aiuta, credo nella Madonna e credo anche nell’angelo custode: il mio è un po’ birichino, un po’ lazzarone come me (ride, ndr)”.
Quanto è stato difficile coniugare la carriera da cantante al ruolo di mamma e di nonna?
“Qualche rimpianto c’è. Mia figlia ora lavora con me e con la sua casa discografica, porta avanti la tradizione di famiglia. Io un po’ l’ho trascurata, perché tutti gli anni andavo in tournée in giro per il mondo almeno per un mese quando lei era piccola. Non mi ha mai rimproverato nulla, ma quando ha compiuto diciotto anni mi ha detto: 'Mamma, io piangevo la notte quando andavi via. Mettevo la tua camicia da notte nel lettino'. I miei due nipoti li amo, ero sempre insieme a loro quando erano piccini. Adesso hanno 23 e 19 anni, ci sentiamo, ma giustamente fanno la loro vita. Sono loro che trascurano me, io mi offendo a morte (ride, ndr)”.
Sua nipote Virginia, 19 anni, sta seguendo le sue orme…
“Sinceramente non so se vorrà seguire le orme della nonna. Io mi sento in colpa perché l’ho un po’ spinta a incidere la canzone ‘Sotto la luna’, ma lei ha una musicalità straordinaria. Ha sentito il brano, lo ha cantato una volta e andava bene. Per lei è un divertimento, ci prova, se non va bene vuole fare la criminologa. Io le ho detto: ‘Ecco brava, vai a sezionare i cadaveri’. Lei è libera di fare quello che vuole, è giovanissima”.
Fausto, il suo compagno, come ha reagito alla partecipazione a Sanremo?
“Devo dire la verità: questo uomo ha qualche pecca. Quando io canto, lui piange: non so se per la disperazione o se per l’emozione. È il mio più grande ammiratore, lui è felicissimo di questa nuova avventura al Festival”.
La corsa al Quirinale è entrata nel vivo. Silvio Berlusconi, con un grande atto di responsabilità, ha rinunciato alla candidatura. Come lo avrebbe visto al Quirinale?
“Io ammiro Silvio, gli voglio bene e questa decisione mi trova perfettamente d’accordo. Lui sarebbe stato un ottimo Presidente della Repubblica: avrebbe dato la vita, il cuore, tutto per il suo Paese. Io ho sempre sperato che non si candidasse per tante ragioni: viva in pace e tranquillo, merita grande rispetto e di vivere in serenità. Ma penso che abbia fatto benissimo a fare un passo indietro”.
Chi vedrebbe bene al Quirinale? Si parla tanto di una donna come erede di Mattarella…
“In questo momento non vedo molte donne papabili. Arriverà il momento, ma ora non vedo una donna in particolare per il Quirinale. A me piace molto Gianni Letta, capace e pacato: è un nome che non mi dispiace, anzi. Poi ci sono tante persone altamente capaci, penso a Bertolaso. Mi attira molto anche lui, non lo conosco ma ha una grande personalità, è un uomo di azione”.
Prima un varietà in prima serata su Canale 5, poi Sanremo: qual è la prossima sfida che attende Iva Zanicchi?
“Ho ultimato un disco che credo sia bello, con canzoni bellissime. Uscirà dopo Sanremo e si intitola ‘Gargana’, una parola del mio dialetto che significa 'voce'. Ci ho messo tutto, ho cantato con passione. Poi uscirà il mio quarto libro con Rizzoli, che terminerò dopo il Festival.
E voglio fare una tournèe: purtroppo per colpa del Covid è stato bloccato un tour in Nord e Sud America. Ma sono una fanciulla, posso aspettare (ride, ndr). Però mi piacerebbe fare qualche spettacolo in Italia, con qualche bravo musicista: ci stiamo pensando. Cosa devo fare di più?”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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