Quando ha deciso di prendersi una lunga pausa «per starsene un po' in pigiama», ha mandato in apnea casa discografica e live promoter. Ma ora Kekko Silvestre, voce e autore dei Modà, spiega i motivi in modo semplice all'Officina Milano non lontano dai Navigli: «Dovevo ricaricarmi di storie e di melodie. Per scrivere canzoni si deve vivere e io alla mia vita ci tengo parecchio. Io amo portare a scuola mia figlia alla mattina, apparecchiare la tavola alle sette di sera, andare in osteria con gli amici e poltrire in periferia, dove vivo. Sono cantautore per passione, stavo diventandolo per professione. Non sono il tipo che scrive per scadenze».
Così, i Modà tornano con Testa o Croce, tredici brani inediti disponibili dal 4 ottobre dopo quattro anni di silenzio discografico e due di lontananza dai palcoscenici. Nel frattempo, la scena italiana si è infoltita di alieni con tatuaggi sulla faccia e di un pubblico giovanile ipnotizzato da trap e ritmi campionati reggaeton. Kekko, però, non si muove di un millimetro: «Io so fare questa musica e a noi Modà non dispiace per niente tornare con musica suonata per davvero. Alla fine penso che sia questa la musica che resta». Le storie finite nelle canzoni come Quel sorriso in volto (il primo singolo pubblicato, ispirato a una strana coppia di sposi) e Guarda le luci di questa città, dedicata a Milano - nascono da «passeggiate diurne e nottate nei locali». Perché, spiega Kekko, «a un certo punto ho capito che dovevo togliermi il pigiama, uscire e ricominciare a scrivere».
Tra poco, i Modà torneranno a macinare chilometri: il tour parte a dicembre nei palasport (tra le tappe il 2 a Bologna, il 4 al Forum di Assago, il 14 a Roma) per riprendere a marzo 2020. «Sanremo? - conclude Kekko quello proprio no: è un tritacarne devastante. Mi crea meno ansia cantare a San Siro».
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