Cosa vuol dire The Witcher? Tutti i segreti della serie di Netflix

Henry Cavill è di nuovo Geralt di Rivia nella seconda stagione di The Witcher, che arriva in streaming da venerdì 17 dopo due anni di assenza dal piccolo schermo

Cosa vuol dire The Witcher? Tutti i segreti della serie di Netflix

Sono trascorsi quasi due anni dall’ultimo episodio di The Witcher. In questo lungo lasso di tempo sono tante le speculazioni, i rumor e i gossip (veri o presunti) che sono trapelati in rete, ma i fan possono tirare un sospiro di sollievo. Da venerdì 17, e sfidando qualsiasi tipo di superstizione, la serie torna su Netflix con gli episodi inediti della seconda stagione. Henry Cavill, l’indimenticato Uomo di Acciaio della DC Comics, indossa ancora una volta i panni del criptico Geralt Di Rivia, pronto a combattere le forze oscure del male in un mondo che è stato lasciato nel caos più totale. Una serie che è stata accolta con grande affetto dal pubblico e, soprattutto, dagli estimatori dei racconti fantasy. Un po’ meno positive sono state le recensioni da parte della critica, che hanno accusato lo show di aver preso troppe licenze rispetto alla saga di libri a cui è ispirata, e di aver strizzato l’occhio al franchise del Trono di Spade. The Witcher, però, resta una delle serie tv più attese del colosso dello streaming.

Infatti, oltre alla seconda stagione sono stati prodotti ben due prequel. Uno è un film di animazione, dal titolo The Witcher: Nightmare of the Wolf e già disponibile su Netflix, l’altro è una miniserie tv che è ancora in lavorazione intitolata The Witcher: Blood Origin. Cosa ha reso la serie un piccolo (ma grande) fenomeno che corre veloce nel mondo dei social? È stata capace di raccontare una storia cruda e sincera (seppur con tante sbavature) sull’eterna lotta tra bene e male.

Chi è Geralt di Riva? Il significato di The Witcher

In un mondo popolato da essere umani, nani e altre specie magiche, l’equilibrio sociale è sempre instabile. Tutte le razze civilizzate devono cercare di convivere con la minaccia di altre creature. Proprio per questo motivo sono stati creati dei guerrieri geneticamente modificati che hanno la tempra e la forza di sconfiggere le minacce che pendono sul nostro mondo. Si chiamano i Witcher. Non sono altro che mutanti senza sentimenti e senza nessuna paura che uccidono per denaro. A questo si aggiunge anche l’instabilità del trono di Nifgaard che cerca di espandere i propri domini, ma lotte interne e patti scellerati gettano il regno nel caos. La storia della serie tv si focalizza sulla vicenda di Geralt, un witcher dai profondi occhi di ghiaccio, e la principessa di Cintra inseguita dai soldati del regno. I due sono legati da un doppio filo che potrebbe cambiare per sempre le sorti della guerra.

Dai temi puramente fantasy con una buone dose di magia e incantesimi, la serie tv presenta tutte le caratteristiche tipiche di un drama cavalleresco. Punto di forza è proprio il suo iconico protagonista, capace di essere un anti-eroe dal cuore duro come una pietra, ma di essere anche un personaggio che gioca con le sfumature del suo carattere. Per Geralt essere un witcher ha un significato molto profondo, che va ben oltre l’onore di un guerriero. Non è solo un mutante ma anche uno "strigo". Non è facile spiegare il significato del termine. È di origine polacca. Lo strigo è la traduzione letterale del termine wiedzmin che, letteralmente, significa "strega". Nella traduzione però si era pensato utilizzare il nome di The Hexter, di origine anglosassone, poi si è optato per The Witcher. La scelta è arrivata dalla curatrice italiana della saga, Raffaella Belletti (come ha riportato il sito di Everyeye), che ha usato questo nome ne Il Guardino degli innocenti come appellativo dispregiativo che le streghe usano per individui di sesso maschile che posseggono qualità fuori dal comune.

La saga che diventa un successo grazie a un concorso letterario

Il progetto in serie di The Witcher è molto ambizioso ma, con i suoi pregi e i suoi difetti, Netfix è riuscita a cogliere il meglio dalla saga letteraria di riferimento. È scritta da Andrzej Sapkowski ed è stata pubblicata tra il 1990 e il 1999. Per tornare di nuovo nel 2013. Diversamente dalle altre saghe fantasy quella di The Witcher è composta da due raccolte di racconti a cui fanno seguito ben sei. Ispirata alle ambientazioni tipiche di altri autori fantasy, come Tolkien e Terry Brooks, l’autore crea un universo molto complesso che prende le distanze dalle saghe dello stesso genere.

Il primo è stato scritto all’età di 37 anni ed ha avuto un buon successo in patria dopo che è stato presentato al Fantastyka, un concorso letterario di narrativa fantasy. Era l’anno 1985, ma l’autore non aveva ancora ricevuto una proposta di pubblicazione. Un anno dopo e con un racconto ambientato nell’universo di The Witcher, ottiene un plauso dalla critica tanto da sottoscrivere un contratto nel 1990. Nel corso degli anni le opere sono state tradotte in molte lingue, come il ceco, il russo, l’italiano e lo sloveno. Sapkowski ha scritto anche altre opere di narrativa ma la saga di Geralt di Riva è il suo maggior successo editoriale.

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Perché vedere The Witcher?

Piace perché è una serie dinamica, miscela l’azione, i duelli cappa e spada, la magia e il mistero a una introspezione accurata dei personaggi che non risultano né macchiettistici né fuori tema. La serie piace perché regala una visione di un mondo barocco, decadente e di una società in declino in cui vige la legge del più forte. Si lascia vedere senza troppe pretese ed è un grande cult per gli estimatori del genere. Per chi si approccia senza nessuna conoscenza al mondo di The Witcher non sarà facile trovare il modo di "entrare" nella mente di uno strigo.

Cosa succede nella seconda stagione, gli spoiler

Prima del debutto ufficiale sono sporadiche le informazioni sui nuovi episodi. La seconda stagione è incentrata su Il sangue degli elfi. Si scoprirà cosa è successo dopo la battaglia tra la Confraternita e Nilfgaard. In un tentativo estremo, la misteriosa Yennefer ha ricorso a tutti i suoi poteri e getta il Continente ancora più nel caos. Geralt invece porta la principessa Cirilla nel posto più sicuro che conosce, senza sapere che nuove forze e nuovi demoni si stanno armando per la battaglia finale.

Le differenze con i libri. Dove pecca la serie di Netflix

La prima stagione è ispirata a Il Guardino degli innocenti e a La spada del destino. Come è giusto che sia, la serie tv regala uno sguardo fresco e nuovo rispetto ai libri. Ma non è tutto oro quello che luccica. Sono tante le differenze con i racconti di riferimento e non tutte le scelte sono state apprezzate sia dai fan che dalla critica.

Ad esempio, sono presenti due linee temporali che si intrecciano l’una all’altra. Proprio questo esperimento ha confuso lo spettatore medio. Inoltre, in The Witcher la caduta del regno di Cintra è l’evento che scatena il racconto, mentre nei libri questa parte della storia viene menzionata solo alla fine del secondo romanzo Poi c’è il personaggio di Yennefer.

Nei romanzi è di contorno e la storia non viene mai approfondita, nello show di Netflix invece assume caratteri definiti, grazie al suo ambiguo passato. Le differenze sussistono anche nella parte in cui si apre una parentesi sul passato di Geralt. Nella serie tv appaiono sporadici flashback, nei romanzi invece questi dettagli sono totalmente assenti.

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