Il 31 agosto 1997 Lady Diana, a 36 anni, un mese e 29 giorni, rimane vittima di un incidente automobilistico sotto il tunnel del Pont de l'Alma a Parigi, insieme con il suo compagno Dodi Al-Fayed, quando la loro Mercedes, guidata dall'autista Henri Paul, si infrange contro il tredicesimo pilastro della galleria. A quasi 22 anni da quei tragici eventi che colpirono l'immaginario di milioni di persone, soprattutto in Gran Bretagna, due testimoni oculari mai ascoltati prima dagli inquirenti sarebbero sicuri che la morte della Principessa Triste non sarebbe stata un incidente.
Morte Lady Diana: "Non è stato un incidente"
I due testimoni oculari sono una coppia di coniugi, Robin e Jack Fireston, che hanno rilasciato una lunga intervista al tabloid inglese Daily Express. E quello che dicono in questa intervista potrebbe gettare nuova luce sugli ultimi momenti della Principessa del Galles. Già dalle loro dichiarazioni iniziali si capisce immediatamente la possibile portata delle loro rivelazioni. I due coniugi, infatti, affermano: “Ricordiamo ancora chiaramente quanto è accaduto quella notte e viviamo ancora nella paura a causa di ciò che abbiamo visto e di ciò che ci è stato detto”.
I due testimoni quella notte si trovavano a bordo della loro auto assieme al figlio undicenne e si resero conto che quello che avevano visto non era stato un semplice incidente d’auto solo all’indomani, quando la notizia fu data dai giornali di tutto il mondo. La coppia decise, quindi, di andare alla polizia per raccontare quello che avevano visto: "due macchine scure sulla scena dell'incidente". Da questo i due coniugi avrebbero maturato la personale convinzione che non si sia trattato di un incidente, ma che, per usare le loro parole, "altre forze erano coinvolte nello schianto". E questa verità, oltre a raccontarla agli inquirenti, i due l'hanno ripetuta anche al Daily Express. La differenza fu che, nel primo caso, la polizia li liquidò senza prendere in considerazione le loro parole ma dicendo che avevano già molti testimoni. La reazione della coppia è ben espressa dalle parole di Robin Fireston che ricorda: ”Siamo rimasti sbalorditi. Una delle donne più famose del mondo viene uccisa e non vogliono far parlare i testimoni “. In merito alle due auto scure presenti sul luogo dell'incidente il Signor Fireston ha aggiunto: “Non ero l’unico testimone a vederli. Ho notato che erano due macchine di servizio, non proprio nere ma comunque scure. Non riuscivo a capire perché fossero lì. Erano piazzate davanti a quella della principessa goffamente, non ricordo se ci fosse qualcuno a bordo. Ho visto quelle macchine entrare prima di quella di Diana. Poi hanno seppellito ogni riferimento a loro, ma erano lì”.
Il racconto dei coniugi Fireston, in effetti, coincide con quello di un'altro testimone dell'epoca. Si tratta dell'avvocato Gary Hunter. Anche lui raccontò alla polizia di aver visto due veicoli nei pressi dell'incidente. Ma questi veicoli non vennero mai identificati.
E questo fece chiudere il caso della morte di Lady Diana attribuendo le colpe all'autista Henri Paul reo, secondo i giudici di quel tempo, di essersi messo alla guida dell'auto della Principessa dopo aver assunto alcol e droga.Segui già la nuova pagina di gossip de ilGiornale.it?
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