L'edizione numero 74 dei Golden Globe ha ottenuto il suo record: La La Land, il musical che vede protagonisti Emma Stone e Ryan Gosling nei panni di una coppia di attori in cerca di successo, ha vinto sette statuette: miglior commedia o musical, migliori attori protagonisti (la Stone e Gosling), migliore regia e sceneggiatura (a Damien Chazelle, il giovane filmmaker che si è fatto conoscere l'anno scorso con Whiplash), migliore colonna sonora e migliore canzone, City of Stars. Per La La Land - che a settembre scorso aprì in prima mondiale la Mostra del Cinema di Venezia - sette candidature e sette premi. Mai un film aveva fatto così bene ai Globes. Un fatto che conferma la passione degli organizzatori, il centinaio di giornalisti dell'Hollywood Foreign Press Association, per i film musicali. Nel 1952, quando per la prima volta vennero assegnati premi differenti ai drammi e alle commedie, in quest'ultima categoria vinse Un Americano a Parigi di Vincente Minnelli. Da allora pochi film cantati hanno mancato il bersaglio.
Un piccolo mappamondo dorato. Dopo 74 anni di onorata carriera il premio è considerato a Hollywood un riconoscimento istituzionale, pur non essendolo. Il Los Angeles Times ha paragonato gli organizzatori a un gruppo di ragazzini che, nello scantinato dello zio, mettono insieme il loro concorso a premi. E così probabilmente fu, nel 1944, quando i film di Hollywood erano il più modo più popolare ed economico per dimenticare per due ore gli orrori della guerra. Solo successivamente la cerimonia dei Golden Globe ha scalato posizioni, diventando uno degli eventi più seguiti fra quelli che precedono gli Oscar. Amata dalle star per il suo carattere informale e un po' cialtrone, è una serata in cui si mangia, si beve, ci si rilassa anche prima di sapere delle sorti della propria candidatura perché, in fondo, vincere un Globo d'oro è appagante, certo, ma non importante come può esserlo la vittoria di un Oscar.
Eppure c'è chi si emoziona lo stesso. Chiedetelo al cast e ai produttori di Moonlight, l'opera (che aprì l'ultima Festa del Cinema di Roma) vincitrice nella categoria miglior film drammatico, dopo aver temuto di dover tornare a casa a bocca asciutta. Forte di sei candidature infatti, il piccolo film indipendente amato dalla critica (in Italia arriverà il 23 febbraio) ha ottenuto solo un Globo, pur di gran peso, a fine serata. Chiedetelo anche a Ben Affleck, che si è commosso quando il fratello Casey ha alzato al cielo il premio al migliore attore drammatico per la sua interpretazione in Manchester by the Sea (altro film presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2016) o a Isabelle Huppert sorpresa sino al parossismo quando ha vinto l'analogo premio al femminile con Elle di Paul Verhoeven, film in francese che ha ottenuto anche la statuetta al miglior film straniero (la favorita era Natalie Portman per Jackie). Chiedetelo infine a Viola Davis, migliore attrice non protagonista per Barriere, che ha ricordato di come la storia raccontata da August Wilson a teatro e ora portata al cinema sia quella di suo padre e di tanti altri afroamericani, nell'America della segregazione razziale del secolo scorso.
Sul fronte del piccolo schermo (i globi d'oro vengono assegnati anche ai protagonisti della tv) sono stati premiati Tracee Ellis Ross per Black-ish e Donald Glover per Atlanta (in Italia in onda dal 19 gennaio su Fox), serie tv risultata essere la migliore fra le commedie, mentre nella categoria «drama» The Crown (Netflix) ha battuto mostri sacri come Il trono di spade e si è portato a casa anche il premio alla migliore attrice, Claire Foy, che nella serie interpreta la regina Elisabetta II. American Crime Story: The People V. O.J. Simpson (ossia «Il popolo contro O.J. Simpson», trasmesso in Italia da FoxCrime), sul caso giudiziario che negli anni Novanta incollò alla televisione il mondo intero, è il migliore film per la tv e Sarah Paulson nei panni del pubblico ministero Marcia Clark, che accusò il campione di football dell'omicidio della moglie, è la migliore attrice per la categoria, mentre Hugh Laurie si porta a casa l'analogo premio maschile per The Night Manager.
Poche le battute divertenti da parte del conduttore, Jimmy Fallon, molti invece i discorsi toccanti di chi è salito sul palco. Tom Hiddleston ha raccontato della sua esperienza in Sudan, fra i volontari di Médecin sans frontières, mentre Ryan Gosling ha dedicato il premio al fratello della sua compagna, Eva Medenz, morto recentemente di cancro.
Per il resto, da segnalare la standing ovation che i colleghi dello star system hanno riservato all'apparizione sul palco (a sorpresa) di Brad Pitt. Era la prima volta che la star, che ha notevolmente diradato le sue uscite pubbliche dopo il clamoroso divorzio da Angelina Jolie, tornava a calcare il red carpet di un concorso cinematografico.
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