Ci voleva il coraggio di un supereroe per sbloccare la situazione nei cinema e uscire nelle sale dove è possibile - e dove non è possibile in streaming - con un film costato quasi duecento milioni di dollari, in un periodo dove il cinema travolto dal Covid sta soffrendo la sua peggiore crisi. Anzi, ci voleva il coraggio di una supereroina, quella Wonder Woman che abbiamo imparato a conoscere nella serie tv degli anni '80, riportata sugli schermi dalla Warner, nell'universo Dc Comics, quello che coinvolge Batman e Superman e sempre in competizione con Marvel, che al momento, nonostante ci siano diversi film pronti, preferisce attendere tempi migliori.
Warner infatti ha deciso di andare in controtendenza e, come dimostrato con Tenet, l'unico grande film uscito nelle sale da quando è cominciata la pandemia, è un atteggiamento che paga. Tenet ha incassato oltre trecento milioni di dollari, a dimostrazione che il pubblico ha voglia di cinema e che lo streaming è certamente meglio che niente ma non soddisfa pienamente chi ama il rito del cinema, anche come luogo fisico.
Wonder Woman 1984 uscirà in Italia non appena riapriranno le sale, protagonista è ancora Gal Gadot, che questa volta ha assunto anche il ruolo di produttrice. Siamo negli anni '80, Wonder Woman da qualche decennio ha scoperto il mondo degli umani, che ha imparato ad apprezzare, e lavora in un museo dove arrivano alcuni reperti storici frutto di una rapina. Tra questi una pietra che permette di realizzare qualsiasi desiderio. Pietra che finisce nelle mani sbagliate, portando il mondo sull'orlo di una devastante guerra nucleare e che metterà gli uomini davanti a una scelta importante, anche attuale: l'interesse personale è superiore all'interesse della comunità? L'egoismo è più forte dell'altruismo? «Credo sia una domanda molto attuale. Specialmente in un momento come questo, dove i nostri atteggiamenti personali influiscono sulla vita degli altri. Abbiamo visto che negli Stati Uniti molta gente si rifiuta di seguire le regole dettate dalle istituzioni mediche, indossare la mascherina, evitare assembramenti e abbiamo visto che il risultato di questo atteggiamento è stato drammatico. È impensabile stare bene soli al mondo e ognuno di noi ha il dovere di aiutare l'altro. Bisogna salvarsi tutti insieme, anche a vicenda e non pensare solo a noi stessi. Solo così potremo avere una speranza, anche quella di un mondo migliore, un mondo come quello che sogna Diana, che a differenza degli altri super eroi è animata da una infinita innocenza». Ma oggi a che punto siamo nella nella vita di Wonder Woman? «Nel primo film era una ragazza innocente, che non conosceva nulla dei pregi e dei difetti dell'umanità. Era un pesce fuor d'acqua e tutto era nuovo per lei. Ora sono passati sessant'anni, ha viaggiato ed è molto più matura, più saggia, più cosciente della natura umana, ma soprattutto è molto sola e questa solitudine le pesa e la induce in tentazione», spiega Gal Gadot, che poi precisa: «Diana è una donna e ci tenevamo a rappresentarla come tale. Anche nel modo di combattere. Non volevamo fosse come tutti gli altri e devo dire che non è stato facile capire come differenziarla. Poi abbiamo visto uno spettacolo del Cirque du soleil e abbiamo capito in che direzione andare. Non combatte per uccidere. Non usa colpi bassi o armi letali e i combattimenti non sono il fine, ma uno strumento per andare avanti, per migliorare la situazione. Filosoficamente ci sono differenze enormi tra lei e tutti gli altri super eroi». Grazie a questo ruolo ruolo Gal Gadot è esplosa nel mondo: È il ruolo migliore che mi potesse capitare. Ha molti poteri, molte capacità, ma ha molto cuore. È colma di amore, empatia, compassione ed è molto vulnerabile, il che la rende accessibile e la normalizza agli occhi del pubblico. I suoi sono film d'azione ma con un'anima. E non è da tutti».
Quindi chi meglio di questa attrice e modella israeliana, 35 anni, già Miss Israele nel 2004, per spiegare che cosa sta accadendo al cinema: «Sta vivendo un momento molto complicato e questo film, come tanti altri, ha visto molti rinvii prima della decisione di farlo uscire al cinema. In questo momento storico ci vuole coraggio e dobbiamo difendere il nostro modo di vivere, quella parte positiva, almeno. I cinema sono chiusi quasi ovunque ma era giusto provarci, era giusto alimentare la catena del cinema, anche come luoghi fisici. Questo è un film spettacolare, con sequenze che abbiamo girato in mesi di lavoro: certamente un film da guardare al cinema, ma bisogna fare di necessità virtù e quindi dove i cinema sono chiusi uscirà in streaming e sulle televisioni via cavo. Non vedevo l'ora di condividerlo con il pubblico».
Sono parole belle ma rischiano di essere di circostanza. Quanto davvero vale per lei il cinema? «Andare al cinema è come sognare, il cinema è la fabbrica dei sogni e mai come in questo periodo la gente ha bisogno di sognare, ha bisogno di immergersi qualche ora in un mondo alternativo dove tradizionalmente il bene sconfigge il male.
La gente ha bisogno di condividere esperienze, di stare fianco a fianco in sicurezza e di quel calore umano che solo la compagnia di altri esseri umani può generare. Ha bisogno di tifare e di gioire insieme. Il cinema è assai importante per tanti aspetti diversi e quindi speriamo che tra i meriti di Wonder Woman ci sia anche quello di avergli dato una boccata d'ossigeno».
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