I parenti vogliono capire. Sul caso dell'eredità Sordi spuntano 37 cugini di quinto e sesto grado. Hanno fra i 30 e i 70 anni, fanno quasi tutti Sordi di cognome, vengono da Valmontone e da Frosinone, zone d’origine della famiglia dell'attore.
Sordi, però, di legami familiari, fratelli a parte, non ne voleva sentire parlare. Lo conferma anche Paola Comin, che di Alberto fu l'ufficio stampa per oltre 11 anni. "Non ho mai visto un parente di Alberto. Diceva: 'Parenti non ne conosco e non ne ho'" racconta la Comin.
Eppure, adesso che è morta anche la sorella Aurelia - unica erede universale - i legami di sangue si fanno avanti. Un mese fa i 37 hanno impugnato il testamento del 2011, con il quale Aurelia aveva lasciato i beni del grande fratello alla Fondazione museo Alberto Sordi, incaricata di «perpetuare la memoria".
40 milioni più altri beni (la villa di via Druso, fra l’Appia Antica e le Terme di Caracalla, valore stimato altri venti milioni, più azioni del Campus biomedico di Trigoria, al quale Sordi donò i terreni per costruirlo) sui quali i parenti vogliono fare chiarezza.
Ci sarà per questo una causa e l'avvocato Andrea Maria Azzaro punterà sul fatto che Aurelia scrisse il testamento senza avere piena coscienza, anzi. Fu circondata da chi si approfittò della sua debolezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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