"Non vado in onda dopo la Meloni". L'attacco choc del trans in tv

Agli insulti e alle offese della modella transgeder di origini brasiliane, la Toffanin ha replicato con una lezione di stile: "Le parole censura e discriminazione non ci appartengono"

"Non vado in onda dopo la Meloni". L'attacco choc del trans in tv

"Le parole censura e discriminazione non ci appartengono. Non appartengono a Mediaset, non appartengono a Verissimo e certamente non appartengono a me". Con queste parole Silvia Toffanin ha spento sul nascere la polemica che Lea T, modella transgender di origini brasiliane, ha scatenato nelle scorse ore contro Verissimo.

Lea T, figlia del calciatore brasiliano Toninho Cerezo, aveva registrato un'intervista per il popolare programma di Canale Cinque a febbraio e la messa in onda era prevista nelle prossime settimane. A quanto pare, però, la modella transgender non ha gradito che prima del suo contenuto sia andata in onda l'intervista a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, oggi nelle librerie con il suo libro autobiografico. E sui suoi canali social Lea T si è scagliata contro Verissimo e la Meloni con un messaggio offensivo e accusatorio: "Ho già dedicato troppo tempo al vostro programma. Preferisco continuare il mio percorso senza di voi, sperando con tutto il cuore che la puntata non esca mai, poiché il mio pensiero socio-politico è distante anni luce dal vostro Silenziare certi gruppi è la prima mossa per continuare seduti in quel vostro trono sporco di sangue! Questo CIStema è miserabile come la vostra storia!".

La risposta di Verissimo non si è fatta attendere e Silvia Toffanin ha replicato a tono alla modella transgeder in apertura di puntata. Un messaggio chiaro e netto, espresso dalla conduttrice con la solita eleganza che la contraddistingue: "Lea T ci accusa di censura con delle offese e dei commenti sui social molto pesanti e ci chiede di non mandare in onda l'intervista perché abbiamo dato spazio ad una persona che la pensa in modo diverso da lei. Allora chi è che discrimina? Le parole censura e discriminazione non ci appartengono".

La Toffanin si è vista costretta a chiarire le dinamiche interne della messa in onda delle interviste dettate, spesso, da esigenze di attualità più che dalle tempistiche. E poi è tornata a parlare di Verissimo e dei tanti personaggi passati sulle sue poltrone senza distinzione di genere: "Noi a Verissimo abbiamo dato voce a tutti: uomini, donne, omosessuali e transessuali.

Lo abbiamo fatto con grande rispetto, attenzione e sensibilità, dando voce a tutti i pensieri da Vladimir Luxuria a Tiziano Ferro e Gabriel Garko. Con loro abbiamo raccontato le loro storie e ci siamo molto emozionati. Discriminazione non è far sentire tutte le idee ma l’esatto contrario".

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