Quante donne ha Michele l'intenditore! Vien quasi da invidiarlo, beato lui. E pazienza se son tutte ortodosse di sinistra. Monica, Sabrina, Bianca, Alba, Teresa... Un harem. Santoro come Bonolis, beato tra le donne. Non ci fossero state loro a colorare il rosso sbiadito della serata fiorentina, chissà quel 6,34 per cento di share quanto sarebbe stato. Risultato modesto, in verità. Era da un mese che Santoro preparava l'evento. Uno di quegli appuntamenti-cerniera come altri ce n'erano stati, prima delle svolte ( Raiperunanotte , Tuttinpiedi ...).
Tanti addii in un colpo solo. A Servizio Pubblico , a La7, alla sua conduzione settimanale che, editti a parte, dura ininterrottamente dal 1988. Un appuntamento tra passato e futuro. Passato certo e futuro incerto, canterebbe Tonino Carotone. E così, emozionato, come ha ripetuto per tutta la sera, il Michele nazionale ha sciorinato l'intero medagliere, noi siamo questo e noi siamo quello. L'autocelebrazione degli addii. Il dispetto per l'ennesima buca data dal premier nella sua città. «La prossima volta organizzeremo una serata a Pontassieve e vedremo se viene. Ma niente presepi, a noi piace il rosso».
Di rosso, Santoro sfoggiava una rosa sul rever della giacca. E sarebbe fin troppo facile dire che Canale 5 di rose ne mostrava tre con la soap di Eva, triplicando pure lo share (17,66), come ha ammiccato Gerardo Greco ad Agorà . No, così non vale... Non mischiamo i diamanti e la polvere. Santoro ha una missione. Cioè, ce l'aveva: arpionare Moby Dick-Berlusconi (ricordate? S'intitolava così il suo programma quando andò a lavorare per le tv del nemico). Perciò, chissà ora cosa può inventarsi per non finire come capitan Achab. Figurarsi quanto lo fa incazzare quando certi soloni del suo giro gli rinfacciano di aver resuscitato il Cav nella campagna elettorale di due anni fa... Santoro si ribella al finale di Melville. «Berlusconi mi aveva fatto oscurare ed è dovuto venire in un mio programma per ritrovare visibilità», ha gongolato Michele l'intenditore che di colpo smette i panni del teletribuno e rientra in quelli di anchorman.
La spola tra politica e tv è il suo pezzo migliore. I fondamentali sono buoni, lo si è visto anche l'altra sera. Filo conduttore, botte da orbi a Matteo Renzi: dal numero iniziale di Travaglio con la bravissima Giorgia Salari, in cui il premier è osannato dai media come il Mussolini d'antan, fino al vocione intimidatorio di Landini, bisogna aver rispetto per la gente che lavora (dagli torto, se riesci...). Il pezzo di protesta sociale si alterna all'esibizione artistica. Felicità a momenti, canterebbe ancora Carotone. Le donne disoccupate dei call center e la poesia di Alda Merini, interpretata da Monica Guerritore. I precari delusi della scuola e Sabrina Ferilli, la più verace dell'harem, che «per questa serata mi avevano detto di portare qualcosa di rosso, e io ho portato me stessa». Con lei era decollata l'elegia di Enrico Berlinguer, il totem issato da Rosso di sera contro il Rottamatore. Poi ecco Bianca, la figlia direttora del Tg3, vero colpo della serata, ben più del reportage di Ruotolo su rifiuti e mafie. Perché, per la prima volta, la BB del telegiornalismo ha raccontato i segreti della sua famiglia catto e comunista, mamma «credente e praticante», papà segretario del Pci. Uno scoop passatista, vagamente malinconico. Com'è stata a lunghi tratti la liturgia rosso-fiorentina, con Santoro che ringraziava tutti, più cerimonioso del solito. Alba Parietti che omaggia l'amico don Gallo, partigiano come suo padre (quante volte l'avrà raccontato?). Teresa De Sio che intona Bella ciao .
In mezzo ci sono stati anche Battiato, Cristiano De André e Piovani, ma chi se li ricorda? Brilla per assenza dall'harem Sabina Guzzanti, ma ce ne facciamo una ragione. Che invece si stenta a trovare per la presenza di Carla Fracci che spande rose sul palco. E la malinconia si stende nella notte di Santoro...
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