Vabbè, ci sono Virginia Raffaele, Corrado Guzzanti e Mago Forest. E già questi nomi da soli sono una garanzia di risate. Ma, insieme ai loro compagni d'avventura, formano una banda di dieci matti che promette di essere ancora più scoppiettante della prima stagione. Insomma, dal 24 febbraio arriva su Prime Video l'attesissima seconda edizione di Lol - Chi ride è fuori (produzione Endemol Shine Italy per Amazon Studios). Quel giochino semplice semplice, far ridere gli altri e nel contempo restare seri, che l'anno scorso si è trasformato da evento televisivo a fenomeno di massa. Chi non ricorda «So Lillo» diventato un intercalare nel linguaggio quotidiano e che ha dato a Lillo una popolarità mai raggiunta in tanti anni di carriera... Tra tormentoni, post, video, dibattiti social, passaparola, Lol ha dimostrato non solo che la comicità, se fatta bene, è ancora vivissima, ma che un programma - anche non della tv generalista - può raggiungere davvero tutti a tutti i livelli.
Dunque ecco, accanto ai senatori della risata come Guzzanti, chi sarà nel cast di quest'anno: Diana Del Bufalo, Maccio Capatonda, Maria Di Biase, Alice Mangione, Gianmarco Pozzoli, Tess Masazza e Max Angioni. Chi più noto, chi meno, tutti con tanta esperienza nel mondo della comicità e delle trasmissioni sullo stile di Zelig e Mai dire.... Tra i dieci, più donne rispetto all'altra volta. Tra loro vincerà (e darà in beneficenza il premio di centomila euro) chi riuscirà a non ridere per le sei lunghe ore immerso nelle decine di sketch, battute, travestimenti, giochi, inventati dagli altri. E a giudicare dalle prime clip mostrate alla stampa c'è da giurare che non è facile non sbellicarsi dalle risate: dalla seduta spiritica con tanto di urna delle ceneri della nonna al ping pong con la pallina che rimbalza sotto le parti delicate ai personaggi storici di Corrado (Venditti e Vulvia), il cast non si è risparmiato. Spettatori d'eccezione (e liberi di ridere) spaparanzati nella control room Fedez e Frank Matano, già game master il primo e concorrente il secondo della scorsa edizione. Guastatore, super eroe del divertimento sarà Lillo, che non poteva mancare visto l'exploit dell'anno passato: sarà l'arma letale in mano ai due conduttori. «Per me è una liberazione poter entrare in quella stanza ridendo. Nella prima edizione facevo cose assurde per rimanere serio, mi sono riguardato e avevo delle facce veramente orribili».
Non è stato uno scherzo (le puntate sono registrate) per i concorrenti accettare la sfida, il confronto con il successo della prima edizione fa paura anche agli attori più navigati. «Immaginavo che sarei andata incontro a cose terribili, poi i miei peggiori incubi hanno preso forma - racconta la Raffaele -. Mi sono preparata qualche idea, ma poi lì dentro accade di tutto e allora improvvisi, cerchi dentro di te qualcosa che fa ridere prima di tutto te stessa a poi la butti nel mezzo». Fedez, che ha visto nascere il programma, spiega: «Nella prima edizione non avevamo idea di quello che stavamo facendo, non capivamo cosa ne sarebbe uscito né tanto meno che avrebbe avuto questo impatto sul pubblico. Stavolta, conoscendo i meccanismi, nessuno si è tirato indietro, sono stati tutti molto attivi, molto coinvolti e coinvolgenti».
Per Guzzanti è stata quasi una terapia. «Dopo due anni chiuso in casa per la pandemia avevo voglia di buttarmi in qualcosa di scioccante, in una situazione estrema. Mi sono trovato a disagio perché non rientra tra le mie esperienze ma mi sono anche divertito. Ho capito che a spiazzare gli avversari è l'improvvisazione più che i pezzi preparati. Ed è stato faticoso: un po' come quelli che si iscrivono alla maratona di New York e pensano che sarà mai e dopo mezzo chilometro cadono a terra sfiniti».
Maccio Capatonda, come anche gli altri sfidanti, temeva l'incontro con i campioni: «Per me avere intorno i miei idoli e non poter ridere alle loro battute è stato
tremendo. Avevo un'enorme ansia da prestazione». Se la prima stagione ha spopolato anche perché la gente in lockdown aveva voglia di allegria, «ora speriamo di non dover far ridere perché saremo in guerra», conclude Max Angioni.
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