"L'orchestra Extraliscio diretta da un robot con il cuore romantico"

La band continua a sperimentare. Nel nuovo cd, melodie "antiche" e suoni d'avanguardia

"L'orchestra Extraliscio diretta da un robot con il cuore romantico"

Gli Extraliscio continuano a sorprendere. Dopo aver portato il liscio nel XXI secolo, grazie a una felice intuizione di Elisabetta Sgarbi, qui produttrice ma anche autrice di alcuni testi, la band, anzi: la banda, si misura con un'orchestra (digitale). Il risultato è Romantic Robot, un album di canzoni, belle canzoni, dal retrogusto antico eppure all'avanguardia come suono. Romantic Robot è meno «danzereccio» del disco precedente (È bello perdersi) ma nettamente più a fuoco: si balla di meno, c'è meno punk, ma ci sono tante cose in più da ascoltare con attenzione. Intendiamoci: le melodie sono sempre accattivanti ma giocano anche la carta vincente della cura del dettaglio. Ne parliamo con Mirco Mariani, chitarrista, voce, piano, tastiere, autore principe di testi e musiche, e chissà quante altre cose.

Partiamo dai dettagli...

«C'è Tony Renis ospite in un brano, composto proprio da lui. Arrangiarlo è stata una vera lezione. Renis chiedeva sottolineature ben precise, e dava un'attenzione speciale a ogni sfumatura. Mi ha fatto capire l'importanza di curare tutti gli aspetti del brano, anche e soprattutto i meno appariscenti. Tony Renis, che ha quasi 84 anni, ogni tanto mi telefona, si mette al pianoforte, canta Bruno Martino, standard americani, cose pazzesche per ore. Un grande».

Nella musica di oggi non conta il dettaglio. Una canzone deve catturarti nei primi secondi, altrimenti...

«Altrimenti al dettaglio l'ascoltatore non ci arriva neanche: salta subito al brano successivo. Questo è uno dei motivi per cui gli artisti più giovani si assomigliano molto, direi troppo. Abbiamo partecipato al concertone del 1° maggio, è stato bellissimo, e ho potuto ascoltare molte band. Tutti a inseguire l'ultima moda, e va bene, ma non c'è profondità nel loro suono. Non conoscono il passato, quindi non possono andare davvero nel futuro. Sono inchiodati al presente, a quello che funziona in un determinato momento. Ma c'è dell'altro».

Cosa?

«Una canzone di Tony Renis aveva una vita estremamente lunga, quasi eterna se diventava un successo, basta pensare a Quando quando quando. Oggi i brani vengono consumati voracemente dal mercato. Esce un pezzo, fa due passaggi in radio e stop. Si passa al prossimo fenomeno, spesso un fenomeno di cartapesta».

Ci spieghi il titolo: Romantic Robot.

«Abbiamo fatto due concerti con un'orchestra sinfonica, Taranto e Matera. È stato molto bello sia per il pubblico sia per noi. Elisabetta Sgarbi ha intuito che c'era qualcosa di particolare. Mettere insieme il nostro mondo con un'orchestra sinfonica poteva essere una sfida entusiasmante. Affittiamo lo studio mobile, prenotiamo il Teatro Duse di Bologna, convochiamo per tre giorni una orchestra di 46 elementi diretta da Roberto Molinelli».

Eppure nel disco gli orchestrali non ci sono...

«Ci ho dormito sopra, e ho deciso di prendere un'altra direzione. Il maestro Molinelli ha scritto le partiture per orchestra ma invece di darle in mano a musicisti veri le ho date in mano... a un computer. Volevo che l'orchestra fosse rigida, immobile, in qualche modo addirittura fredda. Poi ho aggiunto la parte umana con i miei strumenti, inclusi molti sintetizzatori».

Questo è il Robot. Veniamo al Romantic.

«La canzone è una forma pericolosa. L'orchestra rischia sempre di essere stucchevole. Volevo evitare a ogni costo questo effetto, e per questo ho deciso di utilizzare macchine e non musicisti in carne e ossa. Nel disco ci sono quasi unicamente canzoni d'amore: io volevo essere appunto romantico, è un aspetto che mi appartiene, ma senza risultare zuccheroso»

Oltre a Tony Renis ci sono Luca Barbarossa e Davide Toffolo.

«Davide Toffolo ormai è di famiglia, da molto tempo è nostro compagno di strada. Luca Barbarossa ha voluto mettersi in gioco, ha scritto una canzone, testo e musica, per vedere dove sarebbe arrivata, e in che modo. Voleva scoprire altri aspetti della sua musica, aspetti ai quali magari non aveva mai pensato. Era scritto che avremmo lavorato insieme. In È così c'è lui, con la sua chitarra, e poi una orchestra che porta la canzone in cielo».

Andrete in tour?

«Sarà un'estate un po' pazza. Beh, del resto siamo un gruppo che fa anche musica per ballare, esploso in un momento in cui era vietato andare a ballare. La pazzia non ci fa paura... Comunque faremo due concerti speciali a Forlì e a Firenze con l'orchestra sinfonica. Reale però, in carne e ossa. Poi ci saranno altri concerti con l'orchestra trasparente, invisibile, insomma robotica.

Non so ancora quale sarà l'effetto, stiamo per iniziare le prove. Introdurremo anche momenti di improvvisazione, canzoni per così dire free: il brano diventa un mezzo per offrire qualcosa di unico, creato direttamente sul palco, davanti agli occhi del pubblico».

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