"A Los Angeles sono rinata ma che lezione di umiltà. Gossip? Lo lascio alle altre"

La nuova vita della "madre" di tutte le veline. "Farei ancora tv ma soltanto per la musica"

"A Los Angeles sono rinata ma che lezione di umiltà. Gossip? Lo lascio alle altre"

nostro inviato a Los Angeles

Parla molto lentamente, Elisabetta Canalis, confermando che non è poi così superficiale come a qualcuno fa ancora comodo credere. Dopotutto lei è un simbolo a sua insaputa, nel senso che nella realtà è tutto il contrario del velinismo spicciolo e a buon mercato. Los Angeles. Da qui si vede Sunset Boulevard e fa molto caldo, salvo quando le folate del Santa Ana asciugano l'umidità. «Sono nella mia dimensione», dice lei sorridendo. Trentasette anni. Fisico esente da critiche. Curiosità pacata. La nuova vita della Canalis, che con la sua amica Maddalena Corvaglia è la madre di tutte le «veline», scorre tranquilla ma indaffarata in una prospettiva che manco era immaginabile nel bailamme gossiparo di qualche anno fa: quella materna e manageriale al riparo da ogni flash. Perciò sorride serena mentre tiene la sua Skyler Eva tra le braccia, neanche due anni, occhi vispi e luminosi. Suo marito, Brian Perri, è uno dei chirurghi più ricercati d'America, specializzato in colonne vertebrali e «residente» al celebre Cedars Sinai, l'ospedale poco distante da qui ma molto vicino alle richieste di tanti supervip degli States. «Ho fatto una scelta», annuncia la signora Perri poco prima di spiegare quale.

Prego, è il momento di spiegarla.

«Con mio marito ho deciso di cambiare vita e, in quella che faccio, ora mi sento pienamente felice».

Ottimo risultato.

«Anche se sembrerebbe strano da dire, vivere a Los Angeles è una botta di umiltà».

Scusi?

«Per chi arriva dall'Italia rinunciando ai privilegi previsti dal proprio mestiere, essere qui è una lezione di vita».

Addirittura.

«Ho rinunciato a contratti in esclusiva con i principali canali televisivi italiani e non è stato un passo facile. Qui dall'altra parte del mondo non ho le stesse facilities, e ho iniziato a vivere in un altro modo».

Difficile da crederci.

«Ci sono altre star italiane che potrebbero confermarlo. Una molto famosa mi ha detto: Avrei delle opportunità a Hollywood, ma non mi conviene perché mi esporrei a troppe rinunce».

Faccia il nome.

«Non è giusto farlo. Ma rende l'idea di quanto la mia scelta non sia stata così semplice».

Le è costata tanto?

«In realtà sono sempre stata indipendente, almeno da quando ho finito il liceo classico Azuni di Sassari e mi sono trasferita a Milano».

Università. Pochi esami. Molti provini.

«Uno di questi per Pieraccioni e il suo Pesce innamorato».

Poi diventò velina a Striscia la Notizia. Era il 1999.

«Prendevamo 500mila lire a settimana e non mi sembrava vero. Fino a quel momento vivevo in un appartamento condiviso con altri amici e studenti, la tipica situazione transitoria per gli studenti che arrivano da lontano. Ma mi ha insegnato molto».

Perché?

«È stato un passaggio importante nella mia vita».

E ora?

«Ora ho un progetto che non riguarda da vicino il mondo dello spettacolo. Un progetto con Maddalena Corvaglia, che dai tempi di Striscia la Notizia è una delle amiche cui voglio più bene e con le quali sono più in sintonia».

Quale progetto.

«Ne parleremo tra qualche mese, quando sarà annunciato definitivamente».

Attenzione, Canalis, vuol dire che cambia un'altra volta le carte in tavola?

«No, semplicemente un'evoluzione del mio percorso».

E qual è?

«Si vada a rileggere una mia intervista a Claudio Sabelli Fioretti quando avevo poco più di venti anni. Gli dissi che avrei voluto uscire dal mondo dello spettacolo in punta di piedi quando non avevo ancora stufato il pubblico».

Proposito saggio.

«E l'ho fatto. Ora vivo qui e mi sposto soltanto per lavoro. E non solo in Italia. Ad esempio in Germania da cinque anni sono testimonial della Ferrero e anche di un tipo di caffè. Idem in Portogallo. In Olanda ho scelto un brand di materassi».

Canalis, lei per anni è stata una cocca dei paparazzi. Da Vieri a Clooney, una sua foto si pagava a peso d'oro.

«Se ripenso a quel periodo, ci ripenso con ansia e preoccupazione. Perciò ora faccio tanti auguri alle mie colleghe che hanno successo e a chiunque si ritrovi nella stessa situazione nella quale mi sono ritrovata io per tanti anni. Conosco tutti i meccanismi e, passo dopo passo, sono in grado di capire che cosa succederà».

Lei lo ha pagato sulla sua pelle.

«In realtà dal mondo dello spettacolo non si sono mai aspettata nulla, ho fatto tutto mettendoci il mio impegno ma ben sapendo che ogni cosa in questo ambiente è volatile».

Ma se dovesse immaginarsi di nuovo in tv in Italia?

«Mi piacerebbe qualcosa collegata alla musica. In tutta la mia vita professionale la musica è ciò che mi ha dato più soddisfazione e alla quale mi sento più vicino. E l'ho confermato a me stessa ogni volta che sono andata a Sanremo oppure ho presentato su Mtv».

Quali sono i suoi idoli pop?

«Lauryn Hill senza dubbio, i Train, Neneh Cherry, Pharrell Williams, soprattutto nella sua prima fase, e anche Lucio Dalla e Fabrizio De André.

Ma De Gregori è uno dei miei più grandi idoli: quando avevo 15 anni mi sono intrufolata a un suo concerto fingendo di essere una giornalista. E, se proprio devo dirlo, quando è venuto a cantare a Los Angeles e ho cucinato per lui e per sua moglie qui in casa mia, beh quella è stata davvero una grande soddisfazione».

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