Sanremo - Acciderbolina, pure a Fabio Fazio sudano le ascelle. Addirittura, pare, si dice, si mormora, una volta ha tossito senza portarsi la mano davanti alla bocca. Perché, qui al Festival, è tutto bello, sono tutti buoni, eleganti, sobri, politically correct, gioiosi e simpatici. Nessuno dice le parolacce, neppure Lucianina, nessuno litiga, s'incazza, si manda a quel paese, si indispettisce, si irrita. Se l'anno scorso dovettero inviare da Roma il «commissario Marano» (come venne ribattezzato per l'occasione il vice direttore generale della Rai) per sedare risse, polemiche, invettive di Celentano, farfalline di Belen, dissapori tra autori, dirigenza e conduttori; quest'anno regna il tepore, l'understatement, la complicità da classe di liceo. Gli autori (Galeotti, Martelli, Serra, Posani, Fasulo; alcuni di loro lavorano insieme da trent'anni) giurano e spergiurano che si divertono un mondo, che sono un gruppo affiatato, che durante le serate ballano e cantano dietro le quinte. Nessuna tensione, beh, qualcuna sì: quando Crozza minacciava di andarsene dopo i fischi: indecisione, concitazione e poi il lancio di Fazio sul palco per tranquillizzare il comico e invitarlo a proseguire...
Ma anche i più bravi, i più fighi del bigoncio, i più «moderni» che sanno trasmettere «messaggi importanti alla gente», che sanno seguire una «narrazione», costruire una «sceneggiatura», a volte... s'incazzano. No, giammai! Si irritano lievemente... come quando Fazio ha appreso che il maestro Baremboim non poteva arrivare nella serata di giovedì per un forte mal di schiena. «Caspiterina» ha tuonato il presentatore, seguito da un «ora siamo rovinati», perché si sa, il pessimismo cosmico è elemento naturale dell'intellettuale. Momenti di panico, con gli autori che gli tenevano la manina, e poi via, costruttivi, a trovare una soluzione con la giovane fenomeno del piano Leonora Armellini. Passano poche ore, e pure Carlo Verdone dà forfait, lui ha mal di denti. Qui ci starebbe un bel «porco mondo», ma con un «santa pazienza» si risolve il problema mettendo nella giuria di qualità Neri Marcorè già in circolazione. Tanto anche lì, in giuria (che vota stasera) sono tutti bravi, super fighi e soprattutto, dalla Dandini a Bartezzaghi, amici..
Pure la Litti che certo non è un pretino come Fabio, ha limitato l'uso del suo proverbiale vocabolario volgare... solo qualche sbuffo di qua e di là, qualche «basta, non ne posso più», durante le prove costumi: lei che certo non ama la moda, si è dovuta sottoporre a lunghe ed estenuanti sedute, per cercare di indossare al meglio quei vestitini a capanna che le hanno preparato.
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