Lutto per Francesca Barra, morta la nonna: "Che il mondo ti somigli"

Francesca Barra condivide sui social la tristezza per la morte della nonna e le dedica un lungo e commovente post: "Addio mia adorata"

Lutto per Francesca Barra, morta la nonna: "Che il mondo ti somigli"

Grave lutto per Francesca Barra, che ha voluto condividere anche sui social la tristezza infinita per la morte dell’adorata nonna.

Ripercorrendo l’infanzia vissuta con la donna e rivelando che quest’ultima non ha mai condiviso le sue idee politiche, Francesca Barra ha tracciato un tenero profilo dell’amata nonna, descrivendola come la classica signora d’altri tempi, in grado di tenere legata tutta la famiglia “con un filo di seta”. “Addio mia adorata, addio – inizia così il lungo post commosso della giornalista - . Io pensavo fosse eterna, così come dovrebbero essere i nonni e non ero preparata a perderla”.

Ritornando con la mente al passato e rivivendo alcuni dei momenti più significativi con l’amata nonna, quindi, Francesca Barra ha continuato a tesserne le lodi. “Ha vissuto la sua vita con un rigore e una lucidità fuori dal comune. Era coraggiosa, con un senso del pudore che strideva in questo sfrontato mondo. È stata una grande nonna, anche quando brontolava e con gli occhi blu intensi come il cielo dopo un temporale ti faceva segno di disapprovazione – ha raccontato - . Non ha mai condiviso le mie idee politiche, ma come tutta la mia famiglia mi amava senza riserve e tendeva a legarci tutti con un filo di seta, non a dividerci con le sue idee”.

L’amata nonna, come raccontato su Instagram, è stata una donna che “non ha mai avuto bisogno di urlare, di mettere il broncio e di litigare” ed è stata colei che ha insegnato alla Barra a “lavorare a maglia, a cucinare, preparare i tortellini e sigillarli chirurgicamente”. Con la sua morte, quindi, Francesca ha perso tante cose che amava di lei: “la sua frittata di pasta, i suoi racconti, i suoi monologhi sull’onore” e ancora “i suoi ricordi, le sue straordinarie e fiere rughe” e anche la possibilità di “starle accanto" e di guardare con lei "Sanremo e le telenovelas, la crescente bolognese, i tortellini”.

La giornalista, quindi, non dimenticherà mai come la nonna, che si è spenta a 97 anni, abbia contribuito alla sua formazione culturale. “Mia nonna ha comprato tutti i miei libri spingendosi anche con la neve, a piedi, percorrendo i portici della sua amata Bologna, fino alla libreria più fornita – ha scritto sui social - . E diceva con orgoglio che era il libro di sua nipote e mi sistemava accanto alla Santa Natuzza all’ingresso con i numeri di Gente di 20 anni fa con ancora Albano e Romina sposi, in copertina”.

Gli ultimi giorni della nonna di Francesca Barra sono stati vissuti con lucidità e preparazione alla morte. “Mi aveva detto di essere pronta, di non avere paura, di non avere rimpianti”, ha aggiunto ancora la giornalista, che ora la immagina in riva al mare “con il vento fra i capelli, i piedi nudi e il suo abito blu con i pois”.

Ciao mia adorata. Continua a vegliare su di me. Tu che avevi capito tutto di me e prima di tutti e più di tutti, cosa fosse la ricerca della felicità – ha concluso la Barra - .

L’ultima cosa che mi ha detto, chiamandomi cocca, qualche giorno fa, oltre a preoccuparti che Claudio mangiasse i tortellini e riposasse, è stata: ‘Si vede che ora sei felice’. Che il mondo ti somigli nonna. Che le mamme siano come te”.

Addio mia adorata, addio. Io pensavo fosse eterna, così come dovrebbero essere i nonni e non ero preparata a perderla. Ha vissuto la sua vita con un rigore e una lucidità fuori dal comune. Era coraggiosa, con un senso del pudore che Strideva in questo sfrontato mondo. È stata una grande nonna, anche quando brontolava e con gli occhi blu intensi come il cielo dopo un temporale ti faceva segno di disapprovazione. Non ha mai condiviso le mie idee politiche, ma come tutta la mia famiglia mi amava senza riserve e tendeva a legarci tutti con un filo di seta, non a dividerci con le sue idee. Non ha mai avuto bisogno di urlare.Di mettere il broncio, di “litigare”. Mia nonna mi ha insegnato a lavorare a maglia, a cucinare, preparare i tortellini e sigillarli chirurgicamente. Ciò che più amavo di lei erano la sua frittata di pasta, i suoi racconti, i suoi monologhi sull’onore. I suoi ricordi, le sue straordinarie e fiere rughe, starle accanto, Sanremo e le telenovelas, la crescente bolognese, i tortellini. Ciò che amavo di mia nonna era la sua tavola apparecchiata fin dal mattino perché “non si sa mai” chi poteva arrivare. E a 97 anni abitava da sola. Mia nonna ha comprato tutti i miei libri spingendosi anche con la neve, a piedi, percorrendo i portici della sua amata Bologna, fino alla libreria più fornita. E diceva con orgoglio che era il libro di sua nipote e mi sistemava accanto alla Santa Natuzza all’ingresso con i numeri di Gente di 20 anni fa con ancora Albano e Romina sposi, in copertina. Mi aveva detto di essere pronta, di non avere paura, di non avere rimpianti. Poi ha pensato un po’ a cosa le fosse mancato nella vita e mi ha detto: “volevo vedere la Croazia”. Non so perchè. Ma voglio immaginarla lì, con il vento fra i capelli, i piedi nudi e il suo abito blu con i pois. Ciao mia adorata . Continua a vegliare su di me. Tu che avevi capito tutto di me e prima di tutti e più di tutti, cosa fosse la ricerca della felicità . L’ultima cosa che mi ha detto, chiamandomi cocca, qualche giorno fa, oltre a preoccuparti che Claudio mangiasse i tortellini e riposasse, è stata: “si vede che ora sei felice”.Che il mondo ti somigli nonna. Che le mamme siano come te

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