E anche il grande Michael Douglas è finito in una serie tv. Non è la prima apparizione per l’attore, già negli anni '70 è stato protagonista del poliziesco Le strade di San Francisco, ma con Il metodo Kominsky è tutta un'altra storia.
Abituati a pensarlo in film thriller come "The Game" e "Basic Instinct", questa volta Michael Douglas affronta la vecchiaia in una storia comica ma non demenziale. L’ideatore della serie, distribuita da Netflix, è Chuck Lorre, già artefice di altre grandi produzioni tv comiche come The Big Bang Theory, Due uomini e mezzo e Dharma & Greg, una certezza in questo campo. Con Il metodo Kominsky però Chuck Lorre si spinge oltre rispetto ai suoi precedenti lavori.
Il metodo Kominsky racconta la terza età di Sandy e Norman, quest’ultimo interpretato da Alan Arkin, altro veterano del cinema. Sandy è un insegnante di recitazione di Los Angeles che non ha avuto successo come attore, ma che si è tolto delle soddisfazioni seguendo giovani attori portandoli al successo. Norman è il suo agente e amico da una vita, ha un carattere diverso, più pragmatico, che fa da controaltare a quello del protagonista.
La morte di Eileen (Susan Sullivan), moglie di Norman, segnerà entrambi. Sandy, anche a causa dei suoi acciacchi, guarderà alla vita di coppia in modo diverso: ha paura di rimanere solo. Norman invece è completamente allo sbaraglio: si ciondola per casa e deve ricucire i rapporti con la figlia, diventata ormai una sconosciuta per lui.
Tra acciacchi e battute che celano riflessioni esistenziali, il risultato è una serie tv più comica che drammatica, anche se non unica nel suo genere. Il metodo Kominsky infatti è la versione al maschile di Grace and Frankie, serie tv con Jane Fonda e Lily Tomlin.
Il motivo per cui vedere Il metodo Kaminsky è molto semplice.
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