Vita in vendita è uno straordinario inedito di Yukio Mishima che arriva in Italia grazie a Feltrinelli, nell'avvincente e ritmata traduzione di Giorgio Amitrano (una garanzia per i lettori nippofili, che firma anche la postfazione del libro, pagg. 256, euro 18).
Assolutamente fuori dai canoni della produzione mishimiana, la sua storia editoriale è bizzarra quasi quanto il contenuto del libro, e viene raccontata puntualmente nella postfazione. Uscito a puntate su Playboy Weekly (che non è l'edizione giapponese di Playboy, che invece si chiamava Monthly Playboy) tra il maggio e l'ottobre del 1968, fu pubblicato come volume nel dicembre dello stesso anno... restando nell'oblio dei romanzi minori di Mishima. Nel 1998 fu ripubblicato in versione tascabile senza trarre nessun vantaggio rispetto a trent'anni prima, per poi scoppiare come un caso editoriale nel 2015, vendendo settantamila copie in sole due settimane e continuando a farlo, percorrendo la strada del longseller.
Il motivo? Un mistero o forse proprio la dimensione letteraria della trama e del libro in sé, che riesce a sorprendere il lettore occasionale, così come l'appassionato delle opere di Kimitake Hiraoka (questo il vero nome di Mishima), con un gusto per la tessitura della trama, le sue varie collocazioni di genere e per un protagonista che molto probabilmente, sempre come sottolinea l'ottimo Amitrano, non era vicino alla sensibilità del tempo, mentre invece è masticabile dai palati odierni. Le tematiche care a Mishima (come il suicidio, i valori dispersi dalla modernità, il senso di vuoto che la società propina etc) ci sono tutti, ma stavolta mescolati al pulp, all'hard boiled e al fantastico, con un protagonista nichilista e affatto avventuroso, il quale suo malgrado si dimena - sempre a testa alta - tra avventure di ogni tipo. Hanio, così si chiama l'antieroe di Vita in vendita, è un ventisettenne copywriter, che dopo una «visione» viene colto da un senso di profondo ribrezzo per la vita e decide di uccidersi, non riuscendo però nel suo intento. Ripresosi, capisce che deve mettere in vendita la propria vita, per trovare una morte che rimedi al suo fallimento, e pubblica un annuncio che dice letteralmente «Life for sale». Da quel momento si apre un ventaglio di incontri uno più bizzarro dell'altro che portano Hanio nell'universo delle spy stories, succube di una relazione - dai toni erotici e Bdsm - con una vampira, passando da uomini che vogliono sperimentare veleni estratti da insetti fino all'ultima pagina, che regala un piccolo sussulto del cuore e della mente.
Su tutto il libro sembra (?) aleggiare lo spirito del grande maestro del brivido giapponese Edogawa Ranpo, soprattutto per alcune trovate e osservazioni di Hanio, ma anche per il gusto del colpo di scena e del «grottesco» che si cela dentro le pulsioni dell'umanità che il protagonista si trova a fronteggiare. Ma se l'Edgar Allan Poe giapponese parrebbe essere un'ombra luminosa su questo piccolo capolavoro dal ritmo serrato e quasi antologico (visto i vari episodi che compongono la trama e che vengono al pettine alla fine come i proverbiali nodi), la spiegazione di questa varietà stilistica si può trovare in alcuni incontri che Mishima aveva fatto e da cui aveva tratto competenze in tema di spionaggio militare o di letteratura francese erotica e orrorifica utili, a questo suo lavoro.
Vita in vendita, con la sua insolita voce
è uno splendido esempio della mente poliforme di Yukio Mishima e della sua straordinaria sensibilità intellettuale e creativa che non ha mai avuto necessità di generi o etichette, come questo romanzo dimostra pienamente.
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